Agorà del Mediterraneo. A Loreto, la speranza dei giovani
“Beati quelli che diffondono la pace: perché Dio li accoglierà come suoi figli”: è con le parole delle Beatitudini che si è aperta la VII edizione dell’Agorà dei giovani del Mediterraneo presso il Centro Giovanni Paolo II di Loreto. L’incontro riunisce fino a domenica circa 90 persone di 28 Paesi diversi. Dal 2001 il Centro lauretano si trasforma a settembre in una piazza per i giovani della Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Ucraina, Slovenia, Croazia.
E ancora: Bosnia Erzegovina, Kossovo, Macedonia, Montenegro, Serbia, Albania, Grecia, Turchia, Israele, Palestina, Libano, Siria, Giordania, Egitto, Libia, Malta. Un girotondo di ventiquattro paesi nel grande cortile del Centro Giovanni Paolo II, quasi a riprodurre lo scenario del Mare Mediterraneo.
Il tema di quest’anno ha cercato di interpellare i giovani su come sia possibile vivere il messaggio di pace del Vangelo. Il tutto, attraverso un programma intenso di incontri, momenti di preghiera, lavori di gruppo. Numerosi gli ospiti, tra cui il vescovo di Ivrea, mons. Arrigo Miglio, Andrea Riccardi e il fondatore del Sermig di Torino, Ernesto Olivero, che rifletterà sul tema “La ricerca sincera della pace estingue le contese e vince l’odio: i semi di pace all’aurora di questo terzo millennio”. Obiettivo generale, spiegano gli organizzatori, invitare i giovani ad essere profeti di “una nuova era, nella quale la speranza liberi dalla superficialità, dall’apatia e dall’egoismo, che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”.
“E’ stupendo vedere insieme giovani che provengono da paesi in guerra tra loro vivere in perfetta armonia”, ha detto al Sir don Nicolò Anselmi, direttore del Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile della Cei. La pace inizia dalla pace e dalla fratellanza tra cristiani”. Particolarmente significativa la tappa dei ragazzi a Roma, per partecipare all’udienza generale del papa e visitare la Comunità di Sant’Egidio e la basilica di san Bartolomeo all’Isola Tiberina che conserva le reliquie dei martiri del Novecento. “Un messaggio di pace – spiega don Anselmi – e di unità a partire proprio dalla Chiesa”.
E proprio per sperare il complesso Gen Verde si è esibito per i giovani convenuti con lo spettacolo ‘Rapsodia di popoli’: un impegno e una testimonianza di pace, in dialogo col pubblico di ogni paese.