Casa di accoglienza “Il giardino”, una Casa di Preghiera di San Charbel ecumenica in Provincia di Bergamo

L’Associazione “Il giardino” Onlus in via Garibaldi 33 ad Albano Sant’Alessandro (Provincia di Bergamo) è una Casa d’accoglienza per donne in difficoltà, di diverse culture, etnie ed appartenenze religiose, che convivono sotto lo stesso tetto in pieno e totale rispetto. È stata fondata nel mese di gennaio del 2018 da persone comuni, con lavoro, famiglia e impegni personali. Nel prendere in esame il territorio di Bergamo e limitrofi, ci sono resi conto che erano presenti solo due luoghi per la pronta accoglienza delle donne. Quindi, hanno ritenuto ancor più doveroso il dar vita ad una nuova possibilità di “cura, premura ed attenzione” verso le fragilità femminili.

Dal momento della nascita della Casa d’accoglienza ci sono letteralmente buttati in questa grande esperienza di “Misericordia”, abbandonandosi, sovente faticosamente, alla Fede in Dio Padre ed alla Provvidenza. I principi guida del loro agito sono infatti carità ed attenzione verso l’altro. Non a caso, i Soci Fondatori, provenienti da diversi fedi, hanno convenuto di specificare nell’Atto Costitutivo che l’Associazione è di “ispirazione Cristiana”.
In particolare il Presidente Cristina Perico, attratta dall’unità interreligiosa e dall’ecumenismo (unità dei Cristiani), ha intrapreso un lungo e svariato percorso spirituale. Una delle esperienze è stata proprio la frequentazione del PIME a Sotto il Monte, luogo nel quale è nata la riforma ecumenica indetta da Papa Giovanni XXIII con il Concilio Vaticano II, la cui convocazione fu annunciata dal Santo Padre il 25 gennaio 1959, al termine della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. I lavori conciliari, che iniziarono l’11 ottobre 1962, ebbero luogo nel corso di quattro sessioni, la cui lingua ufficiale fu il latino, e terminarono sotto un altro Papa, Paolo VI, l’8 dicembre 1965. Nella storia ecclesiastica fu il Concilio Ecumenico che in assoluto diede rappresentanza alla maggior varietà di lingue ed etnie. All’evento furono invitati ad assistere anche alcuni esponenti delle altre confessioni cristiane. A tal proposito, ai fondatori di “Il giardino” piace ricordare una frase significativa di Papa Giovanni XXIII, che ci rappresenta molto: “Alla mia povera fontana si accostino uomini e donne di ogni specie”.
Un altro evento di memoria storica è la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace promossa da Papa Giovanni Paolo II, tenutasi ad Assisi nel 1986, con la partecipazione di responsabili e rappresentanti non solo delle Chiese e comunioni cristiane, ma anche delle principali religioni del mondo.
Con queste due premesse che segnano la storia, i fondatori di “Il giardino”, comuni laici, riconoscono che per compiere una grande opera non è sufficiente basarsi sulla forza degli “attori” umani ma bisogna obbligatoriamente affidarsi e credere che sia un disegno di Dio. Ecco perché a loro piace definirsi “Custodi del Giardino di Dio” e, riferendoci alla multi-etnia che li caratterizza, amano qualificarsi anche come “Giardino Interreligioso”.

Sempre facendo riferimento ad un invisibile filo conduttore tra tanti eventi, il 27 ottobre 2019 Padre Jarek Cielecki, che sin dal principio pregò su questo progetto, ha benedetto la Casa d’accoglienza come nuova “Casa di Preghiera di San Charbel” (luogo ecumenico), mentre il 1° novembre 2019 l’ha dichiarato ufficialmente operativa a Medjugorje. È stato proprio questo santo libanese a “scegliere” questa “famiglia allargata”, e non a caso…

Charbel Makhluf (1828-1898) ha vissuto ad Annaya, in Libano. Già in vita numerosi prodigi e miracoli furono attribuiti alla sua intercessione. Ma alcuni mesi dopo la sua morte, fenomeni straordinari si verificarono attorno alla sua tomba, che iniziò a brillare e, tra coloro che pregavano sul sepolcro del monaco che trasudava sangue misto ad acqua, si moltiplicarono guarigioni inspiegabili, richiamando gente da tutta la vallata e di differenti religioni. A quel punto i monaci furono costretti a riesumarne il corpo, che venne trovato inspiegabilmente intatto; esso rimase morbido, conservando la temperatura dei corpi viventi, fino alla beatificazione, che avvenne nel 1965 durante la chiusura del Concilio Vaticano II. Quel 5 dicembre Papa Paolo VI, che lo proclamò poi Santo nel 1977, disse: «Un nuovo membro di santità monastica arricchisce con il suo esempio e con la sua intercessione tutto il popolo cristiano. Egli può farci capire, in un mondo affascinato per il comfort e la ricchezza, il grande valore della povertà, della penitenza e dell’ascetismo, per liberare l’anima nella sua ascensione a Dio». Infine, a soli tre giorni dalla conclusione del Concilio, dopo sessantasette anni di perfetta conservazione, la salma di San Charbel si dissolse improvvisamente.

La cosa particolare legata alla sua santità, che riguarda l’Associazione “Il giardino” Onlus, è che questi miracoli hanno coinvolto anche persone di fede musulmana, diffondendone la fama tra i fedeli islamici. È un uomo che di fatto unisce persone di fede diversa, ragione per la quale le Case di Preghiera di San Charbel si permettono di definirlo un santo interreligioso.
In definitiva tutto ha un senso, ogni evento ha dei legami che noi umani certo non realizziamo mentre lo viviamo. Successivamente, quando ci fermiamo e facciamo memoria, collegando i vari accadimenti della nostra vita, riconosciamo che siamo “servi inutili”, ma indispensabili alla realizzazione dei disegni di Dio su ognuno di noi. Attraverso il nostro “Eccomi”, a volte faticoso e non sempre chiaro, diveniamo collaboratori attivi, arricchendoci di pace vera.

Nel mese di luglio 2019, dopo le ennesime forti difficoltà alle quali il Consiglio Direttivo dell’Associazione ha dovuto far fronte, esso stava per sciogliersi definitivamente, minacciando la sopravvivenza dell’Associazione stessa, arrivò la notizia di una Santa Messa celebrata da Padre Jarek, alla presenza del quadro di San Charbel e con la benedizione finale con il suo Olio… fu deciso di partecipare, per chiedere “luce”. Nella stessa sera, all’insaputa del Consiglio Direttivo, un’immagine del Santo entrava in Associazione per mezzo della mano di una cara amica che, avendola ritrovata per caso in un libro e non sapendo assolutamente chi fosse, ebbe l’istinto di portarla presso la Casa d’Accoglienza. Quella fu l’occasione nella quale l’attuale Consiglio Direttivo rinsaldò il proprio legame d’amicizia, pronunciando ognuno nel proprio cuore l’”Eccomi” di cui sopra, perché comprese l’indiscusso disegno divino sul cammino intrapreso. Il 24 luglio, giorno della sua memoria liturgica (e quella di Santa Cristina), ringraziarono San Charbel per aver scelto di accompagnargli.

Ora vogliamo ripercorre alcuni momenti molto forti ed importanti vissuti in quest’anno 2020, che possono essere ritenuti un vero dono di Dio.
Come spesso accade, il 4 gennaio 2020 l’attuale Consiglio Direttivo ha partecipato ad una liturgia presso il Santuario “Madonna delle Rose” ad Albano Sant’Alessandro, durante la quale è stata proclamata la seguente lettura, tratta dal “Cantico dei Cantici” (4,8-15)”:
Vieni dal Libano, o sposa,
vieni dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.
Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, mia sposa,
sorgente chiusa, fontana sigillata.
I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che sgorgano dal Libano.
Il testo sacro ha richiamato l’attenzione sulle parole “Libano, sorella, amore, profumi, giardino, germogli, ogni specie d’alberi, fontana d’acque vive”… tutti vocaboli che aprono un mondo di riflessioni/emozioni inerenti all’Associazione: San Charbel, la fratellanza e l’amore tra persone diverse per cultura e religione, i profumi e le varietà di piante che coesistono perfettamente in un Giardino, l’acqua che è fonte di vita.
In questi anni di esperienza sociale e di convivenza con le accolte, nell’Associazione si è toccato con mano molte sofferenze, molte povertà, molte ferite che hanno sfigurato i cuori di tante donne, lasciando cicatrici interiori indicibili…
Un versetto del Vangelo di Marco (16,15) cita: “Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”. Alla luce del vissuto di accoglienza, nell’Associazione “Il giardino” possono affermare di avere il dono di arrivare ai confini della terra senza muoversi da Bergamo. Nonostante la cultura dell’individualismo alla quale la società moderna ci vuole spingere, noi realmente abbiamo la possibilità di comprendere che “l’altro è un dono, non una minaccia”, che la condivisione di culture/religioni/vissuti/pianti etc. intreccia le nostre vite e crea relazione, la parola chiave di tutto.
Nella Casa d’accoglienza “Il giardino” hanno vissuto/convivono Mussulmane, Induiste, Cristiane (Ortodosse, Evangeliche e Cattoliche): ognuna con il proprio credo religioso ma tutte sotto lo stesso Cielo, quello dell’Amore Universale. La cosa meravigliosa è che riescono a pregare anche insieme, sempre mantenendo il rispetto della fede altrui. Durante la settimana di Preghiera Interreligiosa promossa dal 18 al 25 febbraio 2020, hanno condiviso la serata di preghiera settimanale con alcune ospiti, in particolar modo Mussulmane (originarie del Marocco) ed Evangeliche (originarie della Nigeria). Hanno recitato tutti insieme il Padre Nostro, tenendoci per mano , donando la pace gli uni agli altri, e dando poi spazio a preghiere libere, che sgorgavano dal cuore. È stato emozionante ed accrescitivo vedere persone di fedi diverse coesistere in modo armonico, comprendere come con il rispetto si può arrivare all’unità.
La ricchezza dell’esperienza nella Casa d’accoglienza “Il giardino” è che qui si vive concretamente ogni giorno i concetti di accoglienza, legame, speranza, generosità e riconciliazione, lottando perché essi si affermino come fondamento dell’Associazione, che è poi la prima piccola società nella quale gli ospiti tentano di riscostruirsi come esseri umani. Il massaggio più forte che vogliono condividere, a maggior ragione in questo folle momento storico, è quello del “contagio” dell’amore. Sì, perché quando esso ci tocca, diventiamo capaci di donare misericordia (non di elargire giudizi), di vedere con gli occhi del cuore (non della mente, che è labile e soggetta a manipolazioni), arrivando così ad esprimere il ritrovato senso e la pienezza della vita. La propagazione della misericordia per attrazione esige cuori aperti, dilatati dall’amore.
All’amore non è possibile porre confini, e il tipo di accoglienza che viene praticato dall’Associazione “Il giardino” genera l’incontro, la testimonianza di vite travagliate e segnate dal dolore, dalle lacrime, dal tradimento, dall’abbandono, dalla perdita di tutto (affetti e beni materiali)… Le accolte, aprendo i loro cuori, diventano ricchezza vera per chi incrocia le loro strade, generando la condivisione nella carità mondiale, la possibilità di riconoscerci tutti fragili, a volte vittime e a volte carnefici, bisognosi di donare e di ricevere misericordia. Il comandamento “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te” coesiste in questo Giardino Interreligioso, luogo in cui la preghiera universale prende vita, si unisce unisona verso il Cielo, indirizzata ad un unico Padre, che Ama tutti di un Amore folle, al punto da aver detto sì alla Croce, per poi risorgere a vita nuova.
Un altro incredibile dono che gli è stato elargito partecipando alla liturgia del Perdono d’Assisi il 1° agosto 2020 nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna: durante la veglia di preghiera il celebrante, che loro non conoscevano, ha chiesto al Consiglio Direttivo di leggere, e si sono assegnate reciprocamente ognuna una lettura, senza che potessero conoscerla in modo preventivo. Così si sono accostate all’ambone…
Cristina, il Presidente, colei che ha ideato tutto il progetto (comunque sempre in divenire…), ha letto dal “Libro del Siracide” (24, 17-32):
Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà».
Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l’eredità delle assemblee di Giacobbe.
Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
fa traboccare l’intelligenza come l’Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l’ultimo la può pienamente indagare.
Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d’acqua sono uscita verso un giardino.
Ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
Farò ancora splendere la mia dottrina come l’aurora;
la farò brillare molto lontano.
Riverserò ancora l’insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.
Cinzia, il Segretario, colei che si definisce “serva inutile, che a volte manca di affidamento e tentenna di fronte alle difficoltà e che, poco prima, nella piccola Cappella dedicata a Maria, aveva esplicitamente chiesto “Fammi conoscere se questo percorso è corretto…”, ha letto dagli scritti di Frà Tommaso da Celano, circa la vita di San Francesco (la sua conversione fulminante avvenne il 4 ottobre 2015, giorno in cui si ricorda questo grande Santo…):
“Questo luogo è veramente santo e abitato da Dio. Il servo di Dio Francesco, di statura piccola, di mente umile, di professione minore, nel tempo che visse quaggiù, per sé e per la sua fraternità scelse una particella di mondo, per il solo fatto che non gli fu assolutamente possibile servire Cristo altrimenti, che avendo qualche cosa dal mondo. E non senza una rivelazione e predisposizione divina, già in antico, fu chiamato Porziuncola quel luogo che doveva toccare in sorte a coloro che desideravano di non avere nulla di proprio in questo mondo. Vi sorgeva una chiesetta dedicata alla Vergine Madre, la quale per la sua singolare umiltà meritò di essere elevata, dopo il Figlio, alla dignità di capo di tutti gli eletti. In essa ebbe inizio l’Ordine dei Minori, e come sopra un saldo fondamento, crebbe e si moltiplicò il loro nobile edificio. Il Santo amava questo luogo più di ogni altro, comandò ai frati di venerarlo con rispetto speciale e volle che lo custodissero sempre come specchio di vita religiosa, in umiltà e altissima povertà, riservandone però la proprietà agli altri, e ritenendone per sé e per i suoi soltanto l’uso. Vi si osservava una rigidissima disciplina in tutto, nel silenzio e nel lavoro e in tutte le altre prescrizioni della regola. Senza tregua, giorno e notte, la fraternità dei Minori di quel luogo era occupata nel lodare Dio e, tutti soffusi di una mirabile fragranza, vi conducevano una vita veramente angelica. Frate Francesco infatti, pur sapendo che il regno del cielo si può raggiungere ovunque e che la grazia divina non trova difficoltà a scendere sugli eletti ovunque si trovino, tuttavia, si era accorto per propria esperienza che il luogo della chiesa di S. Maria della Porziuncola godeva di una maggiore abbondanza di grazia, ed era frequentemente visitato da spiriti celesti. Spesso quindi diceva ai frati: «Guardatevi, figli, dall’abbandonare mai questo luogo. Se ve ne cacciassero fuori da una parte, rientratevi dall’altra. Questo luogo infatti è veramente santo e abitato da Dio. Qui il Signore moltiplicò il nostro piccolo numero; qui illuminò i cuori dei suoi poveri con la luce della sua divina sapienza; qui accese le nostre volontà con il fuoco del suo amore; qui, chi avrà pregato con devozione, otterrà quello che chiederà, e chi mancherà sarà punito più gravemente. Perciò, figli ritenete degno di ogni onore il luogo della dimora di Dio, e con tutto il trasporto del vostro cuore rendete in esso lode al Signore». Diciamo che quando Dio si manifesta così esplicitamente ogni altra parola è superflua… anche quella sera ci siamo commossi per la Sua presenza viva, per il senso di pienezza e lo sprone che ci ha donato attraverso la Sua Parola”.
Se quanto raccontato sino ad ora non fosse ancora sufficiente per comprendere che questo non è un Progetto dell’Associazione “Il giardino” Onlus, ma del Signore, quindi volessimo proprio andare a scavare ancora più nel passato, bisogna dire che i tre attuali membri del Consiglio Direttivo (Presidente, Vice-Presidente e Segretario) si sono conosciuti “per caso” durante un ritiro spirituale… Cristina e Cinzia (quest’ultima ai tempi praticamente atea) finirono nello stesso gruppo di lavoro quindi, in occasione dell’ideazione di una scenetta, il titolo da loro scelto fu proprio “Agricoltura”, e venne mimato un contadino che arava, seminava, innaffiava ed infine raccoglieva i frutti… era il 4 ottobre 2015, giorno della festa di San Francesco, e giorno in cui Cinzia ebbe la sua conversione spirituale fulminante… Ecco, in questo Giardino c’è la presenza reale di Dio come Contadino per eccellenza che, in prima battuta ha accolto e curato le loro fragilità e, ora, si occupa delle loro accolte, provenienti da ogni parte del mondo, e le fa risorgere come meravigliosi nuovi frutti, per dare un senso alla Croce ed arrivare alla Pasqua.

Concludiamo questo tempo speso nel soffermarci a far conoscere il cammino intrapreso nel Giardino, con una nuova gratuità divina che ci raccontano:
“Tutto è ancora più chiaro, tutto assume un senso più profondo, quello di Dio, che si rilegge in questa storia… Grandi uomini gli stanno prendendo per mano e conducendo alla Sorgente di Vita Vera: Papa Giovanni XXIII, Papa Giovanni Paolo II, San Charbel e San Francesco (da luglio 2019 sono “inaspettatamente” arrivate nella Casa di accoglienza anche le loro Icone)… essi sono il mezzo, la “fontana da cui fuoriesce l’acqua che proviene dal Libano e irrora il Giardino interreligioso di Dio”! Sia Lode al Signore che ripone la sua fiducia smisurato in noi, tre poveri peccatori, servi inutili, bisognosi di continua Misericordia. Rendiamo grazie a Dio anche per il Vescovo Adam Rosiek, che il 14 giugno 2020, durante la Santa Messa per il Corpus Domini, ha accolto il passaggio di Padre Jarek da sacerdote della Chiesa Cattolica Romana alla Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia, che si differenzia dalla prima solamente per la mancanza di comunione con il Papa e per la possibilità per i consacrati di potersi sposare. Un ringraziamento speciale a Padre Jarek per la sua vicinanza, per il suo splendido apostolato e per l’accompagnamento in diversi tratti del nostro cammino. E grazie a quanti leggendo avranno voglia di incontrarci in questo impagabile senso di fratellanza, ‘ricercando ciò che unisce e non ciò che divide’ (Papa Giovanni XXIII)”.