Miscellaneous. Alcuni fatti di cronaca sparsi, tra ieri l’altro e oggi. Senza continuità ma un filo rosso c’è. Questo è un mondo folle

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In questi giorni ho condiviso molti post sul mio diario Facebook, senza continuità… “Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt. 6,34). Però, rivedendo oggi un paio di cose, mi sono reso conto che tra quanto su cui mi sono fermato per un’istante nelle 100 ore passate, solo apparentemente non c’è continuità e ho avvertito che un filo rosso c’è. I “fatti di cronaca” sono come dei pezzi alla rinfuso sul tavolo con cui comporre un puzzle complesso. Solo incastrando i pezzi, lentamente si inizia a intravedere l’insieme. Questo è un mondo folle popolato da Homo sapiens sapiens che hanno perso la bussola, la sapienza e il buon senso.

Foto dall’account Twitter della Malpezzi.

Quarta Repubblica, ieri 5 ottobre 2020. “Io voglio sapere se nel DPCM ci sarà o no lo stop alle cartelle esattoriali” (Daniele Capezzone). La senatrice PD Simone Malpezzi ripropone la cantilena sulla bodenza di fuoco del Diktator-dal-nasolungo-dei-balconazo, non risponde alla domanda. Le cartelle partiranno. E Daniele Capezzone asfalta la Malpezzi. “Quando c’è l’ottimo Capezzone in studio le donne sinistroidi diventano isteriche” (Cit.). “La pidiota Malpezzi urla sbraita con quella voce strozzata ma alla domanda sulle tasse che arriveranno a valanga non risponde a Capezzone… perché è in malafede e sa che le cartelle partiranno” (Lauretta Bancher). “Mi spiace interrompere questa fiction con un po’ di realtà. (…) Voi non dovete farci la morale sulla mascherina. Dovete bloccare le tasse!” (Daniele Capezzone). Standing Ovation!

Viviamo in tempi folli e “il nuovo Dpcm è già disco d’oro” (Le frasi di Osho), prima della suo prevista emanazione l’8 ottobre. Quanto pesa un click? Quanto pesa una view?

“Se voi voleste un coinvolgimento del Parlamento avreste fatto i decreti legge. Non prendeteci in giro con lo stato d’emergenza. La realtà è che usate un problema sanitario serio per blindare il vostro governo” (Daniele Capezzone – Quarta Repubblica, 5 ottobre 2020).

Volano gli stracci nel partito fondato da un comico che non fa ridere neanche lui stesso (fare eleggere i parlamentari tirando a sorte fa ridere?). “Cari vecchi troll grillini di una volta, pensate a quanti insulti sui vostri giornali di partito e tv lottizzate avete lanciato e fatto lanciare quando spiegavamo con pazienza @beppe_grillo che la governance politica business #Casaleggio non funzionava. Lieto ci siate arrivati” (Gianni Riotta – Twitter, 4 ottobre 2020).

Nel partito fondato da un comico che fa ridere soltanto se stesso, sempre più vicino a una scissione, l’ultima tentazione di Davide Casaleggio sarebbe di fare causa al Movimento Pan di Stelle sul simbolo.
Tout va très bien, Madame la Marquise,
Tout va très bien, tout va très bien.
Pourtant, il faut, il faut que l’on vous dise,
On déplore un tout petit rien:
Un incident, une bêtise.

Il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati – afferma quello che stiamo ripetendo da mesi – attacca il governo in maniera aperta, senza giri di parole: “Non c’è visione strategica del Paese”. “Questa politica affronta l’emergenza mettendo toppe: tante parole e niente fatti”. Sulla proroga dello stato di emergenza è dura: “Il nostro Paese non potrebbe sopportare un nuovo lockdown“. Preoccupazione anche per il Recovery Fund. “Sull’emergenza devono dirci la verità. Un progetto o il bazooka Ue sarà pistola ad acqua”.

Casellati spiega al Corriere della Sera: “Abbiamo bisogno di verità, non si può oscillare tra incertezze e paure, il Paese non può sopportare un nuovo lockdown. Si parla di ripresa, ma oggi, dopo 5 mesi dalle riaperture, tante parole e niente fatti. Non c’è una visione strategica del Paese, una visione lungimirante del futuro e dello sviluppo. Si mettono delle toppe, ma in realtà non ci si occupa dei veri problemi la cui soluzione identifica una chiara linea politica. È come nascondere la polvere sotto il tappeto. Faccio un esempio, i banchi con le rotelle non possono essere la risposta alle sfide strutturali della scuola. E tutto questo incide sul dibattito europeo. Senza la politica, con la “P” maiuscola, capace di costruire il “Progetto Italia” dei prossimi 30 anni, anche un bazooka, qualora ci fosse, diventa una pistola ad acqua».

Sulla proroga dello stato di emergenza Casellati dice: “Prima di tutto occorre avere informazioni corrette, senza nascondere i risultati del Comitato tecnico. Se non abbiamo accesso alle informazioni, non possiamo dire nulla. Abbiamo bisogno di verità”.

Casellati sul Recovery Fund. “Sapevamo che a luglio l’accordo ci vedeva destinatari di 209 miliardi. Ma oggi ci troviamo di fronte all’ennesima discussione tra Paesi frugali e non e al dubbio se queste somme arriveranno, quando e a quali condizioni. È incredibile! Sembra di essere nel gioco dell’oca: si torna alle posizioni precedenti”.

Insomma, da uno degli scranni istituzionali più importanti, un’asfaltazione in regola del governo del Diktator Pinokkio dei Balconazo.

L’intervista completa a cura di Paola Di Caro sul Corriere della Sera del 5 ottobre 2020: QUI.

Quello che è arcisicuro è che questo #bandadibalordi che ci “governa” non garantisce la tranquillitas ordinis.

L’addio a Monsignor Giovanni D’Alise nella Cattedrale di Caserta. Foto di Luigi Ferraiuolo.

«Per quelli che “ma le persone famose non muoiono di coronavirus”» (Paolo Attivissimo – Twitter, 4 ottobre 2020). Morto lo stilista Kenzo Takada e il Vescovo di Caserta Giovanni D’Alise.

L’addio a monsignor D’Alise. Bassetti: ci ha lasciato il senso di una vita
di Luigi Ferraiuolo
Avvenire, 5 ottobre 2020

Nonostante il virus la Chiesa italiana non si è mai arresa. È stata sempre vicina alla sua gente, come dimostra il sacrificio del vescovo di Caserta. È il messaggio che ha lanciato il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, intervenendo ai funerali del pastore casertano Giovanni D’Alise, l’unico vescovo del nostro Paese morto per il Covid.
«Una Chiesa che in questi tempi di tribolazione è stata vicina al suo popolo, ai suoi figli – ha detto il cardinale Bassetti, alla conclusione della celebrazione -. Una Chiesa che non si è risparmiata nel portare vicinanza e conforto: spirituale e materiale. Durante il confinamento abbiamo sperimentato quanto fragile sia stata la tenuta della società, quanto poco ci volesse per aumentare il numero dei nuovi poveri di fronte alle nostre porte, quanto bisogno vi fosse di sentire una parola amica, quando anche l’ultimo legame di socialità è reciso».
Monsignor D’Alise si era recato in ospedale per una febbricola nella notte tra il 29 e il 30 settembre e aveva scoperto di essere positivo. Immediatamente era stato ricoverato. Entrando al pronto soccorso aveva pensato ai suoi fedeli: “Non abbiate paura, affronteremo con serenità anche questa prova”.
Domenica mattina è morto per un infarto. Per le norme anti contagio è stato subito seppellito nella cripta della cattedrale, dove riposano gli altri vescovi della città. Questo pomeriggio il funerale, assenti le spoglie, solo per i confratelli vescovi, i sacerdoti e i familiari. Ma erano in tanti coloro che avrebbero voluto partecipare: dalla sua ex diocesi Ariano Irpino, dalla sua città natale Santa Maria a Vico, da San Felice a Cancello, doveva vive la sua famiglia; dalla diocesi di Acerra, dove ha trascorso un’intera vita pastorale come parroco prima e vicario generale poi. È stata organizzata dalla Diocesi, come ha spiegato il vicario generale don Gianni Vella, una diretta televisiva e lo streaming sui social media, per permettere a tutti i fedeli di assistere alla concelebrazione presieduta dal cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, con tutti i vescovi campani e decine di sacerdoti.
«Era un vescovo vigoroso – ha detto nell’omelia il Cardinale Sepe –. Aveva avviato un lavoro intenso che avrebbe portato frutti rigogliosi alla sua chiesa. Dobbiamo averlo come esempio pastorale».
La città, l’intera diocesi, intanto, è ancora attonita per la morte del suo pastore. L’amministrazione comunale ha dichiarato il lutto cittadino, le scuole hanno osservato un minuto di silenzio in tutte le classi. Per tutto il pomeriggio, poi, davanti alla cattedrale di Caserta c’è stato il picchetto d’onore degli allievi del «Villaggio dei Ragazzi» di Maddaloni: una fondazione educativa molto vicina alla Diocesi. A poca distanza, sulle scale, una persona in preghiera, addolorata. «Non ce lo aspettavamo. Mi avevano detto – spiega la signora Concetta – che stava meglio, si sarebbe ripreso. Mi ricordo l’ultimo Meeting dei giovani, quando aveva portato centinaia di giovani nella piazza del Redentore, proprio davanti al mio negozio. Era stato bellissimo: non si era mai fermato, nemmeno durante il lockdown».
Un tema su cui si è soffermato anche il cardinale Bassetti nel suo messaggio. Una Chiesa sempre in uscita, quella italiana, nonostante la quarantena. «I nostri sacerdoti, da Nord a Sud, si sono fatti prossimi per tanti, per tutti – ha detto Bassetti -. Sono i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici impegnati nel volontariato che hanno reso bella la Chiesa in questi mesi. Si sono prodigati per gli altri, si sono spesi per gli altri, in alcuni casi fino all’estremo sacrificio come il nostro fratello Giovanni, che ci ha lasciato il senso di una vita».

Canale YouTube di Martina Pastorelli #lachiesachecè: QUI.

C’è ancora una comunicazione cattolica?

Se la Chiesa passa da una “cornice” (“crudele!”, “medievale!”) all’altra (“buonista!”, “progressista!”), se manca la profezia sugli scenari futuri, se ci si limita a descrivere senza valutare… possiamo dire che esiste ancora una comunicazione cattolica?
Martina Pastorelli ne parla nella seconda pillola dalla videochat con Andrea Gagliarducci e Marco Brusati.
Buon ascolto!

“Questa campagna pubblicitaria tratta i cattolici come degli idioti… Stiamo già ricevendo chiamate da cattolici indignati per il fatto che un cattolico pro-aborto come Joe Biden abbia il coraggio di andare alla radio cattolica e vantarsi della sua fede”. #provita

Comunque, Biden non è Cattolico. La definizione “Cattolico abortista” è una contradictio in terminis. Un abortista non è un Cattolico, punto.

L’articolo su Catholic News Agency: QUI.

La Torre dei Venti, Atene [*]… e lo Soffio dello Spirito Santo

“Il coronavirus cinese di Wuhan ci ha tolto la libertà, Bergoglio la Chiesa. Confido solo in Gesù Cristo, aspettiamo con umiltà e devozione i suoi tempi, nel frattempo preghiamo incessantemente” (Cit.).

Non possiamo comprendere dove, quando e come soffia il vento dello Spirito Santo, che è una brezza leggera, non una tempesta, che è appannaggio degli uomini. E chi siamo noi per giudicare quello che non possiamo comprendere? L’intelligenza umana non può comprendere tutto e l’uomo non si deve spingere verso ciò che supera la sua ragione, scrive San Tommaso. “Per chi ha fede, nessuna spiegazione è necessaria. Per chi non ha fede, nessuna spiegazione è possibile”, afferma.

“Ciò che Dio domanda all’uomo, Sua creatura, in ogni spazio e ogni tempo, è di poter vivere in maniera onesta e limpida, di condurre un’esistenza che tenda alla perfezione divina, ricercando sé stesso in Lui, e divenendo Suo testimone nella vita terrena, dando ragione di quella speranza che, come ha insegnato San Tommaso, lo muove, che è sua causa, che è fulcro della sua stessa vita, che è sua aspirazione, e che è il suo fine. Lottando contro la deriva antropologica, sarà l’uomo di oggi e di domani in grado di fare questo?” (Francescoandrea Allegretti).

[*] L’Horologion (orologio idraulico) di Andronikos Kyrristos, la prima stazione meteorologica del mondo (Secolo I A.C.).

“I just finished tabulating Fratelli Tutti, and we have a new record for papal self-citations: 60%!” (Sharon Kabel – Twitter, 4 ottobre 2020).

Auto-citarsi il 60% delle volte è certamente un primato da Guinness World Records. Anche se, ovviamente è comprensibile, visto che diversi altri hanno scritto la Lettera enciclica che il Papa ha firmato il 3 ottobre.

«(…) c’è una curiosa rilevazione delle autocitazioni (citazioni di se stesso) di Bergoglio nell’ultima Enciclica (giustamente definita da Pezzo Grosso: Spot Pubblicitario) molto più numerose di quelle dei suoi predecessori. La cosa mi ha molto incuriosito e ha provocato una riflessione.
-I dittatori citano se stessi nei loro discorsi. Lo facevano Stalin, Mao Tze Tung, Hitler.
-Ma anche gli psicopatici narcisisti e solipsisti, pieni di sé, citano se stessi.
-Gli adulatori citano il proprio mecenate o il proprio padrone o il proprio maestro.
Solo i santi Papi citano sempre e solo Dio…
Bergoglio, dicevamo, secondo l’analisi qui sotto, cita se stesso ben 180 volte, verso le 20 di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Mi son chiesto il perché.
Il perché, secondo me, sta in un mix delle ragioni esposte.
L’Enciclica non l’ha scritta Bergoglio, è stata scritta da suoi consiglieri, esperti, lacchè, che lo hanno continuamente citato perché sapendo che è un dittatore solipsista, hanno voluto esaltarlo, per compiacerlo, essendo servi adulatori.
Stefano Fontana sulla NBQ [Fratelli tutti: il verbo si è fatto liquido (in 200mila battute] di oggi fa osservare che per “Fratelli Tutti” son state usate più di 230mila battute, quando la Rerum Novarum di Leone XIII ne necessitò solo di 71mila.
E la Rerum Novarum fu la più grande Enciclica sociale, quella che diede l’avvio alla Dottrina Sociale della Chiesa.
Per negare detta DSC gli scrivani adulatori di Bergoglio hanno necessitato di una quantità di battute tre volte superiore (ma di bla bla bla).
È evidente che avendo voluto ogni adulatore scrivere qualcosa per brillare agli occhi del padrone dittatore, si sono sprecate duecentomila battute oltre il necessario. Necessario, che in più è uno Spot Pubblicitario, che rischia solo di concorrere a far cadere definitivamente la civiltà cristiana.
Peraltro perché meravigliarsi di ben 180 autocitazioni?
Bergoglio sa interpretare come vuole lui San Francesco d’Assisi, ma anche Gesù Cristo, la Madonna (Madre immacolata di Dio), Dio stesso.
Sta riscrivendo la Bibbia (la Genesi), i Vangeli, i 10Comandamenti, molte preghiere liturgiche.
Ma sta anche cambiando la “Regola Aurea” (fate alla terra quel che volete fosse fatto a voi..), i due Comandamenti di Cristo (ama la terra come te stesso…); ha aggiunto la quinta virtù cardinale (la cura dell’ambiente..), ha aggiunto un quinto peccato che grida vendetta a Dio (inquinare la terra), ha inventato il settimo peccato contro lo Spirito Santo (difendere la proprietà privata), ha stabilito l’ottava opera di misericordia corporale (accogliere i migranti e condividere i propri beni con loro), ha aggiunto un undicesimo comandamento (non sporcare) e persino una nona beatitudine (beato chi concima i giardini vaticani)
Per noi inconsapevolmente ha anche aggiunto l’ottava opera di misericordia spirituale: sopportare Bergoglio, il suo delirio di onnipotenza e i suoi scherani.
Naturalmente pregando per loro e per la loro conversione alla Verità»
(Mons ICS – Stilum Curiae, 5 ottobre 2020).

Fratelli tutti

Da giovane musulmano, il giudice del Consiglio di Stato egiziano Mohamed Mahmoud Abdel Salam condivide ogni parola scritta nella Lettera enciclica Fratelli tuti. “Grazie Papa Francesco per questa Enciclica forte e coraggiosa!”. È l’omaggio del giudice Mohamed Mahmoud Abdel Salam, Segretario generale dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana, durante la conferenza di presentazione di Fratelli tutti, che ha definito “un appello alla concordia rivolto ad un mondo in discordia, come pure un messaggio chiaro a favore di un’armonia, individuale e collettiva, con le leggi dell’universo, del mondo e della vita”. “Mi trovo – con tanto amore ed entusiasmo – concorde con il Papa, e condivido ogni parola che ha scritto nell’Enciclica”, ha detto: “Seguo, con soddisfazione e speranza, tutte le sue proposte avanzate in uno spirito premuroso per la rinascita della fratellanza umana”. “Quanto è grande il Papa quando ammonisce i popoli di fronte a questa forma nuova di colonialismo esperto nel manipolare concetti estremamente importanti e sensibili, come la democrazia, la libertà, la giustizia, e l’unità utilizzandole come mezzo di controllo, dominio ed arroganza, svuotandole dal loro significato, talvolta addirittura per giustificare il loro operato”, ha esclamato, annunciando che l’Alto Comitato per la Fratellanza umana ha organizzato un Forum per 100 giovani da diverse parti del mondo, oltre a giornate di studio dedicate a Fratelli tutti, a Roma e ad Abu Dhabi, dove è stato annunciato il “Documento della Fratellanza Umana”, ma anche in Egitto, il Paese di Al-Azhar, “dove i partecipanti si dedicheranno alla riflessione e allo studio e al dialogo libero ed approfondito” (Foto Siciliani-Gennari/SIR).

Mezzo milione di euro della Segreteria di Stato di Sua Santità sarebbe finito a Cecilia Marogna, 39 anni, di Cagliari, esperta di relazioni diplomatiche. Che però potrebbe averli spesi in shopping anziché in missioni umanitarie. È il nuovo capitolo nel caso del Cardinale Angelo Becciu. “Mi ha truffato”, si sarebbe difeso Becciu con gli inquirenti giudiziari vaticani (Corriere della Sera – Il Punto | la newsletter del Corriere della Sera – Prima ora, 6 ottobre 2020).

Sarebbe, potrebbe, sarebbe, sembrerebbe, sarebbe dovuto essere, sarebbe potuto essere… siamo nella narrazione “giornalistica” al condizionale, ascoltando le gole profonde che fanno uscire con il dosatore dettagli dall’istruttoria giudiziaria vaticana.

L’articolo sul Corriere della Sera: “Dai conti del cardinale Becciu bonifici a una donna: «Spesi in shopping». Lei: «Non sono l’amante. I regali? Per salvare le Nunziature»”: QUI.

“Le mammelle della Chiesa sono sempre rigonfie per gli amici e gli amici degli amici: si tratti di impieghi, scorciatoie, soldi, cattedre, nomine, onorificenze. Non mi aspettavo una grande profondità teologica da Papa Francesco: quello era il ‘carisma’ di Papa Benedetto che però era troppo debole – e per questo avevo confidato in Bergoglio – per governare e rimuovere i grumi di potere incistati nella Chiesa. Mai mi sarei aspettato però che proprio sotto il governo di quest’ultimo mafia, piaggeria e cortigianeria diventassero la regola, escluso ogni merito” (Mauro Visigalli).

Il paradosso di un pontificato… Su Il Foglio: QUI.

La riflessione di Sergio Di Benedetto su Vinonuovo.it: i fatti di cronaca e la pandemia hanno reso evidente come spesso nella Chiesa manchi una classe dirigente all’altezza della situazione e del Vangelo.

Mostra fatta di immagini esposte per venti chilometri nelle vie di Cremona dal 4 all’11ottobre: bambine sadiche e conigli sgozzati. L’artista parla di innocenza tradita, del bene come di qualcosa di oscuro, di fatine sadiche e di giochi sadomaso… Quale messaggio vuole dare il Comune ai suoi cittadini e ai loro figli.

Sebbene Niccoletta Ceccoli sia una famosa illustratrice di libri per bambini, che ha vinto premi internazionali importanti e che espone in tutto il mondo i suoi lavori definiti onirici o surrealisti, è lei stessa a confermare il contenuto controverso della sua opera. Durante una intervista a Rai Radio 3 ha spiegato che quando deve illustrare libri per alcuni racconti si attiene al contenuto, mentre quando produce lavori propri esprime se stessa in maniera più sincera. “Amo i film Horror e i mostri”, racconta. Poi descrive le sue illustrazioni così: “Ci sono caramelle, fanciulle con sguardi innocenti, questi elementi rendono il mio lavoro sicuramente piacevole, ma quello che mi interessa è raccontare ciò che c’è sotto a questa superficie e quindi delle realtà che non sono così semplici da vedere… la scoperta che le cose non sono sempre quelle che sembrano e che, anzi, sono l’opposto di quello che credevo che fossero da bambina”. In un’altra intervista a San Marino Fixing specifica che “I temi che ricorrono nel mio lavoro sono la solitudine, la sensualità, la perdita di innocenza…”.

Articolo su La Nuova Bussola Quotidiana: QUI.

“Senza l’Europa, l’umanità vivrebbe ancora nella povertà. Non lasciamoci processare o la storia sarà la nostra tomba”. Intervista di Giulio Meotti oggi sul Foglio a Jean-Louis Harouel, professore emerito di Storia del diritto all’Université Panthéon Paris II. “Quando un paese smonta o lascia vandalizzare le statue di uomini eccezionali che l’hanno reso grande è come se si sparasse sui piedi. Non esiste una società ‘multiculturale’ felice e non può essercene una. In Francia, la stragrande maggioranza della popolazione derivante dall’immigrazione extraeuropea non si sente in alcun modo interessata dal ‘patrimonio indiviso’ che è il fondamento di una nazione, secondo la celebre frase usata 1882 da Ernest Renan. Con la fine dell’Unione Sovietica, la religione laica dei diritti umani, la religione umanitaria, è subentrata al comunismo come progetto universale di salvezza.

L’intellighenzia occidentale prova grandi piaceri nel costringere il mondo occidentale – e solo esso – al masochismo”.

“Noi stranieri ti stupriamo”, insulti e minacce alla Sardone. La sua colpa: ha detto no alla moschea.

L’articolo sul Secolo d’Italia: QUI.

“Diversi gruppi mercenari salafiti-jihadisti, secondo quanto riferito, schierati dalla Turchia per combattere in Karabakh erano stati precedentemente armati e addestrati dalla CIA e/o dal Pentagon per portare il caos in Siria” (Max Blumenthal). E non ha stato Trump…

Articolo collegato: Presidente Arayik Harutyunyan: non è l’Azerbaigian, è la Turchia che combatte contro l’Artsakh. Circa 4.000 jihadisti della Syria combattendo con i turchi dalla parte azera – 28 settembre 2020

Corriere Salute del 26 settembre 2019…
Cosa rischierebbe un ragazzo se mangiasse solo patatine? “Non saprebbi” (Giulia Cortese).

“E poi c’è *sempre* quello che risponde, saputello, ‘eh ma il delfino non è un pesce’ senza rendersi conto che è una citazione della Guida Galattica. Sempre” (Paolo Attivissimo).

“So long, and thanks for all the fish” (Addio, e grazie per tutto il pesce) è il quarto libro della Guida galattica per gli autostoppisti, “trilogia in cinque parti” scritta da Douglas Adams. Il titolo è il messaggio lasciato dai delfini al loro abbandono del pianeta Terra, poco prima che questo venisse demolito per costruire una superstrada spaziale, come viene descritto nel primo romanzo della serie Guida galattica per gli autostoppisti. Alcuni fan di fantascienza hanno adottato la frase come modo umoristico di dire “arrivederci”.

“Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt. 6,34).

Il decalogo della quotidianità di Papa Giovanni XXIII

«Il messaggio di Papa Giovanni XXIII è anche oggi di un’attualità straordinaria. La sua vita, i suoi discorsi e i suoi gesti ci portano al cuore della fede e al cuore dell’impegno cristiano.
Come sappiamo, una delle decisioni più importanti di Papa Giovanni fu quella di convocare il Concilio Ecumenico Vaticano II, che fu inaugurato l’11 ottobre 1962 qui in questa Basilica di San Pietro. Io ero presente (anzi per una circostanza fortuita fui io a organizzare la distribuzione ai Padri Conciliari dei primi documenti del Concilio “sub peculiari secreto”!) e ricordo tutto il dipanarsi della giornata fino alla straordinaria conclusione in Piazza San Pietro, sotto i raggi della luna.
Potremmo rievocare tanti episodi e insegnamenti di Papa Giovanni, ma io intendo riprendere oggi alcuni pensieri che possono giovare alla nostra vita personale ed al nostro rinnovamento spirituale.
La Chiesa per lui ha un volto materno: il suo compito è quello di avere “braccia aperte per ricevere tutti”. È una “casa per gli altri” che “vuol essere di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri, come la fontana del villaggio”, senza distinzione di razza o religione.
La sua santità e la sua saggezza umana è espressa tanto bene in quello che è chiamato “il decalogo della quotidianità di Papa Giovanni XXIII”:
1) Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata (in senso positivo), senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
2) Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
3) Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
4) Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
5) Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.
6) Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
7) Solo per oggi, farò almeno una cosa che non avrei gusto di fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
8) Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.
9) Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.
10) Solo per oggi, non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.
In conclusione: un proposito totalitario: “Voglio essere buono, oggi, sempre, con tutti”.
Così potremmo realizzare l’auspicio che Papa Giovanni formula per ogni cristiano: “Ogni credente, in questo mondo, deve essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore nella massa: e tanto più lo sarà, quanto più, nella intimità di se stesso, vive in comunione con Dio”»
(Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, Omelia nella Concelebrazione Eucaristica nella memoria liturgica del Beato Giovanni XXIII, Altare di san Girolamo, Basilica Vaticana, 11 ottobre 2006).

“Solo per oggi” di Papa Giovanni XXIII, collana Mondo bambino, San Paolo Edizioni, 2011, 32 pagine. In questo libro il Papa insegna ai piccoli (età di lettura da 6 anni), in modo limpido e profondo, a compiere giorno dopo giorno un nuovo passo verso quella felicità che Gesù ha preparato per l’uomo, “anche in questa vita”. Una preghiera altamente evocativa accompagnata dalle illustrazioni di Bimba Landmann. Un racconto illustrato che è una preghiera, una proposta, un modo per guardare la vita dal punto di vista della felicità, riscoprendo il valore del tempo e l’ipocrisia della fretta, la straordinaria potenzialità delle piccole scelte coraggiose, dell’amore come scelta possibile, concreta e contagiosa. Da questo è tratto “Solo per oggi. Il decalogo di Giovanni XXIII”, collana Amico, San Paolo Edizioni, 2012, 16 pagine, corredato di fotografie.

Postscriptum

Cominciamo a pensarci… prepariamoci per tempo.
Gli Angeli vanno mandati in quarantena, perché vengono da lontano.
“Ricordati di tenere i Re magi a distanza di un metro. Metti il plexiglass davanti la culla. Sincerati se bue e asinello possono essere considerati riscaldamento a norma. Valuta se l’alito miracoloso di Gesù può essere classificato come vaccino. Occhio che se poi metti un solo giocatore del Napoli, devi mettere il presepe in isolamento fiduciario fino a Pasqua… A quel punto rinviamo la natività… come fanno a Napoli senza il presepio?” (Andrea Gagliarducci).
“L’Asl di Nazareth non fa partire nessuno, ha creato la bolla” (Umberto Follena).

Per chi anche da solo/a guida con la mascherina in arrivo il kit per auto.

Che problema hanno coloro che chiedono la traduzione di un tweet, se Twitter dispone di un traduttore automatico? Sono gli stessi che portano la mascherina quando sono da solo in macchina e la tolgono quando escono?

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