Il quarto periodo conciliare (14 settembre – 8 dicembre 1965) / seconda parte

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Quattro i documenti che furono infine approvati nella Sessione pubblica del 7 dicembre 1965. La Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et Spes, si compone di due parti: Chiesa e vocazione dell’uomo nella prima, alcuni problemi più urgenti nella seconda, mentre nell’introduzione era presentata la condizione del mondo di allora, con le sue trasformazioni, le speranze e le angosce degli uomini. Intento dichiarato della Chiesa era captare negli avvenimenti e nelle aspirazioni degli esseri umani tutto quanto fosse segno della presenza e della volontà di Dio. Nella prima parte del documento sono posti degli interrogativi: cosa pensa la Chiesa della dignità dell’uomo? Cosa si deve raccomandare per l’edificazione della società moderna? Qual è il significato ultimo dell’attività umana? Si afferma infine che Popolo di Dio e umanità in cui esso s’inserisce devono aiutarsi vicendevolmente. La seconda parte della Costituzione studia la dignità del matrimonio e della famiglia, la promozione della cultura, la vita economica e sociale, la vita della comunità politica, la pace e la promozione della comunità dei popoli.

“La Chiesa in tutto questo non si propone che un fine – spiegò il relatore monsignor Gabriel-Marie Garrone – aiutare con la sua luce là dove essa può; aiutare con la sua speranza; la sua mano nella mano degli uomini, apertamente, per salvare l’uomo”. L’ultima votazione raggiunse 2309 placet e 75 non placet. Il Decreto Presbyterorum Ordinis, sul Ministero e la vita sacerdotali, evidenzia le funzioni del sacerdote, le sue relazioni con il vescovo, i confratelli e i laici, notando come il ministero sia per lui sorgente di vita spirituale e come la sua unione con Cristo, che si realizza attraverso il sacerdozio, gli permetta di realizzare il più alto ideale della sua esistenza. Viene inoltre riaffermata la legge del celibato per i sacerdoti della Chiesa latina, mentre i sacerdoti sposati delle Chiese orientali cattoliche sono esortati a condurre una vita familiare esemplare e una vita sacerdotale interamente consacrata al servizio dei fedeli. 2390 i voti favorevoli, 4 i contrari. Il carattere essenzialmente missionario della Chiesa venne ribadito con il Decreto sull’Attività missionaria della Chiesa Ad gentes, che ottenne l’approvazione di 2394 Padri e 5 no.

Le missioni sono infatti la risposta alla volontà di Dio per la salvezza di tutti gli uomini. Infine la Dichiarazione sulla Libertà religiosa, Dignitatis Humanae, che tratta – si legge nel sottotitolo – “del diritto della persona e delle comunità alla libertà sociale e civile in materia di religione”, che conseguì 2308 voti favorevoli e 70 contrari. Essa ribadisce il dovere morale per ogni uomo di ricercare la verità, specie nell’ambito religioso, e di vivere secondo i suoi insegnamenti. La legge, da parte sua, deve garantire la libertà religiosa. L’esercizio giuridico di quest’ultima assicura alla Chiesa la libertà, alla quale ha diritto per l’espletamento della propria missione.

L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata, si teneva in piazza San Pietro l’ultima Sessione pubblica. Il Concilio usciva dal riparo della Basilica e i Padri conciliari rivolgevano alcuni messaggi di saluto all’umanità: ai governanti, agli uomini di pensiero e di scienza, agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri gli ammalati e i sofferenti, ai giovani. La lunga e faticosa pagina conciliare era conclusa. Il Concilio dalla cronaca entrava nella storia, mentre i giornalisti cedevano il passo agli storici, che dovevano studiarne ogni aspetto e l’incidenza nella vita della Chiesa.

 

A cinquant’anni dal Concilio

Il Concilio: l’annuncio

Il periodo preparatorio

Il primo periodo conciliare

I temi del primo periodo

Il secondo periodo conciliare

Il terzo periodo conciliare

Il quarto periodo conciliare: la maturazione dei frutti- prima parte

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