Silvio Dissegna: dodici anni bastano per essere un Testimone

Tanti gruppi di ragazzi scelgono di fare una giornata di ritiro in preparazione alla cresima nella parrocchia di La Longa, frazione di Poirino alle porte del capoluogo piemontese, dove viene ricordato il 12enne Silvio Dissegna: il ragazzo morto di cancro 33 anni fa, dichiarato Servo di Dio e in attesa della venerabilità, è testimonianza di una fede genuina e appassionata. “Gli abbiamo insegnato a pregare come ci hanno insegnato i nostri genitori, ma lui sentiva Gesù ancora più vicino e aveva desiderio di incontrarlo nella Comunione” racconta il papà Ottavio, 75enne ed ex operaio. Parlando del figlio con grande serenità, i genitori mostrano il rosario che Giovanni Paolo II ha dato loro il 9 novembre 2001, quando hanno partecipato alla messa nella sua cappella privata: “Il papa che ora è beato ci ha detto: Silvio è una figura bellissima, ne vale la pena. Affidiamo la causa alla Madonna – ricorda la mamma Gabriella, 69enne ed operatrice scolastica in pensione – Lo sentiamo molto vicino, ci aiuta nelle piccole cose ed è sempre con noi, anche più di quando era in vita”.
La mamma e il papà ricordano Silvio come un bimbo che amava giocare con i compagni ed era atteso dagli amici al catechismo, che cercava sempre di riportare la serenità quando c’erano battibecchi ma soprattutto come un bambino che ricercava lo spazio della preghiera. “Quando ha fatto la Prima Comunione mi ha detto: mamma, il mio più grande amico da oggi sarà sempre Gesù – riprende Gabriella – Quando stava male don Luigi Delsanto tutti i giorni gli portava la comunione, lui lo aspettava con ansia e poi univa quelle manine scheletriche per raccogliersi”. Affrontava il dolore della malattia con la forza della fede lasciando talvolta medici e sacerdoti senza parole: “Avevano difficoltà a rispondergli – ricorda Ottavio – Da Silvio abbiamo imparato a pregare e lui ci spronava a farlo sempre di più e a offrire le nostre sofferenze”. A la Longa si celebrano due ricorrenze legate alla figura di Silvio: a settembre la data di morte avvenuta il 24 del mese nel 1979 e a fine giugno la nascita (l’1 luglio sarebbe il giorno esatto).
Nel 1980, il parroco don Antonio Bellezza – Prinsi ha scritto un libro sul ragazzo (“Silvio, ovvero morire di cancro a 12 anni”) e parallelamente è nato il gruppo Amici di Silvio: “Lui ce lo ha fatto conoscere meglio – racconta Dario Mariotti – Poi, con il nuovo parroco don Lio de Angelis, nel luglio 2002 abbiamo fatto la prima festa allestendo tre capannoni nel campo sportivo vicino alla chiesa sotto la pioggia: non immaginavamo venisse così tanta gente!”. Il gruppo, i cui sostenitori e organizzatori si trovano sul sito www.silviodissegna.org, si incontra l’ultimo mercoledì del mese, alle 20,30, nella chiesa della frazione per recitare il rosario e la preghiera di guarigione. “In molti vengono qui a pregare: sono per lo più ragazzi che si preparano alla Cresima – tratteggia Anna Tachis – I salesiani di Ivrea vengono due volte all’anno, abbiamo avuto anche un gruppo dalla Germania e uno da Milano che ha fatto il giro per conoscere i santi piemontesi. Molti vanno anche al cimitero a vedere la tomba di Silvio”. In chiesa vi è inoltre una cappella dedicata a Silvio: sull’altare è appoggiato un quadro che lo ritrae e a fianco le mamme portano i fiocchi di nascita dei bambini come segno di ringraziamento e protezione.
Si attende solo un miracolo per proclamare beato il giovane poirinese: “Stiamo facendo analizzare delle guarigioni da un’equipe medica e siamo in attesa di un parere” sintetizza don de Angelis, che aiuta a diffondere la preghiera per Silvio e collabora con la postulatrice Francesca Consolini. Anche il papà non si sbilancia: “C’è ancora tanta strada, la Chiesa usa molta cautela – commenta Ottavio – Silvio per noi è prima di tutto un figlio, un bimbo molto buono e devoto. In questi anni ci ha dato tanta forza”. Il bollettino informativo trimestrale, stampato da 25 anni, ha circa 1.500 abbonati da tutto il mondo: in tanti scrivono per avere materiale informativo e a rispondere ci pensano la mamma e il papà di Silvio. “Silvio è pregato in oltre cinquanta stati: questo ci commuove – conclude Gabriella – Se lui può essere di aiuto allora la causa andrà avanti”.