Pompei, quando la Madonna arrivò sul carretto del letame

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«Questa preghiera, semplice e profonda insieme, – affermò il Papa polacco nella cittadina mariana nel 2003 – va al cuore della fede cristiana e appare attualissima di fronte alle sfide del terzo millennio e all’urgente impegno della nuova evangelizzazione. A Pompei questa attualità è particolarmente evidenziata dal contesto dell’antica città romana sepolta sotto le ceneri del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Quelle rovine parlano. Esse pongono la decisiva domanda su quale sia il destino dell’uomo. Sono testimonianza di una grande cultura, di cui tuttavia rivelano, insieme con le luminose risposte, anche gli interrogativi inquietanti. La città mariana nasce nel cuore di questi interrogativi, proponendo Cristo risorto quale risposta, quale “Vangelo” che salva. Oggi – concluse il Papa beato – come ai tempi dell’antica Pompei, è necessario annunciare Cristo a una società che si va allontanando dai valori cristiani e ne smarrisce persino la memoria».

Gli fa eco Benedetto XVI, pellegrino nella cittadina mariana nel 2008: «Chi avrebbe potuto pensare che qui, accanto ai resti dell’antica Pompei, sarebbe sorto un Santuario mariano di portata mondiale? E tante opere sociali volte a tradurre il Vangelo in servizio concreto alle persone più in difficoltà? Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, – prosegue Ratzinger – diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio. La vicenda della sua crisi spirituale e della sua conversione appare oggi di grandissima attualità. Egli infatti, nel periodo degli studi universitari a Napoli, influenzato da filosofi immanentisti e positivisti, si era allontanato dalla fede cristiana diventando un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose.

La sua conversione, con la scoperta del vero volto di Dio, contiene un messaggio molto eloquente per noi, perché purtroppo simili tendenze non mancano nei nostri giorni. Mi piace sottolineare – ricorda ancora il Papa – che anche Bartolo Longo, come san Paolo, fu trasformato da persecutore in apostolo: apostolo della fede cristiana, del culto mariano e, in particolare, del rosario, in cui egli trovò una sintesi di tutto il Vangelo. Questa città, da lui rifondata, è dunque una dimostrazione storica di come Dio trasforma il mondo: ricolmando di carità il cuore di un uomo e facendone un “motore” di rinnovamento religioso e sociale. Pompei è un esempio di come la fede può operare nella città dell’uomo, suscitando apostoli di carità che si pongono al servizio dei piccoli e dei poveri, e agiscono perché anche gli ultimi siano rispettati nella loro dignità e trovino accoglienza e promozione.

Qui a Pompei – conclude il Papa – si capisce che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili. Qui il genuino popolo cristiano, la gente che affronta la vita con sacrificio ogni giorno, trova la forza di perseverare nel bene senza scendere a compromessi».

*la foto si riferisce alla vista di Benedetto XVI a Pompei nel 2008

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