Il Papa a Loreto: dimorare nella ‘casa vivente’

Nella festa di san Francesco di Assisi papa Benedetto XVI ha compiuto il pellegrinaggio al Santuario di Loreto sulle orme del papa beato Giovanni XXIII, che il 4 ottobre del 1962 giunse in treno nella città mariana “per affidare alla Vergine Maria il Concilio Ecumenico Vaticano II, che si sarebbe inaugurato una settimana dopo. In quella occasione, egli, che nutriva una filiale e profonda devozione alla Madonna, si rivolse a lei con queste parole: ‘Oggi, ancora una volta, ed in nome di tutto l’episcopato, a Voi, dolcissima Madre, che siete salutata Auxilium Episcoporum, chiediamo per Noi, Vescovo di Roma e per tutti i Vescovi dell’universo di ottenerci la grazia di entrare nell’aula conciliare della Basilica di San Pietro come entrarono nel Cenacolo gli Apostoli e i primi discepoli di Gesù: un cuor solo, un palpito solo di amore a Cristo e alle anime, un proposito solo di vivere e di immolarci per la salvezza dei singoli e dei popoli. Così, per la vostra materna intercessione, negli anni e nei secoli futuri, si possa dire che la grazia di Dio ha prevenuto, accompagnato e coronato il ventunesimo Concilio Ecumenico, infondendo nei figli tutti della Santa Chiesa nuovo fervore, slancio di generosità, fermezza di propositi’”. Il Papa è stato accolto da molti pellegrini festosi e per l’occasione è stato composto un nuovo ‘Inno a Maria’, molto apprezzato da papa Benedetto XVI.
Nel saluto il sindaco di Loreto, Paolo Niccoletti, ha ringraziato il Papa: “Tornare a Loreto in occasione del 50.mo anniversario della visita di Giovanni XXIII, il Papa buono, ripercorrere idealmente la Via Lauretana, l’antica via di pellegrinaggio tra Roma e Loreto, farsi pellegrino tra i tanti per pregare tra le mura che custodiscono il mistero dell’Incarnazione, ed infine celebrare ed impartire il magistero sulla ‘nostra’ Piazza della Madonna confermano il legame tra il Papa ed il popolo, il legame intimo tra il Papa e la Città di Loreto. Questa Sua dimostrazione di affetto ci emoziona e La ringrazio a nome di tutti i loretani. Bentornato Santità. La visita di Loreto nel giorno di San Francesco Patrono d’Italia giunge in un momento particolare della vita della comunità locale e nazionale. Loreto e l’Italia tutta sono segnate dall’attuale congiuntura, ed in ragione della stessa ancor più urgente si avverte il bisogno di unità, di coesione, d’intenti comuni per restituire certezze alla società e speranza ai giovani che proprio di Loreto hanno fatto la loro casa. Grazie anche per questa Sua particolare attenzione… Bentornato Santità”.
Mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo del Santuario mariano, ha rivolto queste parole di gratitudine al Papa: “Lei, Padre Santo, viene a ricordarci la nostra vocazione, e affida a noi, e attraverso di noi a tutta la Chiesa, il dono dell’Anno della fede, occasione privilegiata per rinnovare e rendere più energico il nostro impegno di testimonianza del messaggio di Cristo e della presenza della Sua Persona nella nostra vita. Lei viene per confermare in noi la fiamma della fede, quella luce che, nel segno di una piccola candela, ogni famiglia della Prelatura di Loreto accenderà ogni giorno di questo anno, per vivere alcuni momenti di ascolto, di riflessione e di preghiera, a contatto con la Parola di Dio e con i testi del Catechismo della Chiesa Cattolica. E’ un impegno forte, che oggi assumiamo di fronte a Lei, Padre Santo, con la volontà di essere fedeli ad un appuntamento che ci aiuterà a crescere nella conoscenza di Cristo e nell’attuazione di una vita di carità evangelica. La sua rinnovata presenza in mezzo a noi, Padre Santo, ci incoraggi nel cammino di fedeltà alla nostra missione: la sfida della Nuova Evangelizzazione trova nel Santuario della Santa Casa un punto di riferimento ineludibile. Dio voglia che ne sia anche un punto di irradiazione”.
Quindi a 50 anni di distanza papa Benedetto XVI è giunto a Loreto come pellegrino “per affidare alla Madre di Dio due importanti iniziative ecclesiali: l’Anno della fede, che avrà inizio tra una settimana, l’11 ottobre, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e l’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, da me convocata nel mese di ottobre sul tema ‘La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana’… E la mia riconoscenza va a tutti coloro che hanno generosamente offerto la loro collaborazione per la realizzazione di questo mio Pellegrinaggio”. Nell’omelia il Papa ha ricordato l’opportunità di mettersi alla scuola della Madonna, che è stata proclamata ‘beata’ perché ‘ha creduto’: “Questo Santuario, costruito attorno alla sua casa terrena, custodisce la memoria del momento in cui l’Angelo del Signore venne da Maria con il grande annuncio dell’Incarnazione, ed ella diede la sua risposta. Questa umile abitazione è una testimonianza concreta e tangibile dell’avvenimento più grande della nostra storia: l’Incarnazione; il Verbo si è fatto carne, e Maria, la serva del Signore, è il canale privilegiato attraverso il quale Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi. Maria ha offerto la propria carne, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando ‘luogo’ della sua presenza, ‘luogo’ in cui dimora il Figlio di Dio”.
Il Papa ha ricordato il Mistero divino in cui la volontà della Madre coincide con la volontà del Figlio “nell’unico progetto di amore del Padre e in lei si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura. Dio diventa uomo, Maria si fa ‘casa vivente’ del Signore, tempio dove abita l’Altissimo. Il Beato Giovanni XXIII cinquant’anni fa, qui a Loreto, invitava a contemplare questo mistero, a ‘riflettere su quel congiungimento del cielo con la terra, che è lo scopo dell’Incarnazione e della Redenzione’, e continuava affermando che lo stesso Concilio aveva come scopo di estendere sempre più il raggio benefico dell’Incarnazione e Redenzione di Cristo in tutte le forme della vita sociale. E’ un invito che risuona oggi con particolare forza. Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, l’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice quanto l’uomo sia importante per Dio e Dio per l’uomo. Senza Dio l’uomo finisce per far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore, le cose materiali sui valori, l’avere sull’essere. Bisogna ritornare a Dio perché l’uomo ritorni ad essere uomo. Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza: l’Incarnazione ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna”.
Questo dimorare nella casa del Padre ha suscitato nel Papa il significato di ‘casa vivente’: “Dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che tutti siamo ‘a casa’; dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono più stranieri. Maria, che è madre di Cristo è anche nostra madre, ci apre la porta della sua Casa, ci guida ad entrare nella volontà del suo Figlio. È la fede, allora, che ci dà una casa in questo mondo, che ci riunisce in un’unica famiglia e che ci rende tutti fratelli e sorelle. Contemplando Maria, dobbiamo domandarci se anche noi vogliamo essere aperti al Signore, se vogliamo offrirgli la nostra vita perché sia una dimora per Lui; oppure se abbiamo paura che la presenza del Signore possa essere un limite alla nostra libertà, e se vogliamo riservarci una parte della nostra vita, in modo che possa appartenere soltanto a noi. Ma è proprio Dio che libera la nostra libertà, la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di sé, dell’amore, che si fa servizio e condivisione”.
Quindi la fede è un camminare nella via della vita, perché la Santa Casa di Loreto “è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi. Allora, qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta”. E il Papa ha sottolineato che tale apertura è iniziato con una risposta libera e positiva di Maria a Dio: “Dio domanda il ‘sì’ dell’uomo, ha creato un interlocutore libero, chiede che la sua creatura Gli risponda con piena libertà. San Bernardo di Chiaravalle, in uno dei suoi Sermoni più celebri, quasi ‘rappresenta’ l’attesa da parte di Dio e dell’umanità del ‘sì’ di Maria, rivolgendosi a lei con una supplica… Dio chiede la libera adesione di Maria per diventare uomo. Certo, il ‘sì’ della Vergine è frutto della Grazia divina. Ma la grazia non elimina la libertà, al contrario, la crea e la sostiene. La fede non toglie nulla alla creatura umana, ma ne permette la piena e definitiva realizzazione.
Cari fratelli e sorelle, in questo pellegrinaggio che ripercorre quello del Beato Giovanni XXIII, e che avviene, provvidenzialmente, nel giorno in cui si fa memoria di san Francesco di Assisi, vero ‘Vangelo vivente’, vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore. Vorrei affidare alla Madre di Dio anche questo speciale tempo di grazia per la Chiesa, che si apre davanti a noi. Tu, Madre del ‘sì’, che hai ascoltato Gesù, parlaci di Lui, raccontaci il tuo cammino per seguirlo sulla via della fede, aiutaci ad annunciarlo perché ogni uomo possa accoglierlo e diventare dimora di Dio”.