Ingrid Betancourt: il papa è uno studioso immenso, abbiamo pregato insieme
Volto ascetico, grandi occhi da cerbiatto che lanciano bagliori di fuoco, giacca di seta grigia e chignon. Ingrid Betancourt arriva con più di mezz’ora di ritardo alla conferenza stampa organizzata dalla Provincia di Roma dopo l’incontro con papa Benedetto XVI. La unica in Italia. Più di 200 i giornalisti di tutto il mondo, soprattutto spagnoli, latino americani e francesi oltre, naturalmente, agli italiani.
Sala di Liegro stracolma e caldissima. Esile e timorosa all’arrivo, diventa fiera e combattiva quando parla dei quasi sette anni da prigioniera e ripete con forza che lei gira il mondo per non far dimenticare tutti gli altri ostaggi. Un mondo che per anni ha conosciuto solo attraverso le onde radio delle emittenti che arrivavano nella “selva” luogo oscuro dove Ingrid ha ritrovato la fede. Di questo ha parlato con il papa a Castelgandolfo per 25 minuti, da sola, in francese. Ha parlato delle sua preghiere, della sua “consacrazione”. Il ”1° giugno la Radio cattolica mondiale trasmetteva un programma nel quale un uomo raccontava la storia di una santa, di cui non ricordo il nome, alla quale Gesù disse: a tutti coloro che si consegnano al mio sacro cuore io esaudirò i loro desideri”, ha raccontato la Betancourt che ha pregato : ”Gesù io non ti ho chiesto nulla in questi anni e non ti chiedo il miracolo della mia liberazione. Ti chiedo solo il miracolo di sapere quando questa avverrà, perché se io so quando sarò liberata, avrò la forza di resistere. Se tu mi fai questo miracolo io sarò tua. Il 27 giugno il comandante della guerriglia mi ha detto che c’era una commissione internazionale che voleva visitare i prigionieri e che forse alcuni degli ostaggi sarebbero stati liberati. Sappiamo tutti poi come è andata effettivamente l’operazione”.
La risposta del papa, ha raccontato l’ex ostaggio: ”Gesù ti ha fatto il miracolo della liberazione perché tu non gli hai chiesto di essere liberata, ma gli hai chiesto di aiutarti a capire quale fosse la sua volontà”. Per questo, ha detto Ingrid, anche oggi abbiamo pregato insieme per la libertà degli ostaggi e la riconciliazione in Colombia”. Anche temi personali nel colloquio, come l’accesso all’Eucaristia. “ Siamo tutti peccatori, perché ad alcuni viene negata?”. E il papa avrebbe detto:” Le risposte sono nelle Sacre Scritture”. Aggiunge la Betancourt: ”Il nostro papa è immenso, immenso ricercatore e scienziato della Bibbia, questo straordinario strumento che abbiamo. Parlando con lui siamo giunti alla conclusione che è necessario che le persone capiscano cosa è la Bibbia. Per molti è un libro polveroso che puzza di naftalina, nemmeno io l’avevo mai letta prima del mio sequestro. Nella selva l’ho letta e riletta e ho trovato risposte a tutto, è un libro geniale”.
Quasi sette anni lontana dal mondo, lo trova cambiato oggi? “Oggi nel mondo c’è molta paura. Si percepisce il timore di perdere quello che uno ha. E come si reagisce? Con il rifiuto dell’altro. Siamo attaccati ai nostri spazi, al nostro mondo – ha aggiunto – abbiamo paura di tutti quelli che giungono dal di fuori. Mi ha colpito moltissimo questo senso del rifiuto. Rifiuto dei Paesi ricchi rispetto a uomini e donne che fisicamente giungono nei nostri Paesi. E’ come se volessero prenderci le nostre cose. Conosco e capisco bene questa situazione perche’ per 7 anni la guerrilla mi ha rifiutata”.
“Bisogna comunque continuare a credere in un mondo migliore. Sono sicura che se i Paesi piu’ poveri riusciranno a costruire una vera e diversa nessuno verra’ piu’ qui in Europa, negli Stati Uniti a cercare di togliere spazio e lavoro -ha proseguito la Betancourt- ad inserirsi brutalmente nelle vite delle persone. Tutti noi, in fondo, vogliamo vivere nei luoghi dove siamo nati, dove c’è la nostra cultura.
Tutti vogliono ritornare nella propria terra, alle proprie radici. Bisogna cambiare il modo di pensare – ha sottolineato ancora Ingrid Betancourt – soprattutto bisogna pensare che la nostra civiltà non è l’unica possibile. La nostra generazione deve prendere decisioni immediate. Non possiamo più rimandare”. Più di un’ora di colloquio che termina con un appello: ”Vorrei dire alle Farc: il mondo vi sta guardando e vi chiede di aprire il cuore, di fare spazio ai sentimenti di amore e di perdono al di là della convenienza, dell’odio e della vendetta. Il mondo aspetta da voi che si faccia spazio nella vostra mente alla pace. Non date corso solo al crimine, alle armi. Date voce a tutti i colombiani, quelli che la pensano come voi e quelli che non la pensano come voi. Io vi conosco bene. Conosco i vostri obiettivi e le vostre strategie. E vi riconosco il diritto di essere diversi. Voi dovete riconoscere agli altri la loro liberta’ di non pensarla come voi”.
Sull’incontro con il papa la Sala Stampa ha rilasciato una breve nota: “L’udienza a tu per tu tra il Papa e la Betancourt è durata 25 minuti. Lei era molto commossa e l’incontro è stato cordiale. La donna ha raccontato al Pontefice la sua esperienza spirituale durante la sua lunga prigionia”. Al termine dell’incontro privato, Benedetto XVI ha salutato la mamma della donna, Iolanda Pulecio, la sorella Astrid, e i due figli piccoli di lei, di cui uno proprio oggi compiva 11 anni. Domani la tappa fiorentina prevede altri incontri e la cittadinanza onoraria.