Sinodo, “luogo privilegiato della comunione episcopale”

Ci può illustrare il cammino di gestazione di un Sinodo dei Vescovi?
Nell’ultimo periodo di un’Assemblea Generale Ordinaria, la Segreteria Generale del Sinodo chiede ai Padri di indicare alcuni temi che, secondo loro, potrebbero essere oggetto della riflessione nel corso della successiva Assemblea. Inoltre, per incarico del Santo Padre, il Segretario Generale domanda per iscritto ai Capi dei Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, ai Presidenti delle Conferenze Episcopali, ai Capi dei Dicasteri della Curia Romana e al Presidente dell’Unione dei Superiori Generali di indicare tre temi di grande portata pastorale e d’interesse per tutta la Chiesa, che potrebbero rappresentare l’argomento dell’Assise sinodale. Il Consiglio Ordinario della Segreteria Generale analizza le risposte pervenute e stabilisce la terna degli argomenti che il Segretario sottopone all’approvazione del Papa. Una volta stabilito il tema, la Segreteria, coadiuvata dal Consiglio Ordinario e da alcuni esperti, prepara i Lineamenta, documento di riflessione sull’argomento prescelto. Questi vengono inoltrati ai suddetti organismi ecclesiali con preghiera di rispondere al Questionario contenuto nei Lineamenta stessi, tenendo conto della realtà delle Chiese locali o delle Istituzioni ecclesiastiche interessate. Il Consiglio Ordinario sintetizza le risposte ricevute in un nuovo documento denominato Instrumentum laboris, che è in realtà l’ordine del giorno dell’Assemblea. La Segreteria gestisce poi la ratifica da parte del Santo Padre delle scelte dei vescovi rappresentanti delle Conferenze Episcopali, le nomine pontificie, come pure la scelta degli esperti e degli uditori. Inoltre, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, vengono invitati dei Delegati fraterni, rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane che non sono ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica. Ovviamente la Segreteria ha premura di curare anche gli aspetti tecnici ed organizzativi dell’Assise sinodale.
Cosa accade invece alla conclusione di un Sinodo?
I Padri sinodali approvano in genere alcuni testi, dopo la preghiera comune, l’ascolto reciproco, lo scambio dei pareri, la discussione. Il Messaggio (Nuntius) viene pubblicato al termine dei lavori in modo da informare i fedeli sullo spirito e i contenuti della riflessione. I Padri, poi, votano le Proposizioni, brevi testi su aspetti importanti dell’argomento sinodale. Essi pregano il Romano Pontefice di pubblicare un Documento, in base a tali Proposizioni. Nelle ultime assemblee il Papa ha accolto sempre volentieri tale richiesta. Durante il suo Pontificato, Benedetto XVI ha pubblicato quattro Esortazioni Apostoliche Postsinodali: Sacramentum Caritatis, Verbum Domini, Africae Munus, Ecclesia in Medio Oriente.
Sinodo vuol dire “camminare insieme”: i vescovi in unione col Papa cercano soluzioni pastorali che abbiano validità universale.È difficile raggiungere un’unità di propositi quando si confrontano sensibilità e posizioni differenti?
Il Sinodo è un luogo privilegiato della comunione episcopale, dove i Vescovi sperimentano una comunione affettiva esemplare tra di loro e con il Pontefice. La diversità di provenienza, di cultura, di sensibilità diventa una risorsa arricchente dell’esperienza sinodale. La metodologia sinodale – già sperimentata, anche se aperta a nuove espressioni secondo le sensibilità dei Vescovi presenti e le necessità ecclesiali del momento – aiuta a far sì che tutti i Vescovi camminino insieme, né troppo velocemente, né troppo lentamente, favorendo la comunione all’interno della Chiesa universale. In tale processo è essenziale la presenza attiva del Santo Padre, Vescovo di Roma, fondamento dell’unità e della comunione dell’ordine episcopale. Egli è Presidente del Sinodo dei Vescovi e lo dirige tramite i Presidenti Delegati. Apre e chiude l’Assise sinodale con le solenni celebrazioni Eucaristiche. Incontra ogni Padre sinodale e assiste ordinariamente alle Congregazioni Generali.
Dal 7 al 28 ottobre 2012 è convocata in Vaticano la XIII Assemblea del Sinodo dei Vescovi. L’11 ottobre avrà inizio l’Anno della fede. Che rilievo assume il Sinodo in tale concomitanza?
Il tema della XIII Assemblea, La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, e l’Anno della fede sono profondamente connessi. L’argomento dell’Assise sinodale include la trasmissione della fede cristiana. L’Anno della fede incomincia nell’ambito nei lavori sinodali, l’11 ottobre, in commemorazione del 50° dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II e del 20° della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. La fede, pertanto, potrebbe essere indicata come il denominatore comune dell’Assemblea sinodale e dell’Anno della fede. Da entrambi, la Chiesa aspetta abbondanti frutti, importanti per la totalità della vita della Chiesa Cattolica.
Come si articoleranno i lavori nelle tre settimane del Sinodo?
La prima settimana è dedicata prevalentemente all’ascolto reciproco. I Padri sinodali avranno modo di indicare durante le Congregazioni Generali i punti di vista delle rispettive Conferenze Episcopali o di altri organismi ecclesiali che rappresentano, sull’argomento sinodale. Tale ascolto non ha solo una dimensione passiva, che pure arricchisce i partecipanti al Sinodo, in quanto fa conoscere le gioie e le preoccupazioni delle Chiese particolari del mondo intero. Esso richiede anche un aspetto positivo d’attenzione all’esperienza altrui, permettendo di allargare le proprie certezze pastorali, confrontandole con quelle di altri confratelli, anche in vista di un rinnovato dinamismo ecclesiale. La seconda settimana è prevalentemente dedicata ai circoli minori, cioè ai gruppi linguistici. Vi sono cinque lingue ufficiali del Sinodo. Oltre il latino, esse sono: francese, inglese, spagnolo-portoghese, italiano e tedesco. La terza settimana è mista: si alternano i lavori in circoli minori e Congregazioni Generali, in vista della discussione e delle votazioni dei risultati delle riflessioni dei Padri. Su ogni tappa dei lavori è assicurata un’adeguata informazione ai giornalisti, destinata all’opinione pubblica mondiale.
intervista pubblicata su Editoria Vaticana