Il repotage. Cina: ”Alla salute, Gambei!”
Apro gli occhi, sono sveglio, guardo il soffitto e scopro con sorpresa che il lampadario della mia stanza stamattina ha uno strano colore, diciamo che è diverso, lo avranno cambiato i miei coinquilini ieri; alzo la testa e vedo, o per meglio dire sento, due piedi nudi alla mia destra, mi guardo attorno e pian piano scopro l’ambiente che mi circonda: televisore, dama cinese, armadio e un divano letto condiviso con un cinese… che botta!! Ma cosa è successo ieri sera?
Come sono finito in questa situazione? “Andiamo a festeggiare il mio compleanno, con una cena particolare”, così ci invita Lai, un amico cinese; ci ritroviamo in cinque con direzione un ristorante specializzato in “stranezze” come appare a noi stranieri o “per intenditori” come lo chiama l’amico Lai.
Il locale è il classico ristorante anonimo, come tanti che si vedono in giro per la Cina: non molto grande, con molti tavoli e camerieri dallo sguardo triste e dalla camicia perennemente macchiata. Solo quando arriva il menù capisco che il ristorante, in verità, è coreano. I coreani non sono certo famosi per le loro prelibatezze, quanto per le loro stranezze culinarie. Non ci penso più di tanto.
Riscaldati da una bella dose di birra e di saké koreano, che il simpatico amico cinese Lai ci obbliga a tracannare tutto in un sorso in stile “gambei” (il nostro alla salute e alla goccia), ci vengono servite le portate, anzi, LA portata: è una padella a forma di ciambella con un piccolo camino al centro per far uscire il fumo della brace sottostante, uno stile simile alla marmitta mongola che si mangia in tutto il mondo tranne che in Mongolia. Arrivano tanti piccoli piatti di cibo non cotto: verdure, pesce, carne, aglio a volontà, tofu e altro che si deve far cuocere a piacere dentro il tegame dove bolle continuamente del brodo. Lasciamo fare alle sapienti mani dell’amico Lai e si mangia ma soprattutto si beve alla “gambei”, per non offendere il festeggiato.
Il tegame arriva tra le mani di un cameriere con la solita faccia triste ma allo stesso tempo curiosa di vedere tanti stranieri (o alieni). E’ il nostro turno, pronti? Primo assaggio: larve di insetti lunghe cinque centimetri circa, nero-marroni, ovali, dall’aspetto orribile e che una volta cotte rimangono mollicce… Non deve pensare troppo, via, si mangia! Si scopre che sono “ripiene” e la bocca si riempie di una poltiglia sabbiosa e amarognola, immasticabile per i primi secondi; gusto di scarpa bagnata dalla pioggia. La canadese Marie dice che sa di pollo ma la sua faccia non mente; Lai se la ride e incita al gambei! Secondo assaggio: carne rossastra, gelatinosa. Via, in bocca! Gusto di pecora e gelatina, tutto sommato commestibile. Chiedo cosa sia. “Bosintang”, zuppa di cane! La canadese commenta: “Retrogusto di pollo e gelatina”. Beviamoci su, gambei!! Terzo assaggio: filetto lungo e sottile, squamato, odora di mare. Via, in bocca! Sa di pesce, è anguilla per fortuna, buona. Gambei!! Quarto assaggio: carne, cubetti lunghi e dall’aspetto lugubre, senza dubbi si rivela serpente. Via, in bocca! Durissima e dal gusto strano, quasi di… pollo! Per una volta do ragione a Marie che sembra apprezzarla. Gambei!! Gambei!! Gambei!!
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