Loreto: Papa Benedetto XVI sulle orme del beato Giovanni XXIII

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Nei giorni scorsi è stata presentata la giornata di giovedì 4 ottobre, quando a Loreto tornerà papa Benedetto XVI, per la nona volta, di cui sette da cardinale e due da papa, e  in occasione delle celebrazioni per i 50 anni dell’apertura del Concilio Vaticano II, apertosi l’11 ottobre 1962, mentre nella città campeggiano i manifesti dell’evento. Papa Benedetto XVI  arriverà alle ore 10 in elicottero nella piana di Montorso e alle ore 11.00 celebrerà sul sagrato della Basilica di Loreto la Santa Messa, che sarà trasmessa in diretta televisiva, insieme al segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, a mons. Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi. Dopo una breve pausa per il pranzo al centro di Montorso e i saluti alle autorità e agli organizzatori, il Papa farà rientro nella Città del Vaticano intorno alle ore 17.

 

Ed in occasione della ricorrenza il Palazzo Apostolico di Loreto ospiterà dal 30 settembre 2012 al 27 gennaio 2013 la mostra ‘Giovanni XXIII pellegrino a Loreto e Assisi’. L’intento della mostra è  documentare i momenti salienti del viaggio-pellegrinaggio papale attraverso l’esposizione di oggetti liturgici, d’arte, paramenti, foto, resoconti giornalistici, testimonianze e la proiezione di filmati storici. Adeguato rilievo verrà dato alla figura di Giovanni XXIII, la cui personalità verrà riletta anche attraverso gli occhi di alcuni artisti che l’hanno scelto come soggetto per il loro creare. Saranno esposti centinaia di oggetti e documenti storici che spiccano per preziosità, unicità, o per importanza, provenienti da importanti collezioni quali i Musei Vaticani, la Sagrestia della Patriarcale Basilica di San Pietro, la Galleria d’arte Sacra di Villa Clerici, l’Archivio e Museo della Santa Casa di Loreto.

 

Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha espresso grande soddisfazione per questa visita, ad 1 anno dal Congresso Eucaristico ed a 5 anni dall’Agorà dei giovani, ricordando anche le visite del beato papa Giovanni Paolo II, che vi si recò cinque volte tra il 1979 ed il 2004. Il beato papa Giovanni XXIII, ad una settimana dall’apertura del Concilio, arrivò in treno a Loreto per affidare alla Madonna  i lavori conciliari e tutta la Chiesa. Ed il viaggio  di papa Giovanni XXIII fu il primo compiuto da un papa fuori dal Vaticano, dopo gli avvenimenti della ‘breccia’ di Porta Pia, accaduti il 20 settembre 1870. Il direttore della Protezione Civile della Regione Marche, Roberto Oreficini, ha fatto il punto della situazione: “Siamo già a buon punto perché la collaborazione tra gli enti e il meccanismo organizzativo per simili eventi sono già ben collaudati e dal 27 settembre la macchina operativa si sposterà a Loreto, proprio a Montorso. Informeremo costantemente i pellegrini e i cittadini sui migliori modi per raggiungere Loreto in quella giornata e sui percorsi più agevoli per assistere alla celebrazione della Messa”.

L’arcivescovo di Loreto e delegato pontificio, mons. Giovanni Tonucci, ha spiegato i motivi della visita: “Si vuole commemorare la visita di Giovanni XXIII, il primo papa a uscire dal Vaticano dai tempi dell’Unità d’Italia, per invocare la protezione della Madonna sul Concilio Vaticano II, ma si vuole anche riflettere sul Concilio 50 anni dopo e rinnovare un impegno. Non a caso pochi giorni dopo si apre il Sinodo dei vescovi, dedicato all’evangelizzazione nell’anno della fede. Ripetendo il gesto di Papa Roncalli, questo pellegrinaggio vuole rinnovare l’impegno a riflettere sulla nuova evangelizzazione… Il Papa a Loreto troverà proprio quella Chiesa nata dal Concilio Vaticano II, che non è stato né una rivoluzione né una distruzione, è stato un cammino di rinnovamento forte e bello ma nella stessa Chiesa. Quelli che come me hanno vissuto il prima e il dopo si sentono in casa loro nella stessa Chiesa: io non ho mai sofferto di una cosiddetta ‘crisi post-conciliare’ e credo che il Papa troverà questo, la vivacità di una Chiesa che attorno al santuario di Maria vive con la stessa intensità, la stessa devozione, ma forse con maggiore profondità di prima. Il gesto che fece il Papa, che fu un gesto profetico, ha aperto la stagione dei viaggi dei papi fuori da Roma e sappiamo cosa ha voluto dire per Paolo VI, Giovanni Paolo II e adesso anche per papa Benedetto XVI: una nuova forma di presenza e di evangelizzazione. Mi auguro che questo gesto serva anche a rinnovare questa ricchezza di fede e di vitalità che è il dono del Concilio, che il Papa con molta saggezza sta cercando di riproporre perché è ancora un messaggio completamente nuovo, completamente da riscoprire”.

E dopo 50 anni risuonano ancora profetiche le parole di papa Giovanni XXIII pronunciate nella città lauretana: “Alla vigilia del Concilio Vaticano II, ecco l’umile Successore di Pietro aggiungersi con gesto discreto ai molti che l’hanno qui preceduto. L’odierna peregrinazione apostolica a questo antico e venerato santuario vuol porre suggello alle suppliche che in tutti i templi del mondo, di oriente e di occidente, e nei sacri recessi del dolore e della penitenza, si sono elevate a Dio per il felice svolgimento della grande assise ecumenica; e vuol simboleggiare altresì il cammino della Chiesa verso le conquiste di quella spirituale dominazione, fatta nel nome di Cristo, che è luce delle genti; dominazione che è servizio ed amore fraterno, sospiro di pace, ordinato e universale progresso… L’odierno incontro, sotto lo sguardo benedicente di Maria, Ci suggerisce tre pensieri, cui la basilica stessa, glorificazione del segreto di Nazareth, allude e ne celebra i fasti. Il mistero della Incarnazione del Verbo e della sua vita nascosta è tutto un cantico in lode della famiglia, in lode del lavoro umano. L’Incarnazione del Verbo è motivo di preghiera nell’ora dell’Angelus Domini, recitato dalle anime pie, sparse nel mondo. Questa contemplazione, che Ci è tanto familiare, di qua particolarmente vuol prendere slancio per invitare gli uomini a riflettere su quel congiungimento del cielo con la terra, che è lo scopo della Incarnazione e della Redenzione; e dunque, in concreto è lo scopo anche del Concilio Ecumenico, che vuol estenderne sempre più il raggio benefico, in tutte le forme della vita sociale”.

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