In pellegrinaggio di pace dalla Nigeria a Roma

Che significa per i cristiani della Nigeria andare in pellegrinaggio a Roma, sulla tomba di Pietro? É quello che vogliono capire i nigeriani che da ottobre, grazie ad un accordo tra Nigerian Christian Pilgrim Commission, Roma Capitale e Opera Romana Pellegrinaggi, potranno essere nella città eterna. Ne sono previsti circa trenta mila nel giro di un anno. Un primo gruppo di promotori ha visitato Roma negli scorsi giorni in occasione della firma dell’ accordo. Tra loro anche l’arcivescovo luterano Namuel A. Babba, pastore in una comunità di circa due milioni di fedeli: la Chiesa Luterana di Cristo in Nigeria. La situazione dei cristiani in quella terra è difficile, segnata dalla violenza, ma la volontà di essere davvero fratelli supera la violenza dei gruppi che Babba non esita a chiamare terroristi.
“Siamo fratelli e sorelle, alcuni di noi siamo genitori, altri sono figli, e continuiamo a vivere insieme- dice Babba a Korazym- Ma in molti modi i cristiani non si sentono a loro agio, non a causa di quello che succede, ma a causa dell’amore che i cristiani hanno e predicano pace. Più predichiamo la pace, più sentiamo che la pace non sta arrivando. Ma stiamo ancora aspettando. La pace verrà nel momento che Dio ha stabilito. Ma nella Chiesa i cristiani in Nigeria cercano di spiegare che la nazione appartiene a tutti noi, sia cristiani che musulmani. Oggi anche molti musulmani soffrono, perché molti musulmani vengono uccisi.”
Eccellenza che pensa di Boko Aram?
“L’unica parola che la gente e soprattutto i cristiani in Nigeria possono usare: terrorismo, perché se terrorizzi la gente, che altro nome ti possono dare? Si tratta di terrorismo, sparare a una persona e andarsene, o arrivare in un luogo di culto e mettere una bomba. Sai che l’edificio crollerà, e non crollerà su degli animali, ma su delle persone che venerano Dio. Quindi se in Nigeria chiedi ai cristiani, ma anche ai musulmani di Boko Aram dicono: questo è terrorismo. Invece in Nigeria ci sono molte tribù dove trovi cristiani e musulmani nella stessa famiglia. Si convive pacificamente.”
Cosa significa per Lei e per la sua gente della Nigeria di venire qui a Roma?
“Questo tipo di pellegrinaggio ci aiuta a unirci tra noi come cristiani in Nigeria. Ma ci aiuta anche a sapere che ci sono altri cristiani, particolarmente a Roma, dove ti sembra di stare dentro il Nuovo Testamento, Paolo e venuto qui, Pietro è stato ucciso qui. Quindi veniamo per vedere cosa è successo prima. E così edifichiamo anche noi stessi nella fede, rafforziamo la nostra fede, e ci mettiamo in contatto con voi, i nostri fratelli e sorelle nella fede, che siete qui insieme a noi.”
Quale sarà la soluzione alla violenza in Nigeria?
“In realtà la Nigeria è diventata la nazione che difende la pace in Africa, e Questa è una sfida di Satana. Il Diavolo sta cercando di distruggere il fatto che siamo una nazione forte in Africa. Difendere l’Africa, e mantenere la pace (fare “peacekeeping”) in quasi tutta l’Africa. Questo dobbiamo fare per esser forti. E allora potremo dire: “sì, siamo una nazione più forte di quasi 70 milioni di persone”.
La Nigerian Christian Pilgrim Commission si fonda su un atto dell’Assemblea Nazionale della Repubblica Federale della Nigeria, con lo scopo, tra gli altri, di autorizzare, regolare, sovrintendere, organizzare, gestire e coordinare il movimento dei pellegrini cristiani dalla Nigeria ai luoghi sacri in tutto il mondo e ha come scopo permettere ad un numero sempre maggiore di cristiani della Nigeria di svolgere un pellegrinaggio nei luoghi di Gesù di Nazareth e degli Apostoli. Il Governo Nigeriano ogni anno incoraggia e sostiene economicamente i propri connazionali nel pellegrinaggio perché la religione insegna all’uomo a vivere con l’obiettivo di perseguire il bene comune e questo costituisce la premessa di ogni democrazia.