Il Papa chiede ai vescovi francesi grande cura dei sacerdoti
Vegliate attentamente sui vostro sacerdoti sulla loro vita spirituale. É la richiesta del Papa ai vescovi francesi che oggi hanno la loro visita ad Limina. Il primo gruppo dell’ episcopato d’oltralpe è stato ricevuto venerdì mattina dal Papa a Castelgandolfo, e Benedetto XVI ha messo due temi al centro della riflessione:l’attenzione alla vita sacerdotale e le sfide della secolarizzazione. L’ Anno della fede, spiega il Papa, è stato proposto proprio per affrontare questi temi. Benedetto XVI ha elogiato le iniziative dei vescovi francesi nell’aiuto spirituale, intellettuale e materiale ai loro più stretti collaboratori ed ha ricordato anche la scarsità di “operai del Vangelo.
“La soluzione dei problemi pastorali diocesani che si presentano non deve limitarsi a questioni di organizzazione, per quanto importanti. Esiste il rischio di porre l’accento sulla ricerca dell’efficacia con una sorta di ‘burocratizzazione della pastorale’; focalizzandosi sulle strutture, sull’organizzazione e i programmi, che possono divenire ‘autoreferenziali’, a uso esclusivo dei membri di tali strutture. (…) L’evangelizzazione richiede, al contrario, di andare all’incontro del Signore, in un dialogo stabilito nella preghiera, e poi di concentrarsi sulla testimonianza da dare al fine di aiutare i nostri contemporanei a riconoscere e a riscoprire i segni della presenza di Dio”. Ai laici il Papa ha detto un grazie per la generosità avvertendo nel contempo come sia necessario ricordare: “che il compito specifico dei fedeli laici è l’animazione cristiana delle realtà temporali nelle quali essi agiscono di propria iniziativa ed autonomamente, alla luce della fede e dell’insegnamento della Chiesa.
È dunque necessario vigilare sul rispetto della differenza fra il sacerdozio comune di tutti i fedeli ed il sacerdozio ministeriale di coloro che sono stati ordinati al servizio della comunità, differenza che non è soltanto di grado, ma di natura. D’altra parte, si deve conservare la fedeltà al deposito integrale della fede come è insegnato nel Magistero autentico e professato da tutta la Chiesa”. Modello per la vita di fede Giovanna d’Arco, di cui quest’anno ricorre il sesto centenario della nascita: “uno degli aspetti più originali della santità di questa giovane donna è precisamente questo legame fra esperienza mistica e missione politica” ed ha esortato i vescovi a proporla quale “modello di santità laica al servizio del bene comune”.
“Vorrei inoltre sottolineare – ha detto il Papa- l’interdipendenza esistente ‘fra lo sviluppo della persona e lo sviluppo della società stessa, del fatto che la famiglia ‘è il fondamento della vita sociale. La famiglia è minacciata in tanti modi, a seguito di una concezione della natura umana che si rivela difettosa. Difendere la vita e la famiglia nella società non è per niente essere retrogadi, ma piuttosto profetici poiché ciò promuove valori che permettono il pieno sviluppo della persona umana, creata a immagine e a somiglianza di Dio”. Un altro dovere del vescovo diocesano è quello di “‘difendere l’unità di tutta la Chiesa, nella parte del Popolo di Dio che è stata a lui affidato, benché al suo interno si esprimono legittimamente delle sensibilità diverse che meritano di essere l’oggetto di una eguale sollecitudine pastorale”.
In merito il Papa ha fatto riferimento alle “attese particolari delle nuove generazioni le quali richiedono che sia loro proposta una catechesi appropriata affinché trovino il loro posto nella comunità dei credenti”. Una nota positiva per il programma Diaconia 2012, che invita le comunità diocesane e locali, ed ogni fedele a rimettere al cuore del dinamismo ecclesiale il servizio del fratello, particolarmente il più fragile.