Aleteia, una piattoforma per la verità

Condividi su...

Aleteia ,verità, ma soprattutto ricerca della verità. Come? Attraverso i media, anzi attraverso la rete. Il progetto di Aleteia è questo in poche parole, una rete di piccoli e grandi media cattolici che possano unirsi per essere più forti e più incisivi nel panorama mediatico. Un modo anche per creare una raccolta pubblicitaria specializzata che possa andare ai media più piccoli come ai più grandi. Pubblicità etica ovviamente. Il progetto è grandioso e la presentazione alle stampa fatta oggi (lo scorso autunno Aleteia era già stato presentato all’incontro in Vaticano per i nuovi evangelizzatori) è stata una occasione per conoscere la struttura della piattaforma digitale, che è per ora un progetto pilota che ha bisogno di sostegno da parte di tutto il mondo cattolico. Anche economico.

Il progetto fino ad ora si è basato su un paio di finanziatori privati che hanno deciso di essere parte della FEM, la Fondazione per la Evangelizzazione attraverso i Media, fondata nel settembre del 2010 e presentata nel 2011 in un incontro organizzato sotto il patrocino del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali. Tra i nomi degli investitori spicca quello di Olivier Bonnassies, uomo d’affari francese che ha creato a Nazareth un “parco tematico” sulla storia della Salvezza. Ma i veri investitori doveno ancora essere cercati. In primo luogo tra gli inserzionisti pubblicitari. Per questo è stata creata AdEthic.net una società specializzata che fa capo ad Aleteia e dovrebbe aiutare soprattutto le piccole realtà a potersi sovvenzionare. Punto di forza del progetto è lo sharing sui social network. Con un solo click un articolo che appare sul portale può essere condiviso su tutti i social cui si è iscritti. E ovviamente l’articolo o il servizio tv è riconducibile a chi lo ha editato e prodotto. Aleteia mette a disposizione anche i servizi di H2O per la produzione di video, ma soprattutto una struttura redazionale che permette di “dare risposte” ai cercatori della verità. Un progetto che è on line da circa un anno e che ora viene rilanciato.

Insomma il principio è molto giusto: perché essere divisi nelle rete come media cattolici quando unendo le forze si potrebbe incidere nella società? Il problema di fondo rimane il solito: il finanziamento. Non basta una condivisione, anche se vastissima, o una raccolta pubblicitaria. Bisogna investire sui media più piccoli ma professionali che cercano di produrre news in modo “libero” slegato cioè da logiche economiche e lobbies. Non è certo facile. Partire da una “rete” è già un buon primo passo. Ma bisogna capire quali saranno i prossimi. In rete c’è bisogno di buona informazione che non sia schiacciata dalle solite banalità, o da messaggi di parte, ma una fondazione per prima cosa si dovrebbe proporre di sostenere, anche tecnicamente, le tante realtà locali e piccole che esistono nel panorama mediatico cattolico.

A guidare il progetto editoriale c’è Jesus Colina, che dopo l’esperienza di Zenit e di H2O passa ora a questa nuova avventura mediatica. Nel Consiglio di Amministrazione anche Padre Paolo Padrini, esperto di media on line e ideatore, tra l’altro, della app I-breviary. Il management è seguito da Andrea Salvati, ex dirigente Google Italia, che porta la sua esperienza per la diffusione e il marketing. Funzionerà? Il mondo cattolico ha certo bisogno di unità e finanziamenti, di gente che ci crede e vuole investire mezzi e soldi, ma l’investimento va fatto sulle persone prima che sui mezzi. Il rischio è quello di rimanere gusci vuoti. Auguri Aleteia e avanti tutta!

 

151.11.48.50