Consegnata in Libano l’esortazione post-sinodale. Perché, come 2000 anni fa, il Vangelo continui a risuonare in questa regione

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“Una guida per avanzare nelle vie multiformi e complesse dove Cristo vi precede”. Così Benedetto XVI definisce l’esortazione post-sinodale Ecclesia in Medioriente, che consegna ufficialmente alla Chiesa mediorientale. Al termine di una celebrazione suggestiva (con Gloria, Vangelo e Credo proclamati in Arabo) durante la quale Benedetto XVI ha invitato tutti a porsi sotto la “via scomoda” della sequela di Cristo, la consegna dell’esortazione post-sinodale è in qualche modo il segnale tangibile della consegna che il Papa cominciò a dare alle Chiese del Medioriente già due anni fa, proclamando l’Assemblea speciale per il Sinodo di quella particolare regione. Ovvero, vivere in comunione, promuovere la comunità, formare i giovani, promuovere una cultura della pace.

 

“Possa – dice il Papa – la comunione nella fede, nella speranza e nella carità essere rafforzata nei vostri Paesi e in ciascuna comunità per rendere credibile la vostra testimonianza resa al solo Santo, Dio Uno e Trino, che si è fatto vicino ad ogni uomo!” E la presenza di Benedetto XVI ha un significato particolarissimo in una regione che più volte il Papa in questi giorni ha indicato come modello, in uno Stato che ha vissuto la sua evoluzione e ora – lo ha detto il presidente Suleiman – vuole mantenersi neutrale, come un cuscinetto tra i vari conflitti che ancora colpiscono la regione. Allora, che il Papa sia lì è “una valvola di sicurezza per i cristiani della Regione”, dice all’inizio della Messa Bechara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei Maroniti, cui Benedetto XVI regala un calice. “Il sinodo – ha detto Boutros Rai – ci ha introdotto in una primavera spirituale cristiana. Esortazione apostolica che consegnerà ufficialmente durante questa celebrazione eucaristica traccerà per le nostre chiese una road map”.

Dell’esortazione, Nikola Eterovic, segretario generale del sinodo dei vescovi sottolinea la volontà di impegnarsi ancora di più nel dialogo ecumenico con tutte le Chiese cristiane del Medioriente, dello speciale dialogo con gli ebrei,  e poi ricorda che “l’auspicio di dialogo si allarga anche agli appartenenti ad altre religioni non cristiane, soprattutto ai musulmani che sono maggioritari in buona parte dei Paesi del Medio Oriente”. Rimarca, Eterovic, che “i cristiani non chiedono privilegi, ma vogliono essere cittadini con uguali diritti e doveri rispetto agli altri abitanti dei rispettivi Stati, disposti ad offrire il proprio contributo nella costruzione di un mondo migliore, più pacificato e più giusto. Non c’è dubbio che l’applicazione dell’Ecclesia in Medio Oriente impegnerà tutta la Chiesa Cattolica in questa regione a rendere maggiormente dinamica l’evangelizzazione – dedicandosi anche alla nuova evangelizzazione – e sostenendo la promozione umana, soprattutto nel campo dell’educazione e della sanità”.

Poi Eterovic invita il Papa a consegnare l’esortazione. E Benedetto XVI, al termine del suo breve discorso, si rivolge direttamente alla Chiesa in Medioriente. “Cara Chiesa in Medio Oriente – dice – attingi alla linfa originale della Salvezza che si è realizzata su questa Terra unica e amata tra tutte! Avanza sulle orme dei tuoi padri nella fede, essi che hanno aperto, con la loro costanza e la loro fedeltà, la via della risposta dell’umanità alla Rivelazione di Dio! Trova nella splendida varietà dei santi che sono fioriti presso di te gli esempi e gli intercessori che ispireranno la tua risposta alla chiamata del Signore a camminare verso la Gerusalemme celeste, dove Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi (cfr Ap 21,4)! La comunione fraterna sia un sostegno nella vita quotidiana e il segno della fraternità universale che Gesù, Primogenito di una moltitudine, è venuto ad instaurare! Così, in questa regione che ne ha visto gli atti e raccolto le parole, il Vangelo continui a risuonare come 2000 anni fa e sia vissuto oggi e sempre!”

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