Libano: papa Benedetto XVI offre ai cristiani la ‘follia della Croce’
Oggi, festa dell’Esaltazione della Croce, papa Benedetto XVI ha firmato l’Esortazione Apostolica Post-Sinodale ‘Ecclesia in Medio Oriente’, che è il risultato dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, svoltasi a Roma dal 10 al 24 ottobre 2010, sul tema ‘La Chiesa in Medio Oriente: comunione e testimonianza’. Nel saluto di benvenuto nella chiesa greco-melchita cattolica, dedicata a San Paolo, Sua Beatitudine, il Patriarca Gregorios III Laham, Patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti ha ringraziato il Papa per l’affetto e la sollecitudine: “Dall’Oriente è partita la luce verso l’Occidente, portando il messaggio di Gesù, che illumina il mondo. Oggi Lei ci riporta la luce dell’Oriente, ‘Luce Orientale’, contenuta in questa Esortazione Apostolica post sinodale. Santo Padre avete rafforzato con il vostro amore i pastori d’Oriente. Da parte nostra accogliamo questa Esortazione Apostolica post sinodale con amore e riconoscenza… E’ un documento che aiuta (i cristiani del Medio Oriente, ndr) a rendere chiaro il senso della loro missione e servizio, della loro testimonianza nel mondo arabo a maggioranza mussulmana”.
Poi ha ringraziato il Papa per la posizione assunta dalla Santa Sede riguardo il conflitto israeliano palestinese: “La Santa Sede rimane pioniere per una giustizia globale. Inoltre, la soluzione del conflitto israelo-arabo-palestinese è una garanzia per risolvere i problemi più complessi del mondo arabo; è anche una garanzia per arrestare l’emigrazione dei cristiani e di rafforzare la loro presenza in Oriente, culla del cristianesimo, in modo che possano continuare il loro ruolo e la missione, fianco a fianco e mano nella mano con i loro fratelli e compagni musulmani e di altre fedi, in modo che tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza, una vita più libera, più dignitosa, più aperta, più sviluppata e fiorente. Il riconoscimento di uno Stato palestinese… potrebbe garantire l’attuazione delle politiche espresse in questa Esortazione post-sinodale, per il quale esprimiamo la nostra più profonda gratitudine, perché potrebbe preparare la strada per una vera ‘primavera araba’, una vera democrazia e portare la pace in Terra Santa, nel Medio Oriente e nel mondo”.
Ed ha concluso, nel ricordo della preghiera giornaliera della Chiesa di Oriente per il Papa e nel ringraziamento per la sua visita: “Il mondo ha bisogno di una Chiesa che respira con due polmoni, con tutta la sua vitalità, perché la fede possa essere rinnovatrice del mondo, in modo che regni la civiltà della fede, della speranza e della carità: la civiltà di Dio nella terra degli uomini”. Subito dopo il saluto di benvenuto, mons. Nikola Eterović, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha presentato l’Esortazione Apostolica post sinodale, ringraziando il Papa per il suo specifico contributo offerto: “L’ha fatto all’inizio del terzo millennio, facendo una rilettura, in comunione con i Padri sinodali, della Prima Lettera che ‘all’alba della cristianità, san Pietro, Apostolo di Gesù Cristo, ha scritto […] ad alcune comunità credenti dell’Asia Minore in difficoltà’… Il Documento è diviso in tre parti, precedute dall’Introduzione e seguite dalla Conclusione. La prima parte situa il tema sinodale nel complesso contesto sociale ed ecclesiale del Medio Oriente. La seconda tratta prevalentemente della comunione all’interno della Chiesa Cattolica. La terza fornisce idee portanti per una ripresa dell’evangelizzazione nella Terra Santa”.
Quindi papa Benedetto XVI ha salutato il Presidente della Repubblica, le autorità civili, i Patriarchi, i Vescovi orientali e latini presenti, le delegazioni ortodossa, mussulmana e drusa, ringraziando il Patriarca Gregorio Laham ed il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Mons. Nikola Eterović: “E’ provvidenziale che questo atto abbia luogo proprio nel giorno della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, la cui celebrazione è nata in Oriente nel 335, all’indomani della Dedicazione della Basilica della Resurrezione costruita sul Golgota e sul sepolcro di Nostro Signore dall’imperatore Costantino il Grande, che voi venerate come santo. Fra un mese si celebrerà il 1700^ anniversario dell’apparizione che gli fece vedere, nella notte simbolica della sua incredulità, il monogramma di Cristo sfavillante, mentre una voce gli diceva: ‘In questo segno, vincerai!’. Più tardi, Costantino firmò l’editto di Milano, e diede il proprio nome a Costantinopoli. Mi sembra che l’Esortazione post-sinodale possa essere letta ed interpretata alla luce della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, e più particolarmente alla luce del monogramma di Cristo, il X (chi) e il P (ro), le due prime lettere della parola Χριστός. Una tale lettura conduce ad un’autentica riscoperta dell’identità del battezzato e della Chiesa, e costituisce al tempo stesso come un appello alla testimonianza nella e mediante la comunione”.
L’Esaltazione della Croce è la manifestazione dell’amore incondizionato di Dio per l’uomo: “Esaltare la Croce, nella prospettiva della Risurrezione, è desiderare di vivere e manifestare la totalità di questo amore. È porre un atto d’amore! Esaltare la Croce porta ad impegnarsi ad essere araldi della comunione fraterna ed ecclesiale, fonte della vera testimonianza cristiana. E’ porre un atto di speranza! Considerando la situazione attuale delle Chiese nel Medio Oriente, i Padri sinodali hanno potuto riflettere sulle gioie e le pene, i timori e le speranze dei discepoli di Cristo che vivono in questi luoghi. Tutta la Chiesa ha potuto così ascoltare il grido ansioso e percepire lo sguardo disperato di tanti uomini e donne che si trovano in situazioni umane e materiali ardue, che vivono forti tensioni nella paura e nell’inquietudine, e che vogliono seguire Cristo, Colui che dà senso alla loro esistenza, ma che ne sono spesso impediti”. Quindi papa Benedetto XVI ha affermato che l’Esortazione Apostolica, ‘Ecclesia in Medio Oriente’: “permette di ripensare il presente per considerare il futuro con lo stesso sguardo di Cristo. Essa, con i suoi orientamenti biblici e pastorali, con il suo invito a un approfondimento spirituale ed ecclesiologico, con il rinnovamento liturgico e catechistico raccomandato, con i suoi appelli al dialogo, vuole tracciare una via per ritrovare l’essenziale: la sequela Christi, in un contesto difficile e talvolta doloroso, un contesto che potrebbe far nascere la tentazione di ignorare o dimenticare la Croce gloriosa. E’ proprio adesso che bisogna celebrare la vittoria dell’amore sull’odio, del perdono sulla vendetta, del servizio sul dominio, dell’umiltà sull’orgoglio, dell’unità sulla divisione.
Alla luce della festa odierna e in vista di una fruttuosa applicazione dell’Esortazione, vi invito tutti a non avere paura, a rimanere nella verità e a coltivare la purezza della fede. Questo è il linguaggio della Croce gloriosa! Questa è la follia della Croce: quella di saper convertire le nostre sofferenze in grido d’amore verso Dio e di misericordia verso il prossimo; quella di saper anche trasformare degli esseri attaccati e feriti nella loro fede e nella loro identità, in vasi d’argilla pronti ad essere colmati dall’abbondanza dei doni divini più preziosi dell’oro. Non si tratta di un linguaggio puramente allegorico, ma di un appello pressante a porre degli atti concreti che configurano sempre più a Cristo, atti che aiutano le diverse Chiese a riflettere la bellezza della prima comunità dei credenti; atti simili a quelli dell’imperatore Costantino che ha saputo testimoniare e far uscire i cristiani dalla discriminazione per permettere loro di vivere apertamente e liberamente la loro fede nel Cristo crocifisso, morto e risorto per la salvezza di tutti”.
Concludendo il saluto, il papa ha sottolineato che l’Esortazione offre elementi che aiutano il cristiano ad una valutazione ‘obiettiva dell’impegno e del desiderio di santità’ ed all’autentico dialogo interreligioso ‘basato sulla fede in Dio Uno e Creatore’: “Questo documento vuole contribuire a spogliare la fede da ciò che la imbruttisce, da tutto ciò che può offuscare lo splendore della luce di Cristo. La comunione è allora un’autentica adesione a Cristo, e la testimonianza è un’irradiazione del Mistero pasquale che conferisce un senso pieno alla Croce gloriosa… Chiese in Medio Oriente, non temete, perché il Signore è veramente con voi fino alla fine del mondo! Non temete, perché la Chiesa universale vi accompagna con la sua vicinanza umana e spirituale!”. Ed ha invocato l’intercessione della Madre di Dio, ‘Theotokos’, per la prosperità divina sul popolo mediorientale: “Possa Dio concedere a tutti i popoli del Medio Oriente di vivere nella pace, nella fraternità e nella libertà religiosa! Dio vi benedica tutti! (Lè yo barèk al-Rab jami’a kôm!)”.