Il Papa alla conferenza stampa in aereo: “Importiamo idee di pace, non armi”
“Nessuno mi ha convinto di lasciare perdere questo viaggio perché proprio dove la situazione è più difficile c’è più bisogno di solidarietà”. Il Papa in aereo è sereno e concentrato. Parla con i giornalisti della assoluta necessità di un viaggio che non ha mai messo in dubbio e che nessuno ha mai cercato di convincerlo a non fare. Va a portare pace e dialogo contro ogni violenza, chiede che i giornalisti aiutino il mondo a capire che con la violenza non si risolve mai nulla.
Parla dei cristiani che fuggono dal Medio Oriente, ma anche dei musulmani che fuggono dalle guerre. C’è una cosa da fare: far cessare l’importazione di armi. “Dobbiamo importare le idee – dice Benedetto XVI – Occorre cessare l’importazione di armi. invece dell’importazione di armi che è un peccato grave dovremmo importare idee di pace creatività, trovare soluzioni per accettare ognuno nella sua alterità e dobbiamo e nel mondo rendere visibile il rispetto delle religioni le une delle altre, rispetto dell’uomo come creatura di Dio, l’amore del prossimo come fondamentale per tutte le religioni.”
Il Papa benedice la Primavera araba, come desiderio di libertà e di democrazia, come espressione dei giovani che sono più preparati e desiderano la pace e la libertà. Una rinnovata identità araba, un grido che viene da una gioventù più formata che desidera più partecipazione nella vita politica a e sociale. Ma mette anche in allarme dal rischio di tutte le rivoluzioni: che si dimentichi la tolleranza in nome di una mal intesa libertà. La libertà vera invece è rispetto e dialogo.
Ricorda il viaggio di Giovanni Paolo II che fu pellegrino di pace proprio nello stesso modo. Chiede preghiere per il Papa. Per la riuscita di questo viaggio, certo – “sento la protezione della preghiera che mi accompagna”, dice -, ma soprattutto per la gente del Medio Oriente. Chiede atti concreti come giornate di preghiera, carità, e perfino la creazione di altre istituzioni che come i Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, possano impegnarsi totalmente nella assistenza.
Che devono fare i cristiani? “Direi- spiega il Papa- che dobbiamo influire nell’opinione politica e chiedere ai politici di realmente ingegnarsi con tutte le forze, con tutte le possibilità, con della creatività per la pace, contro la violenza. Nessuno dovrebbe sperare in vantaggi dalla violenza, tutti devono contribuire in questo senso è un lavoro di armonizzazione, di educazione, di purificazione molto necessario da parte nostra.”
Ma non è solo un fatto di carità. Si tratta, spiega il Papa di educare ed illuminare le coscienze, di formare le nuove generazioni, di chiedere alla politica di imparare le regole comuni, di capire che la libertà è dialogo e non dominazione. Il fondamentalismo si sconfigge così: con la educazione alla convivenza, al rispetto Perché dice il Papa “ il fondamentalismo è sempre una falsificazione della religione e va controlli senso della religione che invece vuole riconciliare e creare la pace nel mondo.” Un invito al rispetto dell’ alterità a vedere l’altro come immagine di Dio,e da qui che si impara il vero compito delle religioni.
Il compito della Chiesa è di costruire e educare all’ alterità al rifiuto della violenza alla purificazione della coscienza. La solidarietà deve essere visibile e occorre “allarmare” il mondo occidentale, i cristiani e non solo perché possano fare qualcosa per i cristiani e non solo del Medio Oriente. La preghiera ovviamente rimane per il Papa l’ arma principale, la più potente.
(foto di Angela Ambrogetti,i inviato sul volo papale)