Il Papa visiterà Mantova nel 2014.

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L’invito protocollare è partito da Mantova il 31 luglio del 2012. La risposta positiva della Santa Sede è arrivata per il 10 di agosto. La visita è calendarizzata per il 2014, e forse i tempi sembrano lontani. Sono convinti di no in diocesi, abbastanza emozionati per la visita papale. La lettera con cui l’invito viene accettato è firmata dal sostituto alla Segreteria di Stato Angelo Becciu. Vi si legge che il Papa “vivamente apprezzato il cordiale gesto e ringrazia per i nobili sentimenti che l’hanno motivato”, come sono stati apprezzati e approvati i motivi che sostengono l’invito: memoria di San Pio X e conclusione dei restauri della basilica di Sant’Andrea. Becciu procede poi con una formula diplomatica di assenso: “Egli mi incarica di comunicarle che terrà presente il desiderio espresso e, nell’assicurarle il suo costante pensiero, volentieri imparte a lei, ai sacerdoti e ai fedeli dell’amata Chiesa di Mantova la sua benedizione”.

Busti dà l’annuncio al termine della Messa delle 18 in Duomo. Legge la lettera di Becciu. E poi chiosa: “Al di là del linguaggio diplomatico e tenendo conto delle situazioni che obbligano alla necessaria prudenza  posso dire che la risposta è positiva”. Parte un applauso rapido e composto. Quando la folla esce dal Duomo, Busti scende dall’altare per salutare il prefetto e il sindaco. Il quale è entusiasta: “Sono stato informato sabato dal vescovo. È una soddisfazione enorme per tutta la città subito dopo la visita di Napolitano. È da quando sono sindaco che mi sento dire da Busti che i lavori in Sant’Andrea servono anche per far arrivare il Papa e in questo senso credo che la nostra collaborazione sia stata importante, anche se il merito è tutto di sua eccellenza il vescovo che a questo invito lavora da tanto tempo”.

L’ultima volta di un Papa a Mantova è stato il 1991. Il 23 di giugno di quell’anno, Giovanni Paolo II visitò a Mantova, Castiglione, San Silvestro alle Grazie E nell’omelia della Messa celebrata a piazza Sordello, Giovanni Paolo II sostenne che  “il futuro della Comunità mantovana, della Chiesa, del mondo, passa, attraverso il recupero del ruolo guida nella società da parte della famiglia. È nella famiglia che può maturare il seme della fede come nel suo terreno naturale. Luigi Gonzaga imparò le ‘regole’ della sua corsa verso la ‘meta’ e della sua ricerca del tesoro prezioso proprio da sua madre. È questa madre che noi vogliamo anche venerare oggi, ricordando il centenario della sua morte e della sua santificazione. Voi famiglie avete il dovere di accogliere ed arricchire il patrimonio morale della vostra secolare tradizione cristiana. Riconquistatelo per voi stessi e per gli altri”.

E alla luce di queste parole, sembra quasi profetico che uno degli incontri informali durante i quali monsignor Busti ha prospettato personalmente a Benedetto XVI la possibilità di una visita pastorale a Mantova sia avvenuta durante l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano. Era il 3 giugno, e Busti aveva proposto una relazione sui danni del cataclisma ai vescovi di tutta la Lombardia. Prima ancora, a margine dell’assemblea generale della Cei, il Papa aveva voluto sentire i vescovi delle diocesi dell’epicentro del terremoto in Emilia: Modena, Carpi, Ferrara, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo.

Infine, il contatto forse fondamentale. È il 26 giugno, e Benedetto XVI va in visita nelle zone colpite dal terremoto. Il Papa e Busti si incontrano a conclusione del saluto del Papa alle popolazioni terremotate. Busti scherza, gli dice di essere “un vescovo extracomunitario in Emilia”, considerando che il mantovano è marginalizzato. E il Papa racconta di aver visto in televisione, nel Palazzo Apostolico, il crollo di un grande campanile, vicino a un palazzo importante, proprio a Mantova. Sì, replica il vescovo, erano le immagini della distruzione della lanterna della torre della Basilica di Santa Barbara, avvenuta a causa della scossa delle 13 del 29 maggio. Un crollo avvenuto in diretta. E il palazzo visto dal Papa in televisione? Quello – spiega Busti a Benedetto XVI – è la Reggia Gonzaghesca, ancora chiusa per sisma.

Ora, dopo la risposta positiva, comincerà l’attività della diocesi di Mantova. C’è la Settimana Pastorale, iniziata il 10 settembre, avviati dal cardinal Tettamanzi. Ma, appena questa sarà finita, il vescovo e i suoi collaboratori inizieranno a studiare un programma e presentarlo alla Santa Sede, a coinvolgere le realtà amministrative e civili della città e del territorio, a chiamare a raccolta le rappresentanze ecclesiali della diocesi. Per il periodo della visita, Busti non nasconde di prediligere l’autunno, in modo che gli interventi di restauro della Basilica albertina di Sant’Andrea siano terminati. Sarà anche questa preparazione alla visita del Papa uno stimolo alla ricostruzione dopo il terremoto.

(nella foto: il vescovo di Mantova, monsignor Roberto Busti, insieme a Papa Benedetto XVI)

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