Il Papa in Libano: un viaggio per parlare di pace ai cristiani del Medio Oriente
Un viaggio che vuol dire pace. Il Papa tra due giorni, venerdì 14 settembre, parte per il Libano. Una visita breve, tre giornate, ma intensa per il significato religioso che Benedetto XVI e la Chiesa cattolica libanese danno ai diversi incontri. Una viaggio che il Papa ha voluto per portare i frutti del lavoro del Sinodo che i Patriarchi delle Chiese del Medio Oriente hanno chiesto e che si è celebrato ad ottobre del 2010. Un viaggio che non è mai stato messo in discussione dal Papa nonostante gli oggettivi problemi di sicurezza. Il Papa non va a prendere una posizione politica, ha ripetuto padre Federico Lombardi illustrando il programma alla stampa.
Basta riprendere le parole del messaggio che Benedetto XVI ha rivolto ai libanesi domenica 9 settembre: “ Non ignoro- ha detto- la situazione spesso drammatica vissuta dalle popolazioni di questa regione da troppo tempo straziata da incessanti conflitti. Comprendo l’angoscia dei molti medio-orientali quotidianamente immersi in sofferenze di ogni tipo, che affliggono tristemente, e talvolta mortalmente, la loro vita personale e familiare. Il mio preoccupato pensiero va a coloro che, alla ricerca di uno spazio di pace, abbandonano la loro vita familiare e professionale e sperimentano la precarietà degli esuli. Anche se sembra difficile trovare delle soluzioni ai diversi problemi che toccano la regione, non ci si può rassegnare alla violenza ed all’esasperazione delle tensioni. L’impegno per un dialogo e per la riconciliazione deve essere prioritario per tutte le parti coinvolte, e deve essere sostenuto dalla comunità internazionale, sempre più cosciente dell’importanza per tutto il mondo di una pace stabile e durevole nell’intera regione. Il mio viaggio apostolico in Libano, e per estensione nel Medio Oriente nel suo insieme, si colloca sotto il segno della pace, facendo riferimento alle parole del Cristo: “Vi dò la mia pace” (Gv 14,27). Che Dio benedica il Libano ed il Medio Oriente! Che Dio vi benedica tutti!”
É questo lo scopo di un viaggio che permetterà al Papa di incontrare i rappresentanti della ventina di confessioni religiose che da sempre cercano di convivere in un paese che paradossalmente è sinonimo allo stesso pace e guerra. Così la messa per i fedeli libanesi sarà celebrata da Benedetto XVI , come fu per Giovanni Paolo II nel 1997, sulla spianata del Waterfront di Beiurt, una spianata sul mare costruito con la terra recuperata dalle macerie della guerra che ha insanguinato il paese per vent’anni. Il Papa arriva a Beirut e subito si reca ad Harissa, luogo simbolo, luogo mariano, luogo dove firmerà la Esortazione Post Sinodale Ecclesia in Medio Oriente. Questo è il terzo viaggio di un pontefice in Libano. Paolo VI fece solo uno scalo a Beirut sulla strada verso l’India. Era il 1964. Poi Giovanni Paolo II studiò un viaggio nel 1993, ma la guerra era ancora una realtà. Nel 1997 si recò a Beirut per 2 memorabili giorni. Ad Harissa incontrò i giovani e lasciò un messaggio di pace. Ma il Medio Oriente si sa non riesce a trovare la vera formula della convivenza.
Per questo Benedetto XVI porta ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà il testo sinodale. Il Papa infatti lo consegnerà anche ai musulmani che incontra nel Palazzo presidenziale di Baabda sabato 15 settembre. E’ lì che rivolgerà un discorso alla società civile, al mondo della cultura e della politica. E sabato pomeriggio sarà con i giovani che lo attendono con veglie di preghiere e speranza. La Messa domenica mattina sarà l’occasione per consegnare a tutti la esortazione, anche ai rappresentati delle diverse componenti della Chiesa locale. Prima del rientro a Roma l’incontro ecumenico nel patriarcato Siro cattolico. I quattro patriarcato cattolici ospiteranno il Papa in diversi momenti. I greco melkiti mettono a disposizione la Chiesa di san Paolo ad Harissa per la firma dell’Esortazione, gli armeni ospitano il pranzo ufficiale con il seguito, i patriarchi e membri del consiglio del Sinodo sabato, la sera i giovani incontrano il Papa al Patriarcato maronita e infine i siro cattolici ospitano l’incontro ecumenico. Il Papa sarà accolto dai tre presidenti che indicano la suddivisione della società civile in diverse componenti che cercano la convivenza. Il presidente della Repubblica, maronita, Michel Suleiman, il presidente del Consiglio Najib Mikati, sunnita e il presidente del Parlamento Nabih Berri, sciita.
Questo sarà il XXIV Viaggio Apostolico Internazionale di Benedetto XVI, quarto viaggio nel continente asiatico dopo quelli realizzati in: Turchia (28 novembre – 1° dicembre 2006), Cipro (4 – 6 giugno 2010) e Terra Santa: Giordania, Israele e Territori Palestinesi (8 – 15 maggio 2009) Dalla sua elezione alla Cattedra di Pietro, Benedetto XVI ha realizzato 14 viaggi apostolici in Europa, 4 in Asia, 2 in Africa, uno in Oceania/Australia e 3 in America. In America, nel corso di tre viaggi il Papa ha visitato: Brasile, Stati Uniti, Messico e Cuba. In Oceania ha visitato l’Australia, dal 12 al 21 luglio 2008, ed è il suo viaggio più lungo. In Africa nel corso di due viaggi ha visitato: Camerun, Angola e Benin. Infine, in Europa (14 viaggi), ha visitato: 4 volte la Germania, 3 volte la Spagna, e una volta Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Malta, Croazia, Portogallo e Regno Unito.