Non scoraggiamoci, ma non illudiamoci!

Riporto l’incipit e un capitolo da un lucido e profondo contributo di Gian Pietro Caliari, offerto da Marco Tosatti sul suo blog Stilum Curiae, oggi 19 luglio 2020, sullo stato della Chiesa attuale e del periodo che in essa stiamo vivendo, con non poca difficoltà e disagio. La riflessione integrale si può leggere QUI.

Non scoraggiamoci, ma non illudiamoci!
di Gian Pietro Caliari
Fu questo il consolante incoraggiamento e, insieme il drammatico ammonimento che Sant’Agostino rivolse in un celebre sermone ai cristiani di Ippona: “Non scoraggiamoci, un ladrone fu salvato! Non illudiamoci, un ladrone fu dannato!” (Sant’Agostino, Sermo 232, 16). Salvezza e dannazione! Tertium non datur!
In tempi di effimera e oppiacea “misericordia”, che appare sempre più nitidamente come sinonimo di apostasia, dove non ci si affida più penitenti e confidenti all’infinito Amore che solo può il Sommo Amore.
“Re celeste, Consolatore, Spirito della verità, ovunque presente e che tutto ricolma, scrigno dei beni e dispensatore di vita, dinnanzi al quale invocare: Trascura le mie iniquità, o Signore nato da una Vergine, e purifica il mio cuore, facendone un tempio del tuo corpo e del tuo sangue purissimo, non rigettarmi davanti al tuo volto, tu la cui misericordia non ha misura. Come oserò, io indegno, di avvicinarmi a te con coloro che ne sono degni, il mio vestito mi tradirà, perché non è un abito adatto a un convito di nozze, e attirerà una sentenza di condanna alla mia anima molto peccatrice. Signore, purifica la mia anima dalle sue sozzure, e salvami, quale amico degli uomini” (Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, Tropari 5 e 6 del sabato sera).
Viviamo in tempi nei quali si è confuso “l’avere Misericordia che appartiene propriamente a Dio”, e dimentichi che Misericordia è il predicato stesso di Dio (cfr. Sant’Ireneo, Epistola 60).
Tempi segnati da un penoso compiacimento per fragilità e peccati, che invece d’essere combattuti e vinti, sono sic et simpliciter derubricati, dal nuovo e autoproclamato “salvator mundi” di una presunta nuova chiesa delle periferie esistenziali.
Un “ospedale da campo”, dove l’Archiatra balbettante non osa neppure davanti a scandali fragorosi e nefasti, pronunciare il nome proprio del peccato, per non turbare il ricettario del politicamente corretto, del religiosamente corretto e dell’eroticamente corretto.
Un “ospedale da campo” da cui, però, il vero Medico delle anime e dei corpi (cfr. Luca 5, 31-32) è stato, in realtà, cacciato, avendo Egli il pessimo vizio di diagnosticare il male e, persino, l’ardire d’indicarne la terapia.
“Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Matteo 16, 23); “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Matteo 23, 37-39). (…)
Non scoraggiamoci, ma non illudiamoci!
Sradicare il male, nella Santa Chiesa di Dio che ormai non più “da qualche fessura” entra come “fumo di Satana nel tempio di Dio” (Paolo VI, Omelia, 29 giugno 1972), ma da porte e finestre spalancate da servili e reprobi ostiari richiede ai nostri giorni le stesso coraggio del Beato Antonio Rosmini, che non disdegnò indicare per nome e cognome le Cinque Piaghe della Santa Chiesa, che forse – nel frattempo – sono divenute ben più di cinque. (…)
Non scoraggiamoci, ma non illudiamoci!
Terza piaga. Il mito e la retorica della Chiesa Povera. La tanta declamata Chiesa Povera, forse, mai prima d’oggi è stata tanto avida di denaro e potere.
Le vicende che coinvolgono influenti cardinali e vescovi tedeschi e quelle che, infine, coinvolgono il deposto Cardinal Edgar McCarrick e dei suoi non-deposti ma promossi “nipotini” molto hanno a che fare, per complicità cercate e immunità concesse, con scabrose vicende di finanziamenti cercati e bramati, concessi o rifiutati.
Insieme, molte altre sono facilmente spiegabili con un sapienziale suggerimento: Cherchez l’argent!
Gli araldi di questa neo-chiesa poverella, non a caso, sono due cardinali tedeschi: Walter Kasper e Reinhard Marx che di povero hanno solo quel che resta della morente Chiesa Cattolica tedesca e di ricco, invece, gli enormi proventi della Kirchensteuer: la tassa del 9 per cento che i tedeschi cattolici devono pagare sul reddito lordo per essere ancora considerati tali.
A Monaco e a Berlino si può prescindere da tutto l’arrugginito armamentario dei dogmi e della morale; si può prescindere dalla stessa fede per essere ammessi all’Eucarestia.
Dal pagare no; questo, poi, mai! E per questo, dal 2012, i poverelli vescovi tedeschi hanno comminato la scomunica latae sentantiae con l’esclusione dai Sacramenti, dal funerale cattolico e da ogni altra attività ecclesiale a chi non paga. E tutto ciò con misericordiante uso del Diritto Canonico.
Messe LGBTQI+, invece, sono benvenute; benedizioni di coppie omosessuali pure; Comunione Eucaristica ai protestanti altrettanto. Tutto e discutibile e discusso in nome della misericordiante accoglienza; purché paghi!
Dopo i copriletti si alzeranno anche i conti correnti, e scopriremo che certi tipi di attività sessuali hanno sempre come contraltare generose elargizioni finanziare generosamente largite e vilmente accettate.
Un giorno, forse, scopriremo quanto certi flussi finanziari hanno e stanno condizionando l’intera Santa Chiesa di Dio e il Papato. E sarà un Dies Irae Dies Illa! (…)