Il Papa: il desiderio di infinito senza Dio porta a “falsi infiniti”, Dio invece è l’infinito incarnato
Così l’uomo inizia a cercare dei “falsi infiniti che possano soddisfare almeno per un momento” e senza saperlo l’uomo “si protende alla ricerca dell’Infinito, ma in direzioni sbagliate: nella droga, in una sessualità vissuta in modo disordinato, nelle tecnologie totalizzanti, nel successo ad ogni costo, persino in forme ingannatrici di religiosità. Anche le cose buone, che Dio ha creato come strade che conducono a Lui, non di rado corrono il rischio di essere assolutizzate e divenire così idoli che si sostituiscono al Creatore.” Essere fatti per l’infinito allora significa volersi purificare dai “falsi infiniti” e per farlo, spiega il papa c’è da “sradicare tutte le false promesse di infinito che seducono l’uomo e lo rendono schiavo”. Riconoscere questa “dipendenza” da Dio porta la possibilità di una vita veramente libera e piena.” Ma l’uomo è in grado è in grado di vivere come se stesso? L’anelito verso l’infinito sembra più una condanna all’insoddisfazione. La risposta è nel cuore del cristianesimo.
“L’Infinito stesso- scrive il Papa- infatti, per farsi risposta che l’uomo possa sperimentare, ha assunto una forma finita.” é il Mistero dell’ Incarnazione che cancella “l’incolmabile distanza tra finito e infinito: il Dio eterno e infinito ha lasciato il suo Cielo ed è entrato nel tempo, si è immerso nella finitezza umana.” Riprende il pensiero del Servo di Dio Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, di cui il Meeting è frutto maturo e dinamico. La vita è vocazione, perché “Ogni cosa, ogni rapporto, ogni gioia, come anche ogni difficoltà, trova la sua ragione ultima nell’essere occasione di rapporto con l’Infinito, voce di Dio che continuamente ci chiama e ci invita ad alzare lo sguardo, a scoprire nell’adesione a Lui la realizzazione piena della nostra umanità.”
Il messaggio per l’oggi è semplicissimo e forte: “Non dobbiamo avere paura di quello che Dio ci chiede attraverso le circostanze della vita, fosse anche la dedizione di tutto noi stessi in una forma particolare di seguire e imitare Cristo nel sacerdozio o nella vita religiosa. Il Signore, chiamando alcuni a vivere totalmente di Lui, richiama tutti a riconoscere l’essenza della propria natura di essere umani: fatti per l’infinito. Dio ha a cuore la nostra felicità, la nostra piena realizzazione umana.” E per farlo c’è da seguire la strada percorsa dai santi. L’augurio è “che la riflessione di questi giorni possa introdurre tutti nella certezza e nella gioia della fede.”