L’Angelus del papa. Nuovo appello per la pace

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”Scongiurare il ritorno a contrapposizioni nazionalistiche”. Lo ha chiesto il papa all’Angelus, un’occasione per intervenire nuovamente nella crisi tra Georgia e Russia. Benedetto XVI ricorda il clima della guerra fredda, ma invita a non cedere al pessimismo. “Occorre impegnarsi attivamente – ha detto – affinché venga respinta la tentazione di affrontare nuove situazioni con vecchi sistemi. La violenza va ripudiata!”.

La via di uscita? “La forza morale del diritto, trattative eque e trasparenti per dirimere le controversie, a partire da quelle legate al rapporto tra integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli, fedeltà alla parola data, ricerca del bene comune”. Sono strade, continua Benedetto XVI, “da percorrere, con tenacia e creatività, per costruire relazioni feconde e sincere e per assicurare alle presenti e alle future generazioni tempi di concordia e di progresso morale e civile!”.

Nella riflessione del pontefice anche un riferimento al suo ruolo, partendo dalla professione di fede di San Pietro, raccontata nel Vangelo domenicale. “La missione di Pietro, e dei suoi successori, – spiega – è proprio quella di servire quest’unità dell’unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani; il suo ministero indispensabile è far sì che essa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, ma che sia la Chiesa di tutti i popoli, per rendere presente fra gli uomini, segnati da innumerevoli divisioni e contrasti, la pace di Dio e la forza rinnovatrice del suo amore. Servire dunque l’unità interiore che proviene dalla pace di Dio, l’unità di quanti in Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle: ecco la peculiare missione del Papa, Vescovo di Roma e successore di Pietro”.

Da qui, la richiesta di preghiere “affinché, fedeli a Cristo, possiamo insieme annunciarne e testimoniarne la presenza in questo nostro tempo”.

Il testo integrale

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