Il Papa: san Domenico ci insegna a pregare davanti alla bellezza della creazione
E’ San Domenico di Guzman il maestro di preghiera che oggi il Papa ha presentato ai fedeli che nel cortile del Palazzo di Castelgandolfo. Dalle pagine del suo biografo e successore il beato Giordano di Sassonia, il Papa ha ripreso i temi e il significato della preghiera che è scuola di comunione con Dio. La tradizione domenica ha tramandato il suo modo di pregare con un libro dedicato proprio alla vita interiore del Santo. Un modo anche per noi di imparare il modo di pregare. Indicazioni anche pratiche per insegnare il raccoglimento.
In piedi, in ginocchio, steso per terra, questi i modi di pregare di San Domenico che indicano l’atteggiamento spirituale. “In san Domenico- ha detto il Papa- possiamo vedere un esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attività apostolica. Le nove maniere di pregare allora sono una vera scuola. “I primi sette modi-dice Bendetto XVI- seguono una linea ascendente, come passi di un cammino, verso la comunione con Dio, con la Trinità: san Domenico prega in piedi inchinato per esprimere l’umiltà, steso a terra per chiedere perdono dei propri peccati, in ginocchio facendo penitenza per partecipare alle sofferenze del Signore, con le braccia aperte fissando il Crocifisso per contemplare il Sommo Amore, con lo sguardo verso il cielo sentendosi attirato nel mondo di Dio.” Poi “san Domenico prolungava il colloquio con Dio, senza porsi limiti di tempo” e – prosegue il Papa “testimoni raccontano che, a volte, entrava in una sorta di estasi con il volto trasfigurato, ma subito dopo riprendeva umilmente le sue attività quotidiane ricaricato dalla forza che viene dall’Alto.”
E poi c’è la preghiera itinerante durante i viaggi tra un convento e l’altro: “contemplava la bellezza della creazione. Allora dal suo cuore sgorgava un canto di lode e di ringraziamento a Dio per tanti doni, soprattutto per la più grande meraviglia: la redenzione operata da Cristo.” Pe noi la scuola di san Domenico “ci ricorda che all’origine della testimonianza di fede, che ogni cristiano deve dare in famiglia, nel lavoro, nell’impegno sociale, e anche nei momenti di distensione, sta la preghiera”. Non solo. è importante anche l’ atteggiamento che si tiene pregando: “L’inginocchiarsi, lo stare in piedi davanti al Signore, il fissare lo sguardo sul Crocifisso, il fermarsi e raccogliersi in silenzio, non sono secondari, ma ci aiutano a porci interiormente, con tutta la nostra persona, in relazione con Dio.” Il consiglio del Papa è di approfittare di questi periodi esitivi per “trovare quotidianamente momenti per pregare con tranquillità” anche per fare entrare tutti nel raggio luminoso della presenza di Dio.” Dopo la sintesi in diverse lingue il Papa ha salutato tutti i fedeli augurandi buone vacanze!
Al termine dell’udienza generale di questa mattina a Castelgandolfo, il Papa ha incontrato Gabby Giffords, l’ex parlamentare statunitense che rimase ferita in modo molto grave in un attentato avvenuto durante un comizio a Tucson, in Arizona, accompagnata dal marito, l’astronauta Mark Kelly, ”capo dell’equipaggio degli astronauti che, il 21 maggio 2011, in collegamento dalla stazione spaziale internazionale, avevano parlato con il Papa”. Tra i numerosi ciclisti presenti oggi all’udienza, c’era anche un gruppo di giapponesi, giunti da Nagasaki per consegnare a Benedetto XVI un messaggio di pace inviato dall’abate del Todaiji Temple di Nara.