San Carlo Lwanga e compagni, martiri per non aver accondisceso ai desideri gay del Re di Buganda. Due anni di attesa per il rapporto su McCarrick

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Oggi 3 giugno 2020 memoria del eroico San Carlo Lwanga e 12 compagni, tra i quattordici e i trent’anni di età, che furono martirizzati nel 1886 a Namugongo in Uganda perché rifiutarno di accondiscendere ai desideri omosessuali del Re di Buganda Mwanga II.

Il giorno 20 di questo mese di giugno 2020, ricorrerà il secondo anniversario dell’annuncio della rimozione dal ministero pubblico dell’ex cardinale Theodore McCarrick, accusato di aver compiuto per lungo tempo abusi omosessuali sia su adulti, sia su minori. Da due anni si attende dalle Santa Sede la pubblicazione del rapporto su questo predatore omosessuale, promesso (“a tempo debito”) il 6 ottobre 2018.

Carlo Lwanga era il capo dei paggi della corte reale del giovane re di Buganda che, pur avendo frequentato la scuola dei Padri Bianchi, non era riuscito ad imparare né a leggere né a scrivere, perché “testardo, indocile e incapace di concentrazione”. Certi suoi atteggiamenti fanno dubitare che sia stato nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Da mercanti bianchi venuti dal nord, aveva imparato quanto di peggio questi abitualmente facevano: fumare hascisc, bere alcool in gran quantità e abbandonarsi a pratiche omosessuali. Per queste ultime, il Re Mwanga II si era costruito un fornitissimo harem costituito da paggi, servi e figli dei nobili della sua corte.

Sostenuto all’inizio del suo regno dai cristiani (cattolici e anglicani) che fanno insieme a lui fronte comune contro la tirannia del Re musulmano Kalema, ben presto Re Mwanga II vede nel cristianesimo il maggior pericolo per le tradizioni tribali ed il maggior ostacolo per le sue dissolutezze. A sobillarlo contro i cristiani sono soprattutto gli stregoni e i feticisti, che vedono compromesso il loro ruolo ed il loro potere.

Il caso McCarrick e il rapporto sul caso della Santa Sede che non si vede

“La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick” (6 ottobre 2018).

Un’inchiesta del The New York Times ha messo in luce come molti nella Chiesa sapessero da decenni che l’ex cardinale era stato accusato da svariate persone di molestie sessuali. In particolare tra il 1994 e il 2008, i vescovi statunitensi avevano ricevuto numerosi rapporti sulle trasgressioni del cardinale con giovani studenti del seminario.

Il 20 giugno 2018 l’Arcivescovo di New York, Cardinale Timothy Dolan rese noto con un comunicato, che il Cardinale Theodore McCarric era stato sospeso dal ministero sacerdotale. Il Segretario di Stato della Santa Sede, Cardinale Pietro Parolin, su indicazione di Papa Francesco, aveva dato istruzioni affinché il Cardinale Theodore McCarrick, Arcivescovo emerito di Washington, non esercitasse più pubblicamente il suo ministero sacerdotale. In base alle accuse e alle segnalazioni pervenute, le forze dell’ordine statunitensi avevano avviato le indagini. I risultati – si ricordava nel comunicato – “sono stati forniti all’Arcidiocesan Review Board, un gruppo di professionisti tra giuristi, esperti di forze dell’ordine, genitori, psicologi, un prete e una religiosa. (…) Il comitato di revisione ha ritenuto le affermazioni credibili e fondate”.

Il 27 luglio 2018 McCarrick presentò la rinuncia da membro del Collegio cardinalizio a Papa Francesco, il quale “ne ha accettato le dimissioni da Cardinale ed ha disposto la sua sospensione dall’esercizio di qualsiasi ministero pubblico, insieme all’obbligo di restare in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e di penitenza, fino a quando le accuse che gli vengono rivolte siano chiarite dal regolare processo canonico” (Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, 28 luglio 2018). McCarrick diventa così il primo cardinale ad essersi dimesso durante il pontificato di Papa Francesco. Prima di lui, nel 2015, il cardinale scozzese Keith Michael Patrick O’Brien aveva rinunciato soltanto alle prerogative del cardinalato, mantenendo tuttavia il titolo cardinalizio. L’ultimo precedente in età contemporanea era stato quello del francese Louis Billot dimessosi nel 1927 per dissidi con Papa Pio XI.

L’inchiesta nei fatti contestati a McCarrick era stata annunciata dalla Santa Sede il 6 ottobre 2018, nel “Comunicato della Santa Sede” pubblicato sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, N. 731: «Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue:
Nel settembre 2017, l’Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora Cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’Arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel frattempo, poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell’’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza.
La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick. Anche in riferimento ad altre accuse portate contro l’ecclesiastico, il Santo Padre ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l’investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l’allora Cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività.
La Santa Sede è consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, «seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci» (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile.
Il Santo Padre Francesco rinnova il pressante invito ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società. Egli, come annunciato, ha convocato i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio, mentre risuonano ancora le parole della Sua recente Lettera al Popolo di Dio: “L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro” (20 agosto 2018)».
Il 16 febbraio 2019 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha reso noto con un Comunicato che «in data 11 gennaio 2019, il Congresso della Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato il decreto conclusivo del processo penale a carico di Theodore Edgar McCarrick, Arcivescovo emerito di Washington, D.C., con il quale l’accusato è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale. Il 13 febbraio 2019 la Sessione Ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la Dottrina della Fede ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso del ricorrente e ha deciso di confermare il decreto del Congresso. Questa decisione è stata notificata a Theodore McCarrick in data 15 febbraio 2019. Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso».

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Scandaloso che il rapporto su McCarrick, promesso sei mesi fa, non è ancora reso pubblico dalla Santa Sede – 13 maggio 2020

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