Il comunicato della SSPX non è una risposta ufficiale
Non è ancora la risposta ufficiale. Il comunicato finale del Capitolo Generale della “Fraternità sacerdotale San Pio X”, i lefevriani, che si è tenuto nei giorni scorsi, è soprattutto “un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità.” La Santa Sede lo ha chiarito con un comunicato della Sala Stampa. “La Santa Sede- si legge nel testo- ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione “Ecclesia Dei”. Il 14 luglio è stato pubblicato un testo, a dire il vero abbastanza ambiguo circa la risposta che la SSPX dovrebbe dare a Roma.
“Noi – si legge nel testo- abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della Cristianità. Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, in questo caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo.”
Qualche riga più sotto si legge: “Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.
Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizione costante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza, in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.”