Il contagio da dabbenaggine…

Condividi su...

“Se rinasco, faccio il virologo. Avete visto? Gettoni di presenza per ogni comparsata in televisione e agenti che ne curano gli interessi. I virologi che ogni giorno si concedono al volgo per dirci come vanno, o non vanno, le cose ricevono lauti compensi [*]. Si dirà: sono professionisti, giusto che siano pagati. Vero. Ma allora vorremmo sapere perché proprio e sempre loro intervengono, e non altri. Altri che magari sulla pandemia hanno idee diverse. Non so perché, ma ho il vago sospetto che, oltre che di quello causato dal coronavirus, siamo vittime di un altro contagio: quello della dabbenaggine [**]” (Aldo Maria Valli – Duc in altum, 14 maggio 2020).

[*] Quanto guadagnano i virologi in tv: “scoperti” i compensi di Burioni e Capua. Il servizio di Panorama
Il settimanale Panorama ha contattato i due noti virologi per una finta ospitata in televisione. Ecco cosa hanno saputo sui loro cachet. È il tempo del Covid, ma è anche il tempo di chi lo combatte e di chi lo studia. I virologi e gli epidemiologi in tv sono diventati l’appuntamento quotidiano per migliaia di italiani. Ora, sta facendo parecchio discutere un servizio di Panorama in cui vengono indagati i compensi dei noti esperti per le loro ospitate in televisione.
Il settimanale ha contattato gli agenti dei due medici e, fingendosi una società privata interessata a un loro intervento televisivo, ha chiesto a quanto ammontasse il cachet. Panorama si è rivolto a Elastica, società di comunicazione di Bologna, per sapere il budget dell’ormai famosissimo Roberto Burioni. Come sappiamo Burioni è da settimane ospite fisso di Fabio Fazio a “Che Tempo Che Fa”. L’agente di Elastica ha risposto che le richieste del professore variano da caso a caso. “Mi dica il budget, è limitato? Il professore farà le sue valutazioni. Potrebbe decidere di partecipare gratuitamente oppure di chiedere qualcosa in più perché è talmente impegnato che il compenso economico può essere una ragione per fare le cose”, avrebbe spiegato al giornalista “camuffato” da commerciale.
Quanto guadagna Burioni
In Rai, oltre al compenso generico basato sul tipo di intervento richiesto, per la sua presenza a “Che Tempo Che Fa” Burioni incassa anche un gettone di presenza, erogato da Officina, la società di produzione del programma, di cui Fazio è socio insieme a Magnolia.
Insomma, per quanto si possano fare tentativi, difficile parlare di cifre per Burioni. Piuttosto, c’è la questione di un potenziale conflitto di interessi. Come ha sollevato il Codacons, Burioni infatti ha creato la Pomona ricerca Srl, che nella sua attività di ricerca intrattiene rapporti di lavoro con grandi multinazionali di farmaci e vaccini. Secondo Codacons, la sua presenza fissa su Rai 2 sarebbe di fatto una pubblicità a vantaggio dei brevetti depositati dallo stesso Burioni tramite il lavoro di Pomona.
Quanto guadagna Capua
Diverso il discorso per l’altro voto noto della tv ai tempi del Coronavirus, Ilaria Capua, ospite frequente di La7. “Per un contributo di 10 minuti su Skype – ha dichiarato l’agente della nota virologa, che dirige l’One Health Center of Excellence all’Università della Florida – o dallo studio televisivo dell’università siamo attorno ai 2mila euro più Iva”. L’ agente ha inoltre spiegato che il compenso di Capua non va a minutaggio, “ma se si chiede una presenza di 10 minuti non può essere di un’ora, altrimenti la fee sale”.

[**] Sostantivo femminile “dabbenaggine”, derivato di “dabbene” (onesto), composto di “da” e “bene”, con un suffisso “-aggine” che indica una qualità negativa. Caso curioso: dabbene è una parola che significa probità; dabbenaggine inverte il valore positivo di questa parola significando sciocchezza, eccessiva semplicità d’animo e di mente, soprattutto in senso deteriore, cioè credulità, balordaggine, credulità, sprovvedutezza. Non si può negare che, come si dice a Firenze, tre volte buono vuol dire bischero.

La nostra dabbenaggine
di Mariano Abis
Jolao77, 18 marzo 2016

L’inefficienza della pubblica amministrazione e i furti legalizzati dei politici non sono i veri problemi del paese, uno dei veri problemi è pagare ogni anno sei finanziarie, una è quella che il governo impone, le altre cinque (quasi 100 miliardi di euro) sono gli interessi che lo stato paga ai banchieri privati che ci prestano la NOSTRA moneta, il più grosso problema dell’italia È LA NOSTRA DABBENAGGINE.

Foto di copertina: “Il chirurgo“, un dipinto ad olio del pittore fiammingo Jan Sanders van Hemessen del 1555, conservato nel Museo del Prado a Madrid.
Una versione rinascimentale della lobotomia, l’estrazione della “Pietra della Locura”, da parte di un “chirurgo”, che “opera” in una fiera, porta le lenti, un simbolo degli studiosi per secoli. Egli fa un’incisione nella parte anteriore della testa del paziente, che è legato ad una sedia. Al suo fianco, una donna anziana aiuta a tenere il capo. A destra del chirurgo vi è una stringa che contiene diverse pietre di dimensioni simili, prove dei successi precedenti per titubanti clienti, siano esse pietre della follia o calcoli urinari. Dietro la signora anziana, una giovane donna sembra preparare una pomata o un unguento mentre l’ultimo personaggio, probabilmente il prossimo candidato per trapanazione, è in ginocchio, con gli occhi chiusi, rivolti al cielo.
La ragione del quadro risponde alla credenza medievale che la demenza fosse dovuta ad un’ostruzione del cervello causata dall’accumulo di pietre all’interno della testa. Tale credenza è stata sfruttata dai ciarlatani truffatori e altri barbieri “chirurghi” come rappresentato nel quadro di Hemessen. Sono stati descritti concrezioni calcaree, calcificazioni nel cervello, causate da alcuni casi di cancro, ematomi subdurali… è possibile che la scoperta di una di queste strutture minerarie nel cranio di un paziente affetto da demenza abbia creato la leggenda della “pietra della follia”.

151.11.48.50