Angelus: Benedetto XVI parla di San Bonaventura

Benedetto XVI ricorda “San Bovanentura da Bagnoregio, francescano, Dottore della Chiesa, successore di San Francesco d’Assisi alla guida dell’Ordine dei Frati Minori”. Il papa dedica a lui l’Angelus di oggi, al ritorno dalla visita pastorale a Frascati. Nel giorno della sua memoria liturgica, Benedetto XVI parla di colui che “scrisse la prima biografia ufficiale del Poverello, e alla fine della vita fu anche Vescovo di questa Diocesi di Albano”, nel cui territorio ricade proprio Castel Gandolfo. Parla delle sue lettere il papa, e si riferisce in particolare alle parole che “ci rimandano direttamente al Vangelo di oggi, di questa domenica, che ci presenta il primo invio in missione dei Dodici Apostoli da parte di Gesù”. Benedetto XVI spiega come “Francesco d’Assisi, dopo la sua conversione, praticò alla lettera questo Vangelo, diventando un testimone fedelissimo di Gesù; e associato in modo singolare al mistero della Croce, fu trasformato in un «altro Cristo», come proprio san Bonaventura lo presenta”.
D’altronde, dice ancora, “tutta la vita di san Bonaventura, come pure la sua teologia hanno quale centro ispiratore Gesù Cristo”, proprio per come viene descritto nella lettera agli Efesini. Qui San Paolo, “l’Apostolo”, mostra “come si è realizzato questo disegno di benedizione, in quattro passaggi che cominciano tutti con la stessa espressione «in Lui», riferita a Gesù Cristo. «In Lui» il Padre ci ha scelti prima della creazione del mondo; «in Lui» abbiamo la redenzione mediante il suo sangue; «in Lui» siamo diventati eredi, predestinati ad essere «lode della sua gloria»; «in Lui» quanti credono nel Vangelo ricevono il sigillo dello Spirito Santo”.
La lettera agli Efesini fu l'”inno” che proprio Bonaventura ha contribuito a rendere cardine della teologia della Chiesa; spiega che “tutta la storia ha come centro Cristo, il quale garantisce anche novità e rinnovamento ad ogni epoca”. “In Gesù – spiega il papa – Dio ha detto e dato tutto, ma poiché Egli è un tesoro inesauribile, lo Spirito Santo non finisce mai di rivelare e di attualizzare il suo mistero. Perciò l’opera di Cristo e della Chiesa non regredisce mai, ma sempre progredisce”.