Festa grande a Frascati. Benedetto XVI: “Dio chiama, occorre rispondere”
“Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere”. Benedetto XVI in visita pastorale a Frascati richiama all’impegno, come conseguenza di una “chiamata”. “Il Signore chiama tutti – spiega il papa -, distribuendo diversi doni per diversi compiti nella Chiesa”. E aggiunge: “Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all’impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società. Importante è che la ricchezza dei doni trovi piena accoglienza, specialmente da parte dei giovani; che si senta la gioia di rispondere a Dio con tutto se stessi, donandola nella via del sacerdozio e della vita consacrata o nella via del matrimonio, due vie complementari che si illuminano a vicenda, si arricchiscono reciprocamente e insieme arricchiscono la comunità”.
E’ festa grande nella diocesi “suburbicaria” di Roma, quella di cui il cardinale Tarcisio Bertone, è “titolare”. E in effetti, insieme al papa c’è anche il Segretario di Stato a respirare la calda accoglienza in piazza San Pietro. Il papa viene salutato dal sindaco, Stefano Di Tommaso, sono presenti numerose autorità italiane. Ma è al saluto del vescovo Raffaello Martinelli che il papa risponde in maniera speciale durante l’omelia: “è stato per più di venti anni per me un fedelissimo e molto capace collaboratore nella Congregazione per la Dottrina della Fede, dove ha lavorato soprattutto nel settore del catechismo e della catechesi con grande silenzio e discrezione: ha contribuito al Catechismo della Chiesa cattolica e al Compendio del Catechismo. In questa grande sinfonia della fede anche la sua voce è molto presente”. E poi aggiunge il suo programma pastorale: “Anche qui, nella comunità diocesana di Frascati, il Signore semina con larghezza i suoi doni, chiama a seguirlo e a prolungare nell’oggi la sua missione. Anche qui c’è bisogno di una nuova evangelizzazione, e per questo vi propongo di vivere intensamente l’Anno della Fede che inizierà ad ottobre, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II”.
Il papa invita a ripartire dai documenti del Concilio, che “contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane. Quindi leggetelo – esorta -, leggete il Catechismo della Chiesa cattolica e così riscoprite la bellezza di essere cristiani, di essere Chiesa di vivere il grande «noi» che Gesù ha formato intorno a sé, per evangelizzare il mondo: il «noi» della Chiesa, mai chiuso, ma sempre aperto e proteso all’annuncio del Vangelo”.
Benedetto XVI insiste sulla necessità della formazione continua degli operatori ecclesiali: “E’ proprio quello che ha fatto Gesù con i suoi discepoli: li ha istruiti, li ha preparati, li ha formati anche mediante il tirocinio ‘missionario’, perché fossero capaci di assumere la responsabilità apostolica della Chiesa”.
Commentando il vangelo del giorno, infatti, il papa ricorda come “Gesù prende l’iniziativa di inviare i dodici Apostoli in missione”. “Gesù li manda a due a due e dà loro istruzioni, che l’Evangelista riassume in poche frasi. La prima riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere attaccati al denaro e alle comodità. Gesù poi avverte i discepoli che non riceveranno sempre un’accoglienza favorevole: talvolta saranno respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati. Ma questo non li deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesù e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo”. Perché, “il successo lo lasciano a Dio”.
Insomma un percorso non facile, come fu per il profeta Amos, che predicò ciò “che Dio dice e non ciò che gli uomini vogliono sentirsi dire”. “E questo rimane il mandato della Chiesa – spiega il papa -: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti. Il loro criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano”.