Numeri ufficiali Covid-19. Prosegue il lento calo del trend dell’epidemia in Italia. Un ringraziamento ai nostri lettori

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++++ 12 maggio 2020 – Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato quanto segue:
“Confermo che il 18 maggio, in memoria del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, il Santo Padre celebrerà la messa mattutina in diretta alle ore 7:00 nella cappella della tomba del Santo nella Basilica vaticana. 
Lo stesso giorno riprenderà in Italia – ed è già ripresa in molte parti del mondo – la celebrazione della messa con concorso di fedeli. Per questo motivo, dal giorno successivo, 19 maggio, cesserà la trasmissione in diretta delle messe mattutine da Casa Santa Marta. Come ha avuto modo di affermare nei giorni scorsi, il Papa auspica che il Popolo di Dio possa così tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, partecipando alla liturgia domenicale, e riprendendo, anche nelle chiese, la frequentazione quotidiana del Signore e della sua Parola”. ++++

Primo di procedere – come ogni sera dall’inizia dell’emergenza Sars-CoV-1 – con i numeri ufficiali Covid-19, una parola “pro domo”. Vogliamo formulare un ringraziamento per gli apprezzamenti che riceviamo per le nostre inchieste, sui social in pubblico, ma anche – e in numeri elevati – con dei messaggi in privato.

Virtus unita fortior, Eendracht maakt macht, L’unione fa la forza, L’union fait la force, Unity makes strength, Einigkeit macht stark. “Toute puissance est faible, à moins que d’être unie” (de La Fontaine). Concordia res parvae crescunt

Le belle parole fanno piacere. Gli elogi fanno piacere. Noi lavoriamo sempre per la ricerca della verità e se insieme agli elogi troveremo la verità, avremmo raggiunto lo scopo del nostro lavoro. Liberare la verità appare sempre più difficile, perché come noi cerchiamo la verità e chi l’ha sequestrata, nello stesso modo i sequestratori, le menti raffinatissime, cercano noi e cercano di impedirci di liberare la verità con tutti i mezzi di cui dispongono, legali e illegali. La differenza tra noi e loro sapete quale è? Siete voi… sono i nostri lettori, sono i nostri sostenitori, sono gli operai, i dipendenti, gli amici del Vaticano e della Santa Sede, che ci sostengono e ci incoraggiano a non abbassare la guardia e ad andare avanti.
Perché ci vuole coraggio per andare contro i poteri forti e, credeteci, siamo osservati in modo speciale dai poteri forti. Per questo, noi continueremo ad avere il coraggio di mettere il nostro fuoco in tutto il mondo.
Per queste vostre parole e per questi vostri elogi, noi continueremo ad impegnarci per essere sempre al livello del nostro Editore, che è il Top! Impegnandoci, cercheremo di essere sempre all’altezza, perché l’unione fa la forza e insieme, credeteci, siamo davvero invincibili, perché se siamo quello che dobbiamo essere, metteremo fuoco in tutto il mondo (Santa Caterina da Siena).
Vorremmo fare un elogio noi, in particolare a tutti gli operai e dipendenti, che in questi giorni da Fase 2 che diventerà Fase 3, stanno dando grande prova di disponibilità, umiltà e versatilità, poiché con il Covid-19 inevitabilmente anche il lavoro in Vaticano va interpretato in maniera diversa e nuova. Gli operai e i dipendenti in questa quarantena da isolamento e smartworkig hanno già dimostrato di sapersi adattare. E ora stanno dimostrando con grande impegno, umiltà e abnegazione di saper interpretare la nuova situazione di necessità, perché inevitabilmente a causa dell’emergenza bisogna essere versatili e rispondere in maniera dinamica alle nuove richieste di un servizio che va affrontato con intelligenza che si sa è la capacità di sapersi adattare ad un cambiamento. Quindi elogiamo gli operai e i dipendenti che sono impiegati già in questi giorni in servizi, che non sono propriamente i loro servizi. Siamo convinti, che quando verranno aperti tutti i restanti uffici e amministrazioni, questa sarà la vera sfida per affrontare la Fase 3. Cioè la capacità di adattarsi alla nuova realtà lavorativa nella quale, per esempio, un custode dei Musei Vaticani potrebbe trovarsi a fare il giardiniere, poiché nei musei non serviranno inizialmente tutti i custodi. Oppure, sempre per esempio, un dipendente di ufficio del Governatorato S.C.V. potrebbe essere chiamato a lavorare temporaneamente in archivio o in magazzino.
Fase 3 significa disponibilità, umiltà, versatilità, nella consapevolezza di avere un lavoro che nobilita, lavoro che dona dignità, qualsiasi esso sia in giacca e cravatta o in tuta da operaio. Perché la dignità è uguale per tutti e la parola lavoro di questi tempi appare come una opportunità da non perdere.
Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, operai, dipendenti e amici vaticani, ricordiamo loro che per le opportune segnalazioni è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI (a questo indirizzo possono essere inviate le segnalazioni di errori involontari o delle imprecisioni (nessuno è perfetto, nonostante tutte le cure che ci mettiamo nel nostro lavoro).
Lo Staff del “Blog dell’Editore”
12 maggio 2020

I dati Covid-19 comunicati dal Dipartimento della Protezione Civile alle ore 18.00 di oggi 12 maggio 2020

In isolamento domiciliare: 67.449 (-501)
Ricoverati con sintomi: 12.865 (-674)
In terapia intensiva: 952 (-47)
Deceduti: 30.911 (+172)

Dal 1° giugno probabili gli spostamenti tra regioni
A partire da lunedì 18 maggio verranno allentate ulteriormente le misure restrittive e i divieti agli spostamenti. Dal 1 giugno potrebbe arrivare il via libera per muoversi al di fuori dei confini della Regione di residenza. Tuttavia, tale decisione dipenderà molto dalla situazione dell’epidemia Regione per Regione, quindi bisognerà aspettare ancora qualche giorno in cui si continuerà a monitorare l’evoluzione dell’epidemia, ma già dal prossimo 15 maggio si inizierà a valutare i dati finora raccolti. E se i numeri lo permetteranno, dal 1 giugno potrebbe arrivare il via libera agli spostamenti tra Regioni. Ad ogni modo, l’ultima parola spetterà sempre ai governatori, i quali potrebbero anche decidere di negare l’accesso a cittadini proveniente da altre Regioni e dovranno comunque fare riferimento a una serie di indicatori illustrati in un decreto del Ministero della salute, che attestino la capacità di monitoraggio nel territorio, di gestione dei contatti in caso di diagnosi e alla tenuta dei servizi sanitari. Le Regioni dovranno essere in grado di indicare il numero di casi sintomatici notificati per mese, con la data in cui si sono iniziati a sviluppare i sintomi e il numero di casi che hanno richiesto un ricovero, sia per la terapia intensiva che per altri reparti ospedalieri. Le autorità regionali dovranno inoltre monitorare i Comuni in cui si sono registrati i casi in modo da avere una mappatura della diffusione del virus. Infine, le Regioni dovranno essere in grado di presentare un numero di checklist da somministrare di settimana in settimana alle strutture sociosanitarie, evidenziando quelle in cui si è riscontrata almeno una criticità. Un monitoraggio che tenga conto di questi criteri favorirà la riapertura nelle Regioni.

La denuncia dei medici di famiglia: non arriva numero adeguato di dispositivi di protezione
“Nonostante le normative di legge vigenti, non ci arriva il numero adeguato di dispositivi di protezione oltre al fatto che non veniamo minimamente coinvolti nell’analisi del fabbisogno perché, oltre a quello ospedaliero, ricordiamo che c’è anche quello dei medici convenzionati”, ha dichiarato all’AGI Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana dei medici di famiglia-Fimmg, l’associazione sindacale nazionale che rappresenta 27mila medici degli oltre 40mila presenti sul territorio.

La Danimarca dichiara di avaer sconfitto il Sars-CoV-2 e che una seconda ondata è improbabile
La Danimarca ha progressivamente allentato le restrizioni imposte per contrastare il Sars-CoV-2 e secondo le autorità sanitarie la situazione è ormai “sotto controllo”. “Se il virus fosse incontrollato e non avessimo fatto nulla, ci sarebbe stata una seconda ondata. Ma abbiamo imparato molto dalla malattia”, ha affermato il responsabile delle infezioni presso l’Istituto Nazionale di Salute danese.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 377 (-2)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi
[A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]
Numero giorno -Data – Decessi del giorno [*] (Totale decessi) – Media giornaliera dei decessi (arrotondata)

1 – 21.02 – 1 (1) – 1
2 – 22.02 – 1 (2) – 1
3 – 23.02 – 1 (3) – 1
4 – 24.02 – 3 (6) – 1
5 – 25.02 – 1 (7) – 1
6 – 26.02 – 5 (12) – 2
7 – 27.02 – ? (?) – ?
8 – 28.02 – ? (21) – 3
9 – 29.02 – 8 (29) – 3
10 – 01.03 – 5 (34) – 3
11 – 02.03 – ? (?) – ?
12 – 03.03 – ? (79) – 7
13 – 04.03 – 28 (107) – 8
14 – 05.03 – 41 (148) – 11
15 – 06.03 – 49 (197) – 13
16 – 07.03 – 36 (233) – 15
17 – 08.03 – 133 (366) – 22
18 – 09.03 – 97 (463) – 26
19 – 10.03 – 168 (631) – 33
20 – 11.03 – 196 (827) – 41
21 – 12.03 – 189 (1.016) – 48
22 – 13.03 – 250 (1.266) – 58
23 – 14.03 – 175 (1.441) – 63
24 – 15.03 – 368 (1.809) – 75
25 – 16.03 – 349 (2.158) – 86
26 – 17.03 – 345 (2.503) – 96
27 – 18.03 – 475 (2.978) – 110
28 – 19.03 – 427 (3.405) – 122
29 – 20.03 – 627 (4.032) – 139
30 – 21.03 – 793 (4.825) – 161
31 – 22.03 – 650 (5.475) – 177
32 – 23.03 – 602 (6.077) – 189
33 – 24.03 – 743 (6.820) – 207
34 – 25.03 – 683 (7.503) – 221
35 – 26.03 – 662 (8.165) – 233
36 – 27.03 – 969 (9.134) – 254
37 – 28.03 – 889 (10.023) – 271
38 – 29.03 – 756 (10.779) – 284
39 – 30.03 – 818 (11.597) – 297
40 – 31.03 – 831 (12.428) – 311
41 – 01.04 – 727 (13.155) – 321
42 – 02.04 – 760 (13.915) – 331
43 – 03.04 – 766 (14.681) – 341
44 – 04.04 – 681 (15.362) – 349
45 – 05.04 – 525 (15.887) – 353
46 – 06.04 – 636 (16.523) – 359
47 – 07.04 – 604 (17.127) – 364
48 – 08.04 – 542 (17.669) – 368
49 – 09.04 – 610 (18.279) – 373
50 – 10.04 – 570 (18.849) – 377
51 – 11.04 – 619 (19.468) – 382
52 – 12.04 – 431 (19.899) – 383
53 – 13.04 – 566 (20.465) – 386
54 – 14.04 – 602 (21.067) – 390
55 – 15.04 – 578 (21.645) – 394
56 – 16.04 – 525 (22.170) – 396
57 – 17.04 – 575 (22.745) – 399
58 – 18.04 – 482 (23.227) – 400
59 – 19.04 – 433 (23.660) – 401
60 – 20.04 – 454 (24.114) – 402
61 – 21.04 – 534 (24.648) – 404
62 – 22.04 – 437 (25.085) – 405
63 – 23.04 – 464 (25.549) – 406
64 – 24.04 – 420 (25.969) – 406
65 – 25.04 – 415 (26.384) – 406
66 – 26.04 – 260 (26.644) – 404
67 – 27.04 – 333 (26.977) – 403
68 – 28.04 – 282 (27.359) – 402
69 – 29.04 – 323 (27.682) – 401
70 – 30.04 – 285 (27.967) – 400
71 – 01.05 – 269 (28.236) – 398
72 – 02.05 – 474 (28.710) – 399
73 – 03.05 – 174 (28.884) – 396
74 – 04.05 – 195 (29.079) – 393
75 – 05.05 – 236 (29.315) – 391
76 – 06.05 – 369 (29.684) – 391
77 – 07.05 – 274 (29.958) – 389
78 – 08.05 – 243 (30.201) – 387
79 – 09.05 – 194 (30.395) – 385
80 – 10.05 – 165 (30.560) – 382
81 – 11.05 – 179 (30.739) – 379
82 – 12.05 – 172 (30.911) – 377

[*] Dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile.
[?] Dati non forniti dal Dipartimento della Protezione Civile (invece, nei totali complessivi sono inclusi i dati dei decessi mancanti).

Che cosa ci ha insegnato la matematica sul virus
È uno strumento democratico e consente, come tutti abbiamo visto in questo periodo di epidemia, di valutare l’esattezza o la manipolazione di un dato
di Chiara Valerio [**]
Repubblica.it, 12 maggio 2020

Che la matematica serva in qualche modo a quietare l’ansia è esperienza comune. Ciascuno di noi, che lo abbia fatto o no, sa che, per addormentarsi, si contano le pecore. I conteggi sono un meccanismo interessante. Hanno a che fare sia con l’aritmetica, che disciplina tempo (come la geometria disciplina lo spazio) sia con i nomi, che sono il modo in cui conosciamo e, addirittura, possediamo il mondo. In questi ultimi due mesi di conteggi, matematica e morti, abbiamo contato tutti, certi giorni con angoscia, certi altri con sollievo. Il bollettino delle 18, con i suoi elenchi e conteggi di infetti, guariti e morti, è stato un gigantesco conteggio dopo il quale, ipnotizzati dai numeri, potevamo andare a dormire con l’intuizione che quelle cifre, giorno dopo giorno, sarebbero andate ad alimentare un modello matematico che avrebbe potuto prevedere i conteggi dei giorni successivi e fornire così un parametro su quanto gli sforzi, collettivi e singolari, avessero prodotto un risultato. Intuizione che, giorno dopo giorno, si è trasformata nella ritrovata possibilità, esercitata da molti – me compresa – di passare, ben prima della televisione, dai dati assoluti di contagi, decessi, e guarigioni alle percentuali. Perché la percentuale, più di un dato assoluto, coinvolge tutti. Ci siamo voluti e ritrovati parte di un insieme, di una nazione addirittura.
La frase “bisogna abbassare la curva” è stata pronunciata come un mantra, come un comandamento. La matematica però non è fatta di comandamenti e il Covid 19 ha il merito di averla riportata tra le curiosità culturali di un cittadino italiano. La speranza è che nel post Covid 19 (qualsiasi cosa significhi) quelle curiosità si trasformino – ci vuole tempo, ma abbiamo iniziato, perché perdere la ricorsa? – in competenze matematiche. Più di una speranza dovrebbe essere interesse del ministero dell’Istruzione, dello stato tutto, diffondere conoscenze matematiche che oltre a rendere più consapevoli delle quantità e dei numeri cui veniamo sottoposti, calmano perché misurano. Cosa succederà, per esempio, con le cifre e con le curve che scandiranno e rappresenteranno gli scenari economici che ci aspettano alla ripresa delle attività?
Secondo i dati Ocse del dicembre 2019 i risultati riguardanti le competenze matematiche degli studenti delle scuole secondarie superiori sono rimasti invariati, né migliorati né peggiorati, dal 2009. Purtroppo, non essendo né le conoscenze né le competenze faccende statiche, non c’è da bearsi di questo dato.
Intanto, abbiamo rifamiliarizzato con le rappresentazioni cartesiane, con le addizioni e con i loro componenti, abbiamo imparato i nomi di alcune curve, ripreso a parlare di linearità e rette, abbiamo, ciascuno, riscontrato anomalie nei conteggi letti su giornali e siti, e abbiamo commentato i dati re-introducendo le statistiche nelle discussioni quotidiane con amici e congiunti e, non accadendo null’altro se non la matematica, abbiamo cominciato a parlarne, informarci, ricordare qualcosa che ci era stato insegnato a scuola. Abbiamo ritrovato quei concetti arrugginiti ma presenti e soprattutto comuni.
In un Paese dove le percentuali venivano riesumate sulle televisioni nazionali (quasi solo) durante le elezioni e in cui, anche i commentatori politici più attenti, faticavano a considerare il 7% del 23% (somma?, moltiplicazione?, divisione?, che calcolo è?), dove la capacità di valutare una distanza tra due oggetti o due corpi non è diffusa, ciascuno di noi ha imparato che, più o meno, l’apertura di due braccia adulte misura un metro e mezzo e guardando le tabelle di dati ha cominciato a capire che, per esempio, “i positivi del giorno” non potevano essere sommati, sull’intero intervallo di raccolta dati, con “i positivi del giorno senza guariti e deceduti” perché la somma non sarebbe stata omogenea. Che poi è il famigerato “non sommare le mele con le pere”, l’arcano comandamento ortofrutticolo delle scuole elementari.
Non che sia semplice, anche dopo tanti anni di studi scientifici, tenere a bada la tentazione di guardare ai dati e ai modelli come a un oroscopo. Io, per esempio, mi sveglio la mattina e scorro il sito endcoronavirus.org che confronta gli andamenti giornalieri in differenti Paesi, dopo aver normalizzato i dati (averli rappresentati su una scala tale da rendere confrontabili Paesi con un numero molto differente di contagiati, detto in maniera intuitiva) e disegnato la curva come tale (aver unito i puntini, detto in maniera intuitiva).
La coscienza che abbiamo acquisito, ben prima di essere una coscienza solidale, è una coscienza matematica, sia aritmetica che geometrica. Il passaggio da coscienza a conoscenza presuppone l’intenzione. Esattamente come quando dall’istruzione si passa alla cultura: è una scelta. Non mi sembra che il governo sia interessato alla scuola, dunque all’istruzione, o alla cultura che è la capacità di connettere conoscenza e immaginazione, ma forse, possiamo cogliere l’occasione tutti, insegnanti, curiosi e studenti, cittadini di andare oltre la matematica come conteggio delle pecore.
La matematica consente, come tutti abbiamo visto, di valutare l’esattezza o la manipolazione di un dato. La matematica racconta, a ogni passo, che tutto è affetto da errore ma che quell’errore è valutabile. La matematica insomma è uno strumento democratico che va oltre le pecore. E la democrazia ha cittadini, non pecore.
[**] L’autrice è laureata in matematica e scrittrice (il suo ultimo romanzo “Il cuore non si vede” è stato pubblicato da Einaudi).

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