Il Papa e la carità politica alla scuola di Tommaso Moro

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C’è un filo rosso che unisce Milano Berlino Londra e Praga,perché sono le città dove Benedetto XVI ha pronunciato nel corso di questi ultimi anni, quattro discorsi rivolti a coloro che impegnano la loro vita a servizio delle istituzioni civili. Quattro riflessioni rivolte non solo a chi in quel momento era in carica, ma in realtà senza tempo e destinati a chi vuole fare della politica una ragione e un mestiere per la vita. E ieri a Montecitorio, è stato presentato il volume che raggruppa le quattro prolusioni “La carità politica. Discorsi agli uomini e alle donne impegnati nelle istituzioni civili”, edito dalle Libreria editrice Vaticana e curato da monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare della diocesi di Roma e cappellano della Camera dei deputati. “Spesso il papa – ha spiegato – ha indicato la figura di San Tommaso Moro, patrono dei politici come un esempio attuale da seguire. Perché non dovete aver paura che la vostra fede entri in profondo e continuo dialogo con la ragione, essa allarga le prospettive della politica, e la libera da quelle ambiguità e ristrette soluzioni di parte.”

E il vescovo ha chiesto ai presenti di cercare vivere la propria esperienza personale della bellezza della verità. “Solo a partire da questa certezza interiore potrete costruire “strutture di libertà” nelle quali tutti gli uomini possano scoprire il senso profondo della propria esistenza e della vita comunitaria. Per guidare una comunità ogni responsabile deve saper coniugare la lotta per la libertà e la ricerca della verità. L’una senza l’altra possono diventare vie distruttive dell’umana dignità e convivenza.” Poi un invito ai parlamentari di non fermarsi solo alla semplice lettura di questo testo, ma “Vogliamo proporvi – ha concluso il presule – di scrivere dei contributi, per arrivare ad una pubblicazione arricchita di commenti ai discorsi del Santo Padre, ed iniziare così un percorso di riflessione e di costruzione per il bene e il futuro del nostro paese” All’ incontro erano presenti i vicepresidenti della camera, Rosi Bindi, Antonio Leone, Maurizio Lupi e Rocco Buttiglione, che hanno offerto le loro riflessioni sui discorsi del pontefice.

“Quando facciamo una legge – ha spiegato Maurizio Lupi, intervenuto sul discorso tenuto dal papa a Berlino – come riconosciamo quello che è giusto e quello che è sbagliato? Qual è il criterio ultimo del nostro impegno? e come possiamo conciliare la fede e la ragione? Queste sono le domande che spesso ci dobbiamo porre. Benedetto XVI, a questo proposito come risposta, ci invita a seguire l’esempio di re Salomone, che chiese a Dio: “Dammi un cuore puro”, perché solo in questo modo, con la saggezza che deriva dalla grazia, riusciremo a cogliere le differenze tra ciò che è bene e ciò che no, e ad essere davvero a servizio del bene comune e del popolo”.

Anche Rosi Bindi, riflettendo sulle parole del Santo Padre pronunciate a Praga e rivolte all’ Europa, ha ricordato che “Il vecchio continente deve essere per noi la patria spirituale. Dobbiamo superare i nazionalismi, ma essere comunque consapevoli del ruolo da giocare nello scacchiere internazionale”. E riguardo alla crisi ha spiegato: “La crisi può essere l’occasione per un cambio di passo, per guardare oltre. Credo che il papa, abbia indicato un percorso non solo a noi, ma soprattutto all’Europa in questo momento”.

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