Nigeria tra la formazione delle nuove generazioni e Boko Haram

In Nigeria non si placa la violenza contro i cristiani; ormai ogni domenica si manifestano attacchi armati contro numerosi villaggi cristiani nei pressi di Jos: nella scorsa domenica hanno causato almeno 90 vittime, tra cui un senatore cristiano e il capogruppo dell’assemblea locale, Gyang Fulani. La stampa locale cita i luoghi: i villaggi di Kakuruk, Kuzen, Ngyo, Kogoduk, Ruk, Dogo, Kufang, Kpapkpiduk, Kai. Il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, ha affermato: “Gli attacchi perpetrati da Boko Haram hanno come bersaglio tanto lo stato laico, quanto i cristiani e i musulmani moderati. Lo scopo primario degli attacchi è minare lo Stato di diritto e diffondere il terrore. L’UE e la Nigeria intrattengono un continuo dialogo in materia di diritti umani, nel quale rientrano questioni relative alla libertà di religione e di credo. L’UE sta esaminando il miglior modo per aiutare la Nigeria ad affrontare queste difficoltà in cooperazione con il paese stesso. L’UE ha già ridestinato parti importanti del suo programma di cooperazione con la Nigeria alla parte settentrionale del paese, dove opera Boko Haram. Inoltre, l’UE fornirà a breve lo sviluppo di capacità nell’ambito della mediazione, attraverso un progetto pilota varato dal Parlamento europeo”.
Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos e Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, ha affermato che il massacro è dovuto allo scontro tra agricoltori e pastori, anche se non ha escluso fattori politici: “A mio avviso il problema è economico… Il problema è tra i Fulani e i Birom. Questi due gruppi etnici hanno dispute che durano da molto tempo. Tutti gli attacchi nei villaggi dell’area sono stati sempre concentrati su questi due gruppi. Non ci sono stati attacchi che hanno coinvolto altre tribù… I Fulani sono in maggioranza musulmani, mentre i Birom sono in gran parte cristiani. Per questo motivo è facile dare la lettura ‘musulmani attaccano cristiani’ oppure ‘cristiani attaccano musulmani’, ma il problema è essenzialmente economico ed etnico”.
Nonostante tutto la Chiesa continua la sua presenza nel campo educativo, cercando di reagire alla violenza con il dialogo, come il direttore della scuola tecnica professionale di Ondo, don Nicola Ciarapica, ha spiegato: “I salesiani della Nigeria hanno scelto come loro priorità quella di aprire una presenza nel nord della Nigeria. Sì, proprio nel Nord dove la presenza della setta Boko Haram sta creando una situazione di insicurezza, di ansietà e di paura. Il nome di questa setta significa ‘l’educazione degli stranieri è una abominazione’. L’organizzazione trova buon terreno nel nord della Nigeria dove l’educazione istituzionale è fortemente carente e dove l’ignoranza culturale continua a regnare supportata anche dalla mentalità della maggioranza della popolazione che non ritiene necessario accrescere e migliorare la propria cultura attraverso l’istruzione scolastica e la formazione professionale.
Il Nord della Nigeria è caratterizzato da un notevole numero di giovani (soprattutto ragazze che diventeranno mamme e formatrici di nuove generazioni) che non hanno potuto terminare la formazione scolastica di base. La situazione crea una massa di giovani potenzialmente facile preda delle ideologie della setta. E’ facile far credere ciò che si vuole a persone prive di conoscenze e di formazione. E’ quindi inevitabile che questa situazione di povertà educativa determini ancora errore, estremismo, violenza, insicurezza, morte. La presenza di una missione salesiana nel Nord della Nigeria, anche se scoraggiata da molte parti, vuole contribuire a portare una soluzione a questa situazione di violenza e di insicurezza sociale. C’è chi reagisce usando lo stesso metodo della violenza, prendendosi delle rivincite, attaccando ed uccidendo con la motivazione di difendersi e di eliminare fisicamente chi mette bombe.
I salesiani vogliono invece interrompere questa spirale di violenza e di morte, intervenendo alla radice del male. L’educazione secondo lo stile salesiano permette uno sviluppo integrale della persona liberandola dai condizionamenti e dalle violenze della setta Boko Haram. I figli di don Bosco credono che l’educazione sia l’unico metodo attraverso il quale contribuire al progresso della Nigeria come un’eredità lasciato dal piccolo Giovannino Bosco che nel sogno dei nove anni fu richiamato dal personaggio maestoso: … dovrai conquistare questi tuoi compagni non con la violenza ma con la affabilità, l’amabilità e la simpatia. Comincia fin da ora ad insegnare come il male è brutto e come è bello praticare il bene”.