Mons. Crociata: la Coldiretti è anticipatrice di tempi migliori

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“Noi rappresentiamo un’idea di crescita e di sviluppo completamente diversa da quella dominante:  l’Italia  e il  suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, cioè di essere l’Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, artigiane, manifatturiere che poi sapevano crescere e conquistare il mondo”: così ha introdotto i lavori dell’Assemblea nazionale della Coldiretti, il presidente Sergio Marini alla presenza di quindicimila coltivatori italiani provenienti dalle campagne di tutte le regioni e province. E dalle campagne nascerà l’Italia del futuro: “C’è una Italia del buon cibo e di quell’agroalimentare che sa incontrare i bisogni profondi dei consumatori e dei cittadini, del turismo, dell’arte, della cultura, della bellezza, dell’innovazione intelligente. E’ questa l’Italia futura, quella per cui il territorio è una miniera di opportunità, il cui modello di sviluppo è compatibile con la salvaguardia di un capitale umano e sociale unico al mondo e con la sapiente ricerca della felicità e dello stare bene insieme”. All’assemblea sono intervenuti mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Gianni Alemanno sindaco di Roma, Carlo Petrini presidente internazionale di Slow Food, il Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ed il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania.

Mons. Crociata, salutando i presenti, ha citato il saluto rivolto alla Coldiretti dal Papa sulla crisi economico e finanziaria che pone gli imprenditori agricoli a nuove sfide inedite, dando prova di solidarietà e di condivisione: “L’appello riporta ai valori essenziali, alle stesse radici di fede, a cui, al di là di ogni sterile retorica, la Coldiretti si è sempre richiamata, quale identità che ha saputo custodire e far germogliare, operando ‘alla luce del Vangelo della carità e nel solco del Magistero sociale della Chiesa’. Del resto, la vita della persona come della società diventa buona nella misura in cui assume quegli aspetti nobili e qualificanti, sottolineati da Papa Benedetto, che rinviano al senso del dovere, alla capacità di condivisione e di sacrificio, alla solidarietà, all’osservanza delle giuste esigenze del riposo e della rigenerazione corporale e più ancora spirituale”. Ma a questa appartenenza alla Chiesa il presidente della Cei ha sottolineato anche “il riconoscimento per l’opera educativa e sociale che portate avanti con generosità. Ne ravviso i riflessi già in alcuni fatti di cronaca, che meritano di essere perlomeno accennati. Penso alle iniziative che vi vedono a fianco delle popolazioni dell’Emilia e della Lombardia provate dal terremoto.

A titolo d’esempio, un plauso alla dedizione di quanti si sono spesi per il recupero delle forme di grana nei magazzini distrutti dal sisma, come a quanti, in forme diverse, si spendono al fine di far ripartire l’economia della zona”. Poi esaminando il grande lavoro del mondo agricolo mons. Crociata ha sottolineato la possibilità lavorativa che l’agricoltura offre ai giovani: “… penso ai nostri giovani, come a tanti immigrati, che anche grazie alla vostra opera si sono inseriti in agricoltura. Oggi sono, oggi siete!, portatori di una cultura attenta alla comunità, attraverso la tutela dell’ambiente e del paesaggio, nonché della salubrità dei prodotti e degli allevamenti, garanzia di qualità e motivo che consente di confidare in una rinnovata accoglienza dei mercati. Rientra in questa cultura pure la presa di coscienza da parte del mondo agricolo  delle opportunità del progetto Campagna Amica, che rimanda a nuovi rapporti fra chi produce e chi acquista, fra chi educa e chi lavora (dalle fattorie didattiche agli asili nido nelle aziende agricole) e chi richiede assistenza con  l’apertura ai soggetti con problemi di handicap e anziani”.

E, concludendo l’intervento, l’augurio per tempi migliori: “L’augurio con il quale vorrei salutarvi personalmente è che possiate continuare con fiducia e innovazione, investendo nella riscoperta di vecchie produzioni come nelle colture biologiche o integrate, nei servizi prestati e offerti a enti pubblici o privati (penso al verde delle nostre città realizzato con il lavoro delle vostre aziende) come nelle nuove proposte, dalla cosmesi, alle erbe officinali sino a moderni sistemi di trasformazione e commercializzazione, consapevoli che il vostro lavoro già anticipa per il nostro Paese quei tempi migliori che tutti attendiamo”. Infine il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha ripreso alcuni passaggi di mons. Crociata sui valori: “La crisi  in cui viviamo non deve oscurare, come è accaduto in questi anni, la necessità di investire anche su un’altra gamma di valori, che sono valori che non si vendono e acquistano e che quindi non sono misurati dal Pil ma sono durevoli, continuativi che non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità nelle sue varie espressioni culturali, la solidarietà.

In questi anni l’Italia ha conosciuto il logorio di una serie di beni che nell’ultimo cinquantennio le hanno consentito di diventare una grande potenza economica. Un ulteriore peggioramento su questa strada, potrebbe comprometterne severamente la ripresa. Vi sono ‘beni’ dalla cui stabilità dipendono le energie stesse e la coesione dell’intera comunità: ci riferiamo alla salute, alla formazione, al concetto di sussidiarietà, alla strumentazione scientifica, a condizioni di lavoro ‘dignitose’ che necessariamente comprendono una soglia di reddito equa per tutti.  Dalla tenuta di questo patrimonio, in un’economia sociale di mercato dipendono le vite delle famiglie, l’avvenire dei figli, l’autunno degli anziani e i singoli destini individuali.  Noi restiamo impegnati per far sì che l’azione dello stato, delle amministrazioni pubbliche, dei soggetti privati sia avviata in questa direzione”.

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