La vita delle parrocchie è l’Eucarestia
Si è svolta ad Orvieto la 62a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, organizzata dal Centro di orientamento pastorale (COP), con la diffusione della tradizionale ‘lettera’: “Una parrocchia senza Messa non è una parrocchia povera solo perché non c’è un prete che celebra, ma è privata di quella comunione che Dio Padre sa offrire come irruzione nelle nostre logiche ristrette con la logica eucaristica che apre alla contemplazione e chiede testimonianza. La vita della vostra parrocchia è l’Eucaristia. La parrocchia si spegne e muore quando progetta senza contemplare l’agire di Dio; troverà sempre la sua vitalità quando si porrà in ginocchio per adagiare davanti all’Eucaristia la vita a tutto tondo. Di qui nasce la testimonianza capace di generare relazioni, quell’amare, servire, donare nella gratuità, senza presentare scontrini e ricevute di rimborsi spese, perché ci si è spesi per gli altri, il che è proprio lo stile eucaristico”.
E’ la terza volta che il COP si è ritrovato ad Orvieto per la sua Settimana di aggiornamento pastorale, come ha ricordato, in apertura dei lavori di questa 62ª edizione, l’arcivescovo emerito di Siena, mons. Gaetano Bonicelli: “Nel 1963 la tredicesima delle Settimane COP, celebrata qui nel settimo centenario del miracolo, aveva per tema: ‘Il sacramento eucaristico nella comunità cristiana’. Era appena cominciato il Concilio Vaticano II e la Costituzione ‘Sacrosantum Concilium’ vedrà la luce solo nel 1964”. La seconda, invece, nel 1990, ed il tema era ispirato alla scelta della CEI per l’ultimo decennio del secolo: ‘Parrocchia: dall’Eucaristia la solidarietà’. Infine mons. Bonicelli ha ricordato l’intimo rapporto con l’Eucarestia dei beati Giovanni Paolo II e Giuseppe Toniolo. La teologa Rosanna Virgili, docente di Sacra scrittura all’Istituto teologico marchigiano, ha sottolineato: “Eucaristia è farsi manna per tutti, è risposta alla fame dell’uomo e non prescinde dalle grida dell’umanità. Per questo una vita eucaristica non può non rispondere ai bisogni. Oggi manca una parola che resti solida, di fronte al quale stabilirsi”, osserva pensando in particolare ai giovani, i quali hanno bisogno di futuro, e “la nostra vita non finisce con la crisi economica (bisogno di pane)… Il futuro è nel pane che non perisce”.
Il direttore della Caritas italiana, mons. Francesco Soddu, ha sottolineato che: “L’eucaristia ci apre al trascendente perché per essere condivisa bisogna che sia spezzata con e tra la gente. Non ci sono pacchi di pasta o vestiti usati ma vi sono sempre relazioni concrete. L’eucaristia se non è vissuta concretamente non ha senso: non può restare conchiusa nel rito, ma deve portare a un’esplosione di vita. Eucaristia significa rendere grazie a Dio e chiede di vivere concretamente nelle relazioni questo senso di gratitudine al Padre attraverso le sue creature”. Mentre l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, ha proposto una riflessione su ‘eucaristia, cultura e società’: “Per i credenti il rinnovamento della cultura e della società non è opera delle sole mani dell’uomo: alla luce del sacramento eucaristico, culmine e fonte della vita e della missione della Chiesa, si deve affermare che esso nasce, si realizza e si sviluppa in forza del dono di Dio, da invocare ed accogliere nel primato della dimensione contemplativa della vita… L’eucaristia insegna a rinnovare l’uomo e la storia nella solidarietà del pane spezzato insieme, del calice condiviso: senza questa compagnia, non si farà che favorire l’egoismo dei pochi, compromettendo alla fine la qualità della vita per tutti. Dal pane di vita eterna condiviso scaturisce insomma una cultura della solidarietà e della comunione, che contesta ogni logica egoistica ed educa al primato del bene comune”.
Infine mons. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico di Azione Cattolica e presidente del COP, ha tracciato le prospettive pastorali: “Volevamo soprattutto riporre al centro della nostra vita di cristiani e delle nostre comunità l’Eucaristia in senso profondamente ecclesiale a partire da una riscoperta della Adorazione Eucaristica di tante nostre parrocchie o chiese. Lo abbiamo voluto fare a Orvieto, dove tra poco inizierà un giubileo che ricorda i 750 anni dal miracolo di Bolsena e dalla istituzione della festa del Corpus Domini per tutta la cattolicità… L’Eucaristia per la vita del mondo non è una intuizione del momento attuale ma una qualificazione che Cristo in persona ha espresso già nella promessa del sacramento… La Chiesa dovrà celebrare nella storia il memoriale del suo Signore: questa è la sua ragion d’essere e il suo compito, l’unico cui è propriamente chiamata in vista del servizio da rendere al rinnovamento della comunità degli uomini e alla salvezza del mondo. Si fa memoriale, non come ricordo di un passato, ma come il farsi contemporaneo di un evento passato per azione della potenza divina attualizzatrice”.