Chi vuole delegittimare la Chiesa cattolica?

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Dal 3 luglio il Papa si trasferisce a Castelgandolfo. Inizia il periodo di riposo per Benedetto XVI che in effetti significa il periodo in cui può dedicarsi a scrivere e studiare. Ques’anno ci sono meno impegni estivi, solo una breve gita a Frascati, una dai Verbiti a Nemi il 9 luglio e l’11 luglio, festa di san Benedetto, si godrà un concerto in suo onore diretto maestro Daniel Barenboim, poi la consueta messa dell’ Assunta nella parrocchia della cittadina, ma in compenso c’è il viaggio in Libano a settembre e la visita a Loreto il 4 ottobre, alla vigilia dell’ apertura del Sinodo dei Vescovi e dell’ Anno della Fede. Un po’ come fece Giovanni XXIII con il Concilio. La notizia ancora non stata comunicata dalla Sala Stampa, ma dal vescovo di Loreto monsignor Giovanni Tonucci e rilanciata dalla Radio Vaticana e dalle agenzie. Il 29 giugno il Papa ha salutato gli arcivescovi metropoliti cui aveva imposto il Pallio nella messa per la solennità dei Santi Pietro e Paolo. Una occasione per ricordare che “la presenza degli Arcivescovi Metropoliti, che provengono da diverse parti del mondo, manifesta in modo visibile l’universalità della Chiesa, chiamata a far conoscere Cristo e annunciare il Vangelo in tutti i continenti e nelle varie lingue.” Un messaggio importante per la Chiesa che qualcuno vorrebbe divisa e lacerata per motivi non chiari a tutti. Il Papa ha vissuto le vicende difficili degli ultimi tempi con serenità e determinazione. Il 29 giugno ha celebrato 61 anni di vita sacerdotale e lo scorso 28 maggio ha celebrato i 35 anni di episcopato, e ogni giorno, come ha ricordato ai terremotati dell’ Emilia, ha letto il breviaro e meditato sui salmi. Sa bene che il cristiano ha una sola certezza che è l’ amore di Dio, sa che la unica roccia su cui poggiare è la certezza di essere amati per quello che siamo. E sa che non saranno certo i peccati degli uomini a distruggere la Chiesa, Popolo di Dio e Corpo di Cristo.

Ecco perché nelle catechesi del mercoledì Benedetto XVI ha scelto di proporre una scuola di preghiera. Da quando esiste il papato una della difficoltà più grandi è certo quella di gestire la Curia Romana. Che non va mai confusa con la Chiesa cattolica. La Curia è un organismo umano, pieno dei limiti ma anche delle meraviglie degli esseri umani. Per questo chi, giornalisticamente, si occupa di Curia sa, o almeno dovrebbe sapere, che tra i molti spifferi e venticelli, uno solo poi è il vento dello Spirito che soffia con continuità. Ed è quello che conta. E’ il vento che soffia nelle vele della barca di Pietro e la conduce avanti da più di due millenni. Ad esempio, in questi tempi torridi di fuge di documenti e informazioni di contrabbando, la visita all’ Istituto per le Opere di Religione che è stata concessa ai giornalisti dal direttore generale Paolo Cipriani è stato un gesto provvidenziale. Adesso è facile capire chi scriverà in buona o in cattiva fede sui fatti dello IOR.

Quale istituto finanziario apre le sue porte a 50 giornalisti di ogni parte del mondo per raccontarsi? Informazione istituzionale, ovvio, ma comunque un gesto di coraggio che andrebbe rispettato e apprezzato. Invece no. Anche all’interno del mondo cattolico c’è chi, per risentimento personale, considera questa informazione “finta”, e torna sulle tesi trite e ritrite dei conti segreti di politici e faccendieri. In attesa delle prove concrete poi si lancia il sasso: anche alcuni cardinali dicono al Papa che lo IOR non va. Sarebbe bello poterne avere le prove, magari dai porporati stessi che aiuterebbero i credenti a capire e la Chiesa ad offrire una immagine chiara di se stessa. Nell’attesa atteniamoci alla conoscenza dei fatti “ufficiali” che non sono per questo automaticamente “finti”. Almeno non più che per altre istituzione umane.

Il Papa lavora al problema della Curia cercando di non farsi influenzare da chi cerca di creare una violenta frattura tra “diplomatici” e “pastori”. Una operazione che alcuni da dentro la Curia stessa stanno attuando. Mettere in contrapposizione il segretario di stato e il segretario particolare è una operazione vile. E fin troppo scoperta. E che offre il fianco a chi dall’esterno continua il solito gioco di delegittimazione della Chiesa per poterla distruggere, renderla poco credibile confondendola appunto con la gestione della Curia. Da lunedì 2 luglio entra in servizio il nuovo consulente per la comunicazione in Segreteria di Stato. Sarebbe bello se potesse chiarire ad alcuni giornalisti che seguire gli spifferi, i dettati e i preconcetti non è giornalismo. E che ai lettori interessa conoscere i fatti più che leggere veline dell’uno o dell’altro.

Poi tutto è criticabile, discutibile e lo si può considerare sbagliato ovviamente. Ma senza la buona fede nessun dialogo è possibile, nè con i Gentili, nè con chi dice di essere più puro dei santi. Per questo occorre studiare e pregare come farà il Papa dal 3 luglio nella residenza di Castelgandolfo, fermandosi a riflettere.

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