I numeri ufficiali Covid-19 (che sono persone) alle ore 18.00 di oggi. “R con zero” tra 0,3 e 0,7. Media giornaliera decessi 406 (+0)

Dati Covid-19 comunicati dal Dipartimento della Protezione Civile alle ore 18.00 del 24 aprile 2020
In isolamento domiciliare: 82.286 (+ 576)
Ricoverati con sintomi: 22.068 (- 803)
In terapia intensiva: 2.173 (-94)
Deceduti: 25.969 (+420)
Dal 17 marzo 2020 ad oggi si registra il dato dei decessi giornalieri più basso dell’ultimo periodo ed è un buon segno anche se ripetiamo che il dato sul singolo giorno non può definire un “trend in calo” ma la strada è quella buona e noi vogliamo sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, sempre con il rispetto delle vittime che sono persone che ci hanno lasciato.

Verifica del “trend” dell’epidemia (calcolato dallo Staff del “Blog dell’Editore” con il sistema “tutor”)
Media giornaliera decessi dal 21 febbraio al 24 marzo 2020: 406 (+0).
Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi
[A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]
Numero giorno -Data – Decessi del giorno [*] (Totale decessi) – Media giornaliera dei decessi (arrotondata)
1 – 21.02 – 1 (1) – 1
2 – 22.02 – 1 (2) – 1
3 – 23.02 – 1 (3) – 1
4 – 24.02 – 3 (6) – 1
5 – 25.02 – 1 (7) – 1
6 – 26.02 – 5 (12) – 2
7 – 27.02 – ? (?) – ?
8 – 28.02 – ? (21) – 3
9 – 29.02 – 8 (29) – 3
10 – 01.03 – 5 (34) – 3
11 – 02.03 – ? (?) – ?
12 – 03.03 – ? (79) – 7
13 – 04.03 – 28 (107) – 8
14 – 05.03 – 41 (148) – 11
15 – 06.03 – 49 (197) – 13
16 – 07.03 – 36 (233) – 15
17 – 08.03 – 133 (366) – 22
18 – 09.03 – 97 (463) – 26
19 – 10.03 – 168 (631) – 33
20 – 11.03 – 196 (827) – 41
21 – 12.03 – 189 (1.016) – 48
22 – 13.03 – 250 (1.266) – 58
23 – 14.03 – 175 (1.441) – 63
24 – 15.03 – 368 (1.809) – 75
25 – 16.03 – 349 (2.158) – 86
26 – 17.03 – 345 (2.503) – 96
27 – 18.03 – 475 (2.978) – 110
28 – 19.03 – 427 (3.405) – 122
29 – 20.03 – 627 (4.032) – 139
30 – 21.03 – 793 (4.825) – 161
31 – 22.03 – 650 (5.475) – 177
32 – 23.03 – 602 (6.077) – 189
33 – 24.03 – 743 (6.820) – 207
34 – 25.03 – 683 (7.503) – 221
35 – 26.03 – 662 (8.165) – 233
36 – 27.03 – 969 (9.134) – 254
37 – 28.03 – 889 (10.023) – 271
38 – 29.03 – 756 (10.779) – 284
39 – 30.03 – 818 (11.597) – 297
40 – 31.03 – 831(12.428) – 311
41 – 01.04 – 727 (13.155) – 321
42 – 02.04 – 800 (13.915) – 331
43 – 03.04 – 766 (14.681) – 341
44 – 04.04 – 681 (15.362) – 349
45 – 05.04 – 525 (15.887) – 353
46 – 06.04 – 636 (16.523) – 359
47 – 07.04 – 604 (17.127) – 364
48 – 08.04 – 542 (17.669) – 368
49 – 09.04 – 610 (18.279) – 373
50 – 10.04 – 570 (18.849) – 377
51 – 11.04 – 619 (19.468) – 382
52 – 12.04 – 431(19.899) – 383
53 – 13.04 – 566 (20.465) – 386
54 – 14.04 – 602 (21.067) – 390
55 – 15.04 – 578 (21.645) – 394
56 – 16.04 – 525 (22.170) – 396
57 – 17.04 – 575 (22.745) – 399
58 – 18.04 – 482 (23.327) – 402
59 – 19.04 – 433 (23.660) – 401
60 – 20.04 – 454 (24.114) – 402
61 – 21.04 – 534 (24.648) – 404
62 – 22.04 – 437 (25.085) – 405
63 – 23.04 – 464 (25.549) – 406
64 – 24.04 – 420 (25.969) – 406
[*] Dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile.

Indice del contagio R+0 tra 0,3 e 0,7
«L’indice R+0 che misura la contagiosità del coronavirus in Italia è compreso in media tra lo 0,3 e lo 0,7», ha detto Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler nel corso della conferenza stampa. E ha precisato che «ci vuole poco a tornare sopra quota 1». L’indice più basso si registra in Sicilia (0,34) mentre il più alto in Emilia Romagna (0,71). In Lombardia «che ha fatto un lavoro enorme» l’indice R+0 è pari a 0,4, in Friuli e nelle Marche 0,6 e 0,59 nel Lazio.
R+0 rappresenta il “numero di riproduzione di base”, ovvero “il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente”, come si legge sul sito dell’Iss.
R+0 serve a misurare quanto una malattia è potenzialmente trasmissibile. Se ad esempio l’indice è 2, significa che in media ciascun malato potrebbe infettare due persone. Più è alto l’R+0, più è probabile il rischio di contagio e quindi di diffusione di un’epidemia.
L’indice R+0 è composto dalla probabilità di trasmissione attraverso un singolo contatto tra una persona infetta ed una non infetta, dal numero dei contatti della persona infetta e dalla durata dell’infettività. Se cala almeno uno di questi tre parametri, cala di conseguenza anche la potenziale trasmissibilità del virus.
Per questo motivo, il dato fondamentale per la ripartenza dell’Italia è rappresentato da un indice R0 quanto più prossimo allo zero: solo così l’epidemia può essere contenuta

Coronavirus Fase 2, come viaggeremo: su bus e treni tariffe flessibili per evitare affollamenti. E sensi unici nelle stazioni
di Diodato Pirone
Il Gazzettino, 24 aprile 2020
Mascherine obbligatorie sui mezzi pubblici. Tariffe diverse a seconda dell’orario di autobus, treni e metro per eliminare gli affollamenti da ore di punta. Sensi unici in ingresso e in uscita da stazioni e aeroporti e dentro le strutture più grandi. Massima diffusione dei biglietti elettronici e stop ai controllori sui treni. La Fase Due di ripresa dell’attività produttiva si annuncia come una rivoluzione per i pendolari e per chi deve viaggiare per lavoro o per turismo. Ma il tema non si esaurisce qui. Il punto è che con una diminuzione prolungata della domanda i trasporti costeranno di più. Molto di più. Già ora il trasporto pubblico locale viene sovvenzionato dallo Stato con circa 200 milioni al mese ovvero circa 1,5 miliardi all’anno. Questa cifra aumenterà di molto ma nessuno al momento può dire di quanto.

Ma andiamo con ordine e vediamo innanzitutto le nuove condizioni di sicurezza. Il trasporto pubblico al tempo del Covid 19 dovrà innanzitutto impedire contagi facili e dunque si dovrà rispettare la regola del metro di distanza anche sugli autobus, sui treni e nelle metropolitane.
Per questo si prevedono percorsi a senso unico in entrata e in dei mezzi e delle stazioni, segni sul pavimento per favorire il rispetto del distanziamento, sistemi contapersone con telecamere e cartelli che indichino possibili sospensioni del servizio per motivi di sicurezza. Al Ministero dei Trasporti pensano anche a tariffe diverse a seconda dell’orario di utilizzo dei mezzi, obbligo di guanti e mascherina per tutta la durata dei voli, possibilità di eliminare il controllo dei biglietti a bordo di treni e bus, misurazione della temperatura in stazioni e aeroporti, sanificazioni metodiche.
Per questo sia a Roma che a Milano le aziende di trasporto stanno già tarando i primi interventi. L’Atac ad esempio punta a limitare a 30 il numero dei passeggeri sugli autobus e a 300 quelli sui vagoni della metro. Al Cotral, la società dei trasporti regionali del Lazio, su gran parte degli autobus (acquistati recentemente) sono installati dei contapersone che impediranno ai passeggeri di occupare poltrone oltre un numero limitato.
È evidente che tutte queste misure determineranno un calo degli incassi. In questa fase di lockdown le imprese dei trasporti se la sono cavata riducendo l’offerta. «Normalmente noi trasportiamo 200 milioni di passeggeri – spiegano al Cotral – oggi registriamo un crollo del 90% dei passeggeri anche se garantiamo il 50% dei collegamenti». Al Cotral – che ha un bilancio in attivo – hanno chiesto a buona parte dei 3.000 dipendenti di sfruttare ferie arretrate che non fanno scattare tagli di stipendi. Altre imprese importanti del settore come la milanesea Atm hanno fatto ricorso alla cassaintegrazione. Ma è evidente che con la Fase Due lo Stato dovrà rassegnarsi a stanziare molto denaro per tenere in piedi un trasporto pubblico poco frequentato. In particolare quello aereo. «Le difficoltà dei trasporti sono analoghe in tutta l’Europa. È necessaria una risposta della Commissione Ue», incalza Salvatore Pellecchia, segretario Fit-Cisl.
Già, ma chi usava i trasporti pubblici come si adatterà al ritorno al lavoro? Lo smart working copre solo una quota di pendolari. Gli altri secondo il professore bocconiano Marco Percoco esperto del settore determineranno un boom del trasporto individuale giudicato più sicuro. E prevedibile che torneranno di moda biciclette, monopattini elettrici e la cara vecchia auto. Quest’ultima non in modalità elettrica, troppo cara per consumatori meno ricchi.