Il Papa sta pensando ad una patrimoniale sul mondo cattolico e a renderci tutti poveri?

Nella sua omelia durante la Santa Messa del 21 aprile 2020 alla Domus Sanctae Marthae, il Papa ha parlato dell’armonia che regnava nella prima comunità cristiana: lo Spirito Santo è capace di fare meraviglie se siamo docili e gli lasciamo vincere le tre tentazioni che dividono le comunità: i soldi (le eredità), la vanità (il lusso) e il chiacchiericcio (le critiche).
Nell’omelia, il Papa ha commentato il passo degli Atti degli Apostoli (At 4, 32-37) che descrive la vita dei membri della prima comunità cristiana che avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune, e nessuno era bisognoso. Lo Spirito Santo – ha affermato il Papa – è capace di fare queste meraviglie. La prima comunità cristiana è un modello, un ideale, segno di cosa possa fare lo Spirito Santo se siamo docili. Lo Spirito crea l’armonia. Poi arrivano i problemi e le divisioni, che hanno tre cause.
La prima cosa che divide – ha detto il Papa – sono i soldi. I poveri sono discriminati. Tante volte dietro le deviazioni dottrinali ci sono i soldi: i soldi del potere, sia potere politico, sia soldi in contanti, ma sono soldi. I soldi dividono la comunità. Per questo, la povertà è la madre della comunità, la povertà è il muro che custodisce la comunità. I soldi dividono, l’interesse personale. Anche nelle famiglie: quante famiglie sono finite divise per un’eredità? Quante famiglie? E non si parlarono più … Quante famiglie … Un’eredità … Dividono: i soldi dividono.
La seconda cosa che divide – ha detto il Papa – è la vanità, il sentirsi migliori degli altri. E anche la vanità nel farmi vedere, la vanità nelle abitudini, nel vestirsi: quante volte – non sempre ma quante volte – la celebrazione di un sacramento è un esempio di vanità, chi va con i vestiti migliori, chi fa quello e l’altro … La vanità … per la festa più grande … Anche lì entra la vanità. E la vanità divide. Perché la vanità ti porta a fare il pavone e dove c’è il pavone, c’è divisione, sempre.
La terza cosa che divide la comunità – ha detto il Papa – è il chiacchiericcio, che il diavolo mette in noi come un bisogno di sparlare degli altri.
C’è chi – senz’altro più informato di me – ha pensato di leggere nelle auguste parole la prospettiva dell’imposizione di una patrimoniale ecclesiastica sull’intero mondo cattolico. Così, non solo questo mondo cattolico dovrà difendersi dal prelievo sui propri risparmi, suggeriti velatamente da Mario Monti e premeditato dal Consiglio dei ministri, che governa con Decreti del Presidente (i famigerati Dpcm), ma anche da una “patrimoniale” papale?
Il Papa si è avvicinato alla questione partendo da lontano, 2000 anni indietro, dal brano degli Atti degli Apostoli in cui si narra che gli apostoli mettevano tutto in comune, beni e soldi, privandosi della proprietà, cosicché nessuno possedesse beni, nessuno avesse bisogni, nessuno venisse discriminato. Da qui il Papa arriva ad indicare come l’origine del male le tentazioni mondane, anche se suona un po’ strano, al 43̊ giorno dell’isolamento in casa, sentire parlare il Papa di tentazioni mondane, soldi e vanità, il denaro che divide e discrimina soprattutto i poveri (mentre tutti stiamo diventando poveri… proprio tutti no, perché nelle guerre c’è sempre chi si arricchisce con le forniture, o con gli armamenti o con i presidi sanitari.
Il Papa se la preso pure con il valore dell’eredità (quello che stimola a produrre valore per i propri cari, quello che me personalmente non ha reso totalmente povero). L’eredità è un male, dice, perché divide all’interno della famiglia, gli eredi. E ciò accade effettivamente quando non si insegna più la dottrina cattolica (e tra me e i miei 4 fratelli non è successo).
Ma il Papa dice anche che i soldi dividono nella Chiesa, perché generano deviazioni dottrinali. Quindi, si potrebbe pensare a fare – non come in Italia dove la destinazione dell’8 per mille è libero e la parte destinata alla Chiesa cattolica, cioè la Conferenza Episcopale Italiana sta calando, sembra – ma come in Germania con un prelievo imposto dallo stato del 2% sui redditi dei cattolici, pena l’espulsione dalla Chiesa per apostasia.
Rendendo tutti i cattolici poveri, senza eredità da dividere o proprietà da possedere, non litigano e non si dividono in famiglia. Quindi, tutto per loro bene, per la salvezza delle loro anime.
Ma, partendo dal modello ideale degli apostoli (essendo i vescovi i successori degli apostoli), forse il Papa sta pensando anche ad un prelievo forzoso molto più consistente sulle ricche strutture ecclesiastiche, le diocesi, le parrocchie, gli ordini e le congregazioni religiose, i movimenti, i gruppi di preghiera (che comunque non solo pregano ma raccolgono anche soldi per aiutare chi è nel bisogno), ecc., affinché non siano tentate da “deviazioni dottrinali”, quindi per il loro bene. Così senza soldi non si mondanizzano e non si dividono. E senza ricchi patrimoni le istituzioni ecclesiali non rischiano deviazioni dottrinali e non si dividono.
Forse, il Papa sta pensando inoltre a vendere (a non cattolici però, perché se non sono già poveri, i cattolici lo devono diventare presto) il palazzo lussuoso al numero civico 60 di Sloane Square a Londra e a mettere in vendita le Ville Pontificie di Castel Gandolfo (che non servono più),le proprietà della Santa Sede e degli Enti collegati, dei conventi convertiti in alberghi con i soldi del Grande Giubileo dell’Anno 2000?
Una Pandemia è un evento straordinario. E la Carità della Curia è un gesto straordinario? Mettere il palazzo di Sloane Square all’asta. No? – 8 aprile 2020
