L’Angelus del papa. Appello per l’Ossezia, pensiero ai giovani

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Cessino le azioni militari e si riprenda “il cammino del negoziato e del dialogo rispettoso e costruttivo”. Benedetto XVI interviene nella crisi dell’Ossezia del Sud, a margine dell’Angelus, recitato a Bressanone. E’ mio vivo auspicio, ha detto, “che ci si astenga, anche in nome della comune eredità cristiana, da ulteriori confronti e ritorsioni violente”.
“Si riprenda, invece, risolutamente il cammino del negoziato e del dialogo rispettoso e costruttivo, evitando così ulteriori, laceranti sofferenze a quelle care popolazioni”. Il papa invita poi “la Comunità internazionale e i Paesi più influenti nell’attuale situazione” nella crisi russo-georgiana in Ossezia del sud a “compiere ogni sforzo per sostenere e promuovere iniziative volte a raggiungere una soluzione pacifica e duratura, in favore di una convivenza aperta e rispettosa”. “Insieme ai nostri fratelli ortodossi – ha concluso – preghiamo intensamente per queste intenzioni, che affidiamo fiduciosi alla intercessione della santissima Vergina Maria, madre di Gesù e di tutti i cristiani”.

L’appello di Benedetto XVI è arrivato dopo la recita della preghiera mariana, alla presenza di crica 9mila fedeli (presenti anche il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti). Nella riflessione che ha introdotto la preghiera, un pensiero ai giovani, partendo dall’esperienza della Giornata mondiale della gioventù.

I ragazzi, ha ricordato il papa, sono stati “un segno di gioia autentica, a tratti chiassosa ma sempre pacifica e positiva”. Il contrario degli esempi di quella “società del benessere” nella quale i giovani inseguono “miraggi di piacere” e dimenticano la vera “pace” e la vera “gioia”. “Per essere allegri non hanno avuto bisogno di ricorrere a modi sguaiati e violenti, all’alcol e a sostanze stupefacenti”, ha detto Benedetto XVI dei ragazzi di Sydney. “C’era in essi la gioia di incontrarsi e di scoprire insieme un mondo nuovo. Come non fare un confronto con i loro coetanei che, in cerca di false evasioni, consumano esperienze degradanti che sfociano non di rado in sconvolgenti tragedie?”, si è domandato il Papa.

“E’ questo un tipico prodotto dell’attuale cosiddetta ‘società del benessere’ che, per colmare un vuoto interiore e la noia che lo accompagna, induce a tentare esperienze nuove, più emozionanti, più ‘estreme’. Anche le vacanze rischiano così di dissiparsi in un vano inseguire miraggi di piacere. Ma in questo modo lo spirito non riposa, il cuore non prova gioia e non trova pace, anzi, finisce per essere ancora più stanco e triste di prima”.

Al contrario, “la persona umana si rigenera veramente solo nel rapporto con Dio, e Dio lo si incontra imparando ad ascoltare la sua voce nella quiete interiore e nel silenzio”.

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