Benedetto XVI ricorda il “Battista” e parla del viaggio nell’Emilia terremotata
Benedetto XVI ricorda San Giovanni Battista all’Angelus, nel giorno della sua festa liturgica, “unico santo di cui si festeggia la nascita”. Solennità che quest’anno coincide con “la Giornata per la carità del Papa”. “Ringrazio tutte le comunità parrocchiali, le famiglie e i singoli fedeli per il loro sostegno costante e generoso – ha detto il papa -, che va a vantaggio di tanti fratelli in difficoltà”. Tante le iniziative di solidarietà messe in campo attraverso i fondi raccolti in tutta Italia, segno della vicinanza della Chiesa a tante aree di povertà e a tante necessità. “A questo proposito – ha detto inoltre Benedetto XVI -, ricordo che dopodomani, a Dio piacendo, farò una breve visita nelle zone colpite dal recente terremoto nel Nord Italia. Vorrei che fosse segno della solidarietà di tutta la Chiesa, e perciò invito tutti ad accompagnarmi con la preghiera”.
“La Vergine Maria aiutò l’anziana parente Elisabetta a portare a termine la gravidanza di Giovanni ha spiegato il papa -. Ella aiuti tutti a seguire Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, che il Battista annunciò con grande umiltà e ardore profetico”. Nel corso dell’Angelus il papa ha ripercorso i tratti salienti della vita del “Battezzatore”, cui “i quattro vangeli danno grande risalto”, “quale profeta che conclude l’Antico Testamento e inaugura il Nuovo, indicando in Gesù di Nazaret il Messia, il Consacrato del Signore”.
La stessa nascita del Battista da genitori anziani è stata testimonianza, ha spiegato il papa, “che nulla è impossibile a Dio”. Tanto che il padre, sacerdote del culto ebraico, “non credette subito all’annuncio di una paternità ormai insperata, e per questo rimase muto fino al giorno della circoncisione del bambino, al quale lui e la moglie dettero il nome indicato da Dio, cioè Giovanni, che significa ‘il Signore fa grazia’”. “Animato dallo Spirito Santo”, quel giorno Zaccaria riacquistando la parole profetizzò che il figlio avrebbe camminato “innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati”. “Tutto questo – ha continuato Benedetto XVI – si manifestò trent’anni dopo, quando Giovanni si mise a battezzare nel fiume Giordano, chiamando la gente a prepararsi, con quel gesto di penitenza, all’imminente venuta del Messia” che poi venne anche lui a farsi battezzare. E “Giovanni dapprima rifiutò, ma poi acconsentì, e vide lo Spirito Santo posarsi su Gesù e udì la voce del Padre celeste che lo proclamava suo Figlio”. “Ma – ha poi concluso il papa – la sua missione non era ancora compiuta: poco tempo dopo, gli fu chiesto di precedere Gesù anche nella morte violenta: Giovanni fu decapitato nel carcere del re Erode, e così rese piena testimonianza all’Agnello di Dio, che per primo aveva riconosciuto e indicato pubblicamente”.