Non più “dati falsati”. Solo domiciliari, ricoverati e intensivi, morti e media morti. Bertolaso: emergenza non finita, tornatevene tutti a casa

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Lo ripetiamo da tempo: i numeri e le valutazioni che vengono dati dalla Protezione Civile alle 18.00 tutti i giorni non sono per nulla significativi, sono surreali. I numeri falsati alterano le misure prese, condizionano i comportamenti, hanno impatto pericoloso sulla psiche. Guido Bertolaso ieri a TgCom24 a Civitanove Marche: “Non è finita l’emergenza quindi per favore, tornatevene tutti a casa”.

Per contribuire a contenere non soltanto la diffusione del coronavirus, ma anche la psicosi mediatica, da oggi questo “Blog dell’Editore” non riporterà più i numeri delle persone “positivi” al Sars-CoV-2, cioè i numeri dei contagiati, perché “è un dato falsato” e “gli unici numeri attendibili” oggi sono quelli dei pazienti in solamente domiciliare, dei pazienti ricoverati, in terapia sub intensiva e intensiva, e dei decessi (in ospedale). Parola della virologa catanese Maria Rita Gismondo, Direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.

Quindi, da oggi riporteremo solo quattro dati in riferimento al Covid-19, forniti dal Dipartimento della Protezione Civile: il numero dei pazienti in isolamento domiciliare (cresce sempre di più e si sospetta che molti decessi passano, senza transitare dalla terapia intensiva, dall’isolamento domiciliare al campo santo; il numero dei ricoverati con sintomi e in terapia intensiva (che indicano lo stress sul sistema ospedaliera); i numeri dei decessi (dati che successivamente potranno essere verificati con i dati Istat); la media dei morti al giorni, dal 21 febbraio 2020, quando fu riscontrato il primo morto da Covid-19 in Italia (con il sistema “tutor”, l’unico numero che indica l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2).

Partendo dal numero dei decessi incrociato con i dati Istat e confermati in seguito anche dai medici legali che faranno autopsie sui morti che non sono passati da ospedali (perché i morti “a casa” sono un dato incontrollato e nei bollettini del Dipartimento della Protezione Civile non rientrano le vittime Covid-19 non dichiarate, cioè quelle che muoiono senza aver mai fatto il tampone), conosceremo veramente i decessi causati dalla pandemia (decessi con e per Covid-19).

Già adesso, dai dati ‘Istat sui decessi totali in Italia tra il 1̊ marzo e il 4 aprile 2020 emerge tutto il dramma dell’epidemia del coronavirus. I numeri parlano chiaro. In 1.689 Comuni i morti sono state almeno il 20 % in più rispetto a quelle della media dello stesso periodo dal 2015 al 2019. Nei 39 Comuni capoluogo, sui 111 monitorati, i decessi sono aumentati del 77 % rispetto al 2019. In più della metà dei Comuni del Nord i decessi sono più che raddoppiati. A Milano nelle prime tre settimane di marzo lo scarto era +17,4 %, nel periodo dal 1̊ marzo al 4 aprile era +49,3 %. “I numeri sono molto superiori rispetto a quelli ufficiali”, ha detto Massimo Galli, Primario di Malattie infettive dell’ Ospedale Sacco di Milano.

“Tra l’11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili, in 5 anni; in due mesi in Lombardia per il coronavirus sono morte 11.851 civili, 5 volte di più. Un riferimento numerico clamoroso. Oltre alla solidarietà che dobbiamo ai lombardi e alla consapevolezza della gravità dell’emergenza in quelle terre, dobbiamo anche sapere che stiamo vivendo una grande tragedia, non l’abbiamo ancora sconfitta”, dice il commissario all’emergenza Domenico Arcuri.
A noi piacciono i paragoni, perché solo confrontando due realtà si riesce ad avere una visione d’insieme più completa. Da molto aspettavamo questo paragone e finalmente e stato presentato da un esponente di governo che gestisce l’emergenza, il commissario Arcuri che ha messo a confronto i decessi dal città di Milano in due periodi storici precisi, perché – come gridiamo al vento da tempo – sono il dato dei decessi che è l’unico dato affidabile. Il paragone che viene fatto è tra periodo di Covid-19 e la Seconda Guerra Mondiale, a Milano in due mesi si e superato di gran lunga i morti che la stessa città ha registrato durante i 5 anni del secondo conflitto mondiale.

La virologa Gismondo ha chiarito, che “oggi si può parlare solamente di percentuale di decessi sui ricoverati. Tutti gli altri numeri sono falsati” e come tali “falsano anche l’impressione delle persone”, producendo inoltre un impatto pericoloso “sulla psiche. Stiamo dando cifre – conclude Gismondo – che possono alterare l’andamento delle misure prese e condizionare il comportamento dei cittadini”.

Gismondo aveva lanciato suo appello già due settimane fa attraverso l’agenzia AdnKronos Salute “alle autorità deputate a comunicare giornalmente i numeri” del contagio: “Non bisogna più comunicare il numero delle persone positive” al nuovo coronavirus. “Scientificamente è un dato ‘sporco’, che come tale rischia di ‘falsare’ non solo i calcoli sulla dimensione e la letalità della pandemia di Covid-19, ma anche di dare ai cittadini un’impressione sbagliata, condizionandone ‘la psiche e il comportamento’”. Di fronte alle cifre diffuse “io veramente rabbrividisco”, a affermato Gismondo. Per questo “lancio un appello a non comunicare più il numero dei positivi” al Sars-CoV-2. “È un dato da un punto di vista scientifico ‘sporco’, innanzitutto perché ogni giorno varia il numero di persone che vengono sottoposte a tampone”. Succede così che “i dati sui positivi si riferiscono a una campionatura molto poco omogenea”. Un insieme che ormai comprende l’esito di tamponi fatti a “sintomatici, asintomatici, personale sanitario” e a volte anche “i tamponi rifatti per la seconda o la terza volta allo stesso soggetto”. Il numero reale dei positivi al coronavirus “potrà essere dato solo dopo uno studio epidemiologico serio”, ha ammonito Gismondo.

E finalmente ieri è arrivato lo stop all’appuntamento quotidiano con la conferenza stampa della Protezione Civile, che non è mai mancata dallo scorso 22 di febbraio. Hanno capito che se dici sette volte a settimana “trend in calo – abbiamo raggiunto il plateau”, e poi i numeri crescono sempre, la cosa diventi poco credibile, addirittura per quelli con la faccia di bronzo. Quindi, invece di essere poco credibili 7 giorni su 7, saranno per nulla credibili 2 giorni su 7.

I dati reali ad oggi sono stimati, secondo chi fa le stime, ad almeno 1.760.000 contagiati (il numero “riscontrato” moltiplicato x10 secondo l’affermazione dello stesso Capo della Protezione civile), 6.000.000 (il 10% della popolazione, secondo l’Istituto Superiore della Sanità) o addirittura 11.200.000 (a fine marzo, secondo uno studio di Luca Foresti e Claudio Cancelli, pubblicato dal Corriere della Sera). Di conseguenza, anche il percentuale dei morti si abbassa.

In ogni caso, anche i dati “riscontrati” dalla Protezione Civile, dimostrano che al momento l’epidemia non è sotto controllo: i numeri continuano a salire (e quindi anche le stime dei dati reali e i dati dei morti reali).

Prima di tutto è importante la prevenzione: un frequente ed approfondito lavaggio delle mani e del viso, coprirsi con il gomito da tosse e starnuti, anche con mascherine ad hoc, stare a casa se ammalati, richiedendo l’immediato intervento sanitario se intervengono difficoltà respiratorie. E #restateacasa. Nel frattempo speriamo che una cura arriva presto.

Le parole di Guido Bertolaso a Civitanova Marche.

Guido Bertolaso: “Non è finita l’emergenza quindi per favore, tornatevene tutti a casa”

Il Consulente per l’emergenza Coronavirus della Regione Lombardia Guido Bertolaso ieri, 17 aprile 2020 a Tgcom24 in occasione dell’inaugurazione del Covid Center di Civitanova Marche ha detto: “Uscire adesso? Siamo ancora in piena epidemia! Quindi l’appello che vi fanno tutti ‘rimanete a casa’ è attuale. Uscireste da casa se vi dicessero che un carro armato sta puntando il vostro palazzo? C’avete un nemico che è molto più pericolo dei terroristi che hanno abbattuto le Torri Gemelle. Io per sette giorni mi sono domandato: ‘Gli farò mai il bagnetto alla mia nipotina?’. Tenete quindi duro. Sperando che i cittadini debbano dimostrare grande fermezza d’animo che hanno già dimostrato in questo periodo. Non è finita l’emergenza quindi per favore, tornatevene tutti a casa”.

Bertolaso ha parlato anche di una sua proposta per fronteggiare la crisi sanitaria: “Con un Covid Center in ogni Regione si liberano gli ospedali interessati da questo dramma. Il futuro si deve programmare soprattutto dal punto di vista sanitario. Finché ci sarà una persona con il Covid-19, sarà una questione che riguarderà tutta la nazione”.

Dati Covid-19 comunicato dal Dipartimento della Protezione Civile alle ore 18.00 del 18 aprile 2020:
In isolamento domiciliare: 80.031 (+ 1.667)
Ricoverati con sintomi: 25.007 (- 779)
In terapia intensiva: 2.733 (-79)
Deceduti: 23.327 (+482)

Verifica del “trend” dell’epidemia (calcolato dallo Staff del “Blog dell’Editore” con il sistema “tutor”):
Media giornaliera dei decessi (dal 21 febbraio al 18 aprile 2020): 402 (+3)

Il sistema “tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi
[A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”, con i dati forniti dal Dipartimento di Protezione Civile]
Numero giorno -Data – Decessi del giorno * (Totale decessi) – Media giornaliera dei decessi (arrotondata)

1 – 21.02 – 1 (1) – 1
2 – 22.02 – 1 (2) – 1
3 – 23.02 – 1 (3) – 1
4 – 24.02 – 3 (6) – 1
5 – 25.02 – 1 (7) – 1
6 – 26.02 – 5 (12) – 2
7 – 27.02 – ? (?) – ?
8 – 28.02 – ? (21) – 3
9 – 29.02 – 8 (29) – 3
10 – 01.03 – 5 (34) – 3
11 – 02.03 – ? (?) – ?
12 – 03.03 – ? (79) – 7
13 – 04.03 – 28 (107) – 8
14 – 05.03 – 41 (148) – 11
15 – 06.03 – 49 (197) – 13
16 – 07.03 – 36 (233) – 15
17 – 08.03 – 133 (366) – 22
18 – 09.03 – 97 (463) – 26
19 – 10.03 – 168 (631) – 33
20 – 11.03 – 196 (827) – 41
21 – 12.03 – 189 (1.016) – 48
22 – 13.03 – 250 (1.266) – 58
23 – 14.03 – 175 (1.441) – 63
24 – 15.03 – 368 (1.809) – 75
25 – 16.03 – 349 (2.158) – 86
26 – 17.03 – 345 (2.503) – 96
27 – 18.03 – 475 (2.978) – 110
28 – 19.03 – 427 (3.405) – 122
29 – 20.03 – 627 (4.032) – 139
30 – 21.03 – 793 (4.825) – 161
31 – 22.03 – 650 (5.475) – 177
32 – 23.03 – 602 (6.077) – 189
33 – 24.03 – 743 (6.820) – 207
34 – 25.03 – 683 (7.503) – 221
35 – 26.03 – 662 (8.165) – 233
36 – 27.03 – 969 (9.134) – 254
37 – 28.03 – 889 (10.023) – 271
38 – 29.03 – 756 (10.779) – 284
39 – 30.03 – 818 (11.597) – 297
40 – 31.03 – 831(12.428) – 311
41 – 01.04 – 727 (13.155) – 321
42 – 02.04 – 800 (13.915) – 331
43 – 03.04 – 766 (14.681) – 341
44 – 04.04 – 681 (15.362) – 349
45 – 05.04 – 525 (15.887) – 353
46 – 06.04 – 636 (16.523) – 359
47 – 07.04 – 604 (17.127) – 364
48 – 08.04 – 542 (17.669) – 368
49 – 09.04 – 610 (18.279) – 373
50 – 10.04 – 570 (18.849) – 377
51 – 11.04 – 619 (19.468) – 382
52 – 12.04 – 431(19.899) – 383
53 – 13.04 – 566 (20.465) – 386
54 – 14.04 – 602 (21.067) – 390
55 – 15.04 – 578 (21.645) – 394
56 – 16.04 – 525 (22.170) – 396
57 – 17.04 – 575 (22.745) – 399
58 – 18.04 – 482 (23.327) – 402

La media giornaliera dei decessi ci conferma che la pandemia non è sotto controllo.

Sì, perché il vero “trend certo” è la media dei decessi giornaliera (come il controllo della velocità in autostrada con il sistema “tutor”). Ma tutti gli organi governativi, soprattutto il Dipartimento della Protezione Civile, si sono ben guardati dal comunicare tale dato, perché solo questa statistiche fa intravedere l’enorme tragedia in cui siamo finiti. In realtà era così sin dal principio, cioè da quando la pandemia e scoppiata a Wuhan e nella Provincia di Hubei della Cina continentale, mentre Zingaretti rideva! Prima tutto è stato sottovaluto. Poi, con la scusa di non allarmare la popolazione, non sono state prese misure tempestive. Quindi, nessuno ha chiuso veramente le fabbriche e in realtà non c’è mai stato un vero e proprio lockdown. Perché se i morti crescono, vuol dire che troppa gente ancora gira. Per questo, anche i controlli del Ministero dell’interno sono significativi, perché comunicano che ci sono in giro poche persone senza la debita autorizzazione. Cioè, di tutti quelli che girano il 95% lo può fare. Allora, il problema è del governo che autorizza troppe categoria a girare, perché le code sulle strade a Pasqua le abbiamo viste e quelle code chilometriche non sono di un Paese in lockdown. Questo e il Paese di Pulcinella, dell’Armata di Brancaleone, delle nozze coi fichi secchi e delle disposizioni restrittive solo sulla carta, ma in realtà sono tutti in giro. E il virus non perdona e lo dimostrerà presto.

Ciononostante, ci sono Governatori di Regione scellerati, che annunciano la fine del lock down, come per esempio Zaia per il Veneto. Se la vita riparte senza un vaccino, né le misure di protezione individuale né il buonsenso (che non c’è mai stato in modo generalizzato in questo Paese) ci salveranno della ripresa del virus. Il virus è tra noi, ha preso cittadinanza e residenza, e attende che gli #stronziazonzo aumentano in numero. Ricordiamoci (anche se contano con la memoria italica corta) solo un mese fa “Milano non si ferma” di Sala e “Bergamo non si ferma” di Gori, con aperitivi annessi di Zingaretti e Salvini. In un mese cosa è cambiato? Niente. È stato trovato una cura? Non ancora, siamo alle sperimentazioni. È stato trovato un vaccino? No. E allora, cosa volete riaprire, dove volete ripartire, uscendo dal lockdown, rimanendo nel tunnel? L’unica cosa sicura è che ripartiranno a salire i ricoveri e le terapie intensive, perché ripartirà il virus, che ringrazia alla grande questi personaggio da tragicomedia patentati, con in faccia pezzi di pelle del sedere.

Se mi ricordo ben, neanche le guerre mondiali hanno fermato i processi la giustizia. anche se lenta, arriva inesorabile. Ci sono stati già condanne in passato e presto partiranno i provvedimenti giudiziari anche per altri. Ne siamo sicuri, perché migliaia morti per la imperizia, per l’inerzia, per la negligenza, per il dolo devono avere dei responsabili. Dal Presidente della repubblica fino all’ultimo Sindaco del paesino più piccolo, oggettivamente ognuno deve rispondere alle proprie responsabilità, nessuno escluso.

Al riguardo riporto due voci: dalla pagina Facebook “Umanisti del XXI secolo” dell’Avv. Luca Miniero, che cura un blog personale aderente alla community della pagina Facebook “Guerriero con le Ali a 5 Stelle” e del gruppo Facebook “5 Stelle per la Costituzione contro tutte le mafie” e da Il Sussidiario del giornalista Renato Farina.

Il video dell’Avv. Luca Miniero.

“Salvini senza maschera. Lo dovevo fare. Ora ho il cuore più leggero. Dovevo dire a Salvini cosa penso delle vergognose dichiarazioni di stamane. Le inchieste si fanno per impedire ai medici di morire, non il contrario. Ecco perché non avrai mai pieni poteri” (Luca Miniero, 16 aprile 2020).

Milano, Pio Albergo Trivulzio: l’istituto geriatrico al centro dell’emergenza Coronavirus

Lombardia nel mirino
Rivoluzionari da salotto contro la sanità che funziona: perché?
Il caso del Pio Albergo Trivulzio in Lombardia richiama i metodi di Mani Pulite. E nella caccia all’untore il mandante viene considerato il principio di sussidiarietà (e chi lo ha applicato)
di Renato Farina
Il Suddidiario, 18 aprile 2020


La suggestione è così ovvia da imporsi da sé. Tornare come ai bei tempi della palingenesi universale, quella mancata per un pelo degli anni 1992-93. Saltare sul cavallo pazzo del coronavirus, addomesticarlo ad uso della propria ideologia e dei propri sogni di potere, facendo piazza pulita di ogni residuo di volontà popolare espressa nelle istituzioni repubblicane dove siedono a governare gli avversari politici. Si badi, non con il voto, ma per mezzo della magistratura in combinato disposto con i poteri mediatici e finanziari, nazionali e internazionali.
Il Trivulzio è perfetto per l’uso. Un simbolo troppo ghiotto per sfuggire alle mani sapienti di chi individua in quel nome la grande occasione di un golpe legittimato dall’esclusivo possesso della moralità.

La vignetta di ieri del Corriere della Sera, a firma Giannelli, fotografa lo stato d’animo e il piano d’azione. Il disegno mostra le guardie all’opera nell’ex Baggina, con tanto di mascalzone in manette. Dice il testo: “Sotto inchiesta a ventotto anni dall’arresto di Mario Chiesa”. Dalle finestre un ospite dice: “Possibile ci sia ancora un mariuolo?!”.
Ovvio. Allora come oggi ci sono elementi materiali per un’inchiesta. Anzi oggi l’oggetto dello scandalo e del potenziale reato è decisamente più spaventoso. Là era una mazzetta di cinque milioni di lire gettata nel water, qui c’è la conta dei morti innocenti e abbandonati al virus, causati – è l’ipotesi – dalla negligenza di chi ha trascurato la sicurezza dei degenti e del personale.
Così è troppo facile, troppo semplice. In ballo non c’è l’individuazione di un reato e la punizione dei colpevoli. Allora come oggi il colpevole è il sistema, che si reggerebbe sull’opacità e sul malaffare di chi ha creato una macchina dedicata non al bene comune ma all’arricchimento corruttivo dei soggetti in posizione apicale e via via alle loro clientele.
Questa tesi è stata esposta dapprima su Repubblica, quindi sul Fatto e alla fine – con qualche voce dissonante – dal Corriere della Sera. Dunque è partita dai media mainstream, come si dice, quelli dell’establishment, uniti in uno strano appoggio al governo Conte e ai giallo-rossi, sia pure con occasionali distinguo.
Si noti. L’articolo di maggior eco è stato quello pubblicato da Le Monde a firma di Roberto Saviano, che è anche prima firma del quotidiano oggi diretto da Carlo Verdelli, eccellente professionista e cronista di vaglia e amico vero, il quale però è arrivato inopinatamente a sostenere che il trattamento riservato dalle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) agli anziani ospiti è paragonabile ai lager dove i nazisti rinchiudevano gli ebrei.
Saviano si atteggia a studioso di criminalità organizzata, e con un balzo osceno arriva a posare, in questa qualità di scienziato, il suo occhio accusatore sul sistema sanitario lombardo identificato con quella sorta di ’ndrangheta che sarebbe Comunione e liberazione. Non trovando graduatorie internazionali che possano svalutare il servizio ospedaliero misto statale-privato ma comunque pubblico della Regione, è costretto ad ammetterne le qualità, salvo poi ritenere che il principio di sussidiarietà lì applicato, e che consente ai cittadini anche del Sud d’Italia di accedere gratuitamente a strutture di eccellenza, è sinonimo di corruzione. La prova sarebbe nella condanna inflitta a Roberto Formigoni (con una sentenza ingiusta, a parere non solo dello scrivente che mai ha nascosto l’amicizia e la stima per l’ex presidente della Lombardia, oggi detenuto). Ha scritto Saviano:
“Un esempio per comprendere questa dinamica è quello di Comunione e Liberazione, un’associazione cattolica della quale, fino alla condanna definitiva, il corrotto Roberto Formigoni era uomo di punta. Comunione e Liberazione è potentissima in Lombardia e detta legge; basti pensare alla percentuale maggioritaria, nelle strutture pubbliche, di medici antiabortisti e della difficoltà che la maggior parte delle donne trova a farsi prescrivere la pillola abortiva, nonostante sia previsto dalla legge: la ‘tecnica’ elusiva è semplice. I medici obiettori di coscienza hanno molte più possibilità di fare carriera rispetto a quelli non obiettori. Come si potesse, anche ieri, ascrivere questa dinamica mafiosa al concetto di efficienza è stato per me sempre un mistero. E dispiace che i lombardi debbano rendersi conto oggi, sulla pelle loro e dei loro cari, dell’anomalia di certe dinamiche, che lungi dal rappresentare eccezione gettano una luce sinistra sulla regola seguita in generale”.
Una mescolanza ripugnante di pregiudizi, per cui la libertà di coscienza, che è un diritto incomprimibile, è trasformata in un concorso ad associazione mafiosa.
Più chiaro ancora, nella sua deferenza alla Mani Pulite che fu e alla sinistra politica il vicedirettore di Repubblica, Sergio Rizzo:
“La condanna definitiva a 5 anni e dieci mesi per corruzione inflitta a Roberto Formigoni, già potentissimo presidente della Regione, è l’emblema del modo in cui un blocco di potere politico affaristico per decenni ha gestito la ricca sanità lombarda. Senza soluzione di continuità e con segni precedenti anche alla triste stagione di Tangentopoli: basterebbe ricordare come per una singolare coincidenza proprio quella stagione sia stata inaugurata da Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio, ospedale oggi al centro del caso eclatante della raffica di decessi di anziani ricoverati rivelato da Gad Lerner su Repubblica”.
Rizzo si abbevera ad Enrico Berlinguer per stabilire la liceità del combinato disposto di magistratura-media-politici di sinistra onde giustificare l’alleanza forcaiola che sogna la ripetizione di quella che il procuratore generale di Milano Catelani definì “Rivoluzione italiana”, guidata dai neo-sanculotti togati, in congiunzione anche allora con Repubblica e il Corriere. Tempo dopo sia Catelani sia il direttore del Corriere espressero pentimento. Ma ci risiamo 28 anni dopo. Mentre Il Fatto Quotidiano ha sostituito l’Unità.
C’è bisogno di dire che i reati vanno perseguiti. Chiunque li abbia fatti. Ma se poteva funzionare l’individuazione di un sistema criminale di tangenti agli inizi degli anni 90, oggi a essere sotto accusa è semplicemente una visione della cosa pubblica. Funziona così. Si individua proprio nel centro dello tsunami Covid una debolezza fin troppo facile da colpevolizzare. Da lì si scatena quello che Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera, ha definito “panpenalismo”: prima la caccia all’untore, poi al mandante dell’untore: ed è individuato proprio nel principio di sussidiarietà, di valorizzazione del privato sociale e dell’imprenditoria non parassitaria che ha saputo impiantare opere di qualità altissima. E qui si incrocia con la prospettiva di tornare a uno statalismo centralista, in assoluto dispregio anche alla volontà dichiarata nei referendum effettuati in Lombardia e Veneto. Ma che importa la volontà degli elettori? Conta il sentimento di superiorità morale di questi cavalieri, già pronti a far da scudieri per intanto all’ascesa magari fino a Roma di Beppe Sala, poi si vedrà (era meglio il duo progressista Occhetto-D’Alema).
E già che ci si è, non manca mai il tentativo da iena di gettarsi addosso, criminalizzandola, a una presenza nella società lombarda senza la cui silenziosa testimonianza nelle opere caritative e nelle corsie degli ospedali di tante persone di qualunque confessione e credo o non credo ci sarebbe molta più desolazione.

La favola irriverente e immorale

Sto in casa: Servo del potere!
Esco di casa: Incosciente!
Andrà tutto bene: #Quinonvabeneunc@@@o!
Metto la mascherina con il filtro: Egoista!
Metto la mascherina chirurgica: Serve ai medici!
Metto la mascherina semplice: Non serve a niente!
Non metto la mascherina: Untore!
Ci vuole il tampone: Ormai non serve a niente, meglio il test per gli anticorpi!
Prenoto il test per gli anticorpi: L’ha vietato il ministero della salute, non è preciso!
Canto al balcone: Buffone!
Sto zitto al balcone: Spione!
Sono ironico: Irrispettoso!
Sono austero: Funereo!
Credo ai virologi: Boccalone!
Non credo ai virologi: Complottista!
Mi informo su più opinioni: Opportunista!
Esprimo una mia opinione: Saccente!
Non esprimo opinioni: Ignorante!
Farò il vaccino: Cavia!
Non farò il vaccino: Assassino!
Mando tutti a fanculo: #cipensailvirus!
(Cit.).

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