Santa Sede –Montenegro, firmata la ratifica dell’Accordo base. E’ il primo del genere con un Paese a maggioranza ortodossa.

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È in vigore da oggi, con lo scambio degli strumenti di ratifica. Ma l’Accordo di Base tra la Santa Sede e il Montenegro è stato firmato un anno fa. Ed è un accordo storico, il primo di questo genere fatto dalla Santa Sede con un Paese in cui la maggioranza delle persone che professano una fede sono ortodossi. Ne è ben consapevole il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che nel suo discorso ci tiene a sottolineare che “che assolutamente non è nelle intenzioni della Santa Sede di ricercare privilegi per la Comunità cattolica con questo Accordo”. Un accordo fortemente voluto dal Montenegro, che nell’ultimo anno si è mosso molto per delineare in maniera precisa i rapporti con le religioni: a settembre dello scorso anno  il primo ministro montenegrino ha reso nota la sua intenzione di riconosce riconoscere l’ebraismo come religione di Stato, e lo scorso gennaio il governo ha firmato un accordo con le comunità islamiche del Montenegro. E la positività dei rapporti tra lo Stato e le religioni è stato sottolineato dal presidente Vujanovic nel suo discorso.

 

Filip Vujanovic, presidente del Montenegro, e Bertone firmano gli strumenti di ratifica dell’accordo nella Sala dei Trattati. È l’occasione per il segretario di Stato di ricordare che “anche noi siamo convinti che l’esercizio della libertà religiosa di ogni singolo cittadino e delle Comunità religiose in un quadro legale appartiene ai presupposti irrinunciabili della odierna cultura occidentale ed è condizione indispensabile per la tutela dei diritti umani in ogni latitudine del pianeta”.

L’Accordo, “prendendo atto dell’indipendenza e autonomia della Chiesa e dello Stato e della loro disponibilità alla mutua collaborazione, fissa il quadro giuridico dei reciproci rapporti”, spiega la nota vaticana. “In particolare, vengono regolate la posizione giuridica della Chiesa cattolica nell’ambito civile, la libertà e indipendenza nell’attività apostolica e nella regolazione delle materie di competenza specifica e la libertà di culto e di azione nei campi culturale, educativo, pastorale e caritativo”. Il testo riguarda inoltre “la gestione dei Seminari, come anche l’assistenza spirituale alle Forze Armate, nelle prigioni e negli ospedali”.

“A motivo di ciò – dice Bertone –  siamo persuasi che la retta applicazione di quanto è stato pattuito andrà pure nell’interesse del Montenegro, perché – oltre ad offrire un’immagine positiva a livello internazionale – contribuirà al superamento dei problemi ereditati dal passato, ed alla costruzione di un futuro migliore: un futuro di rispetto reciproco e di collaborazione tra le Comunità religiose e le Autorità civili, di piena armonia tra i popoli e le religioni del Paese”.

È stata l’occasione, per il presidente del Montenegro e per la sua delegazione, di una breve visita a Benedetto XVI. Durante la quale, recita una nota della Sala Stampa della Santa Sede, “è stato anche rilevato come l’Accordo rappresenti uno sviluppo positivo nel consolidamento dello Stato di diritto e dei principi democratici sui quali il Montenegro vuole fondare il proprio avvenire. Inoltre, c’è stato un fruttuoso scambio di vedute su temi di attualità internazionale e sulla situazione regionale. In particolare è stato confermato l’apprezzamento con cui la Santa Sede segue il cammino del Montenegro verso l’integrazione europea. Infine, è emersa la volontà di mantenere vivo lo spirito di collaborazione con un dialogo costruttivo su temi di interesse comune per la Chiesa e per lo Stato”.

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