100 giornalisti parlano di ambiente e il Papa li ringrazia per la comunicazione etica

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“Che questo forum susciti sempre più una consapevole attenzione ai problemi ambientali favorendo una comunicazione attenta agli aspetti etici.” Con questo augurio tramite telegramma, Benedetto XVI ha voluto far sentire la sua vicinanza agli oltre 100 giornalisti che nei giorni scorsi si sono riuniti a Trento in occasione del IX Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del Creato, promosso dall’ Associazione Green Accord Onlus. Tema dell’ incontro che si è concluso ieri “Salì sul monte. Mons sanus pro corpore sano”. E la montagna con i suoi paesaggi, la ricca biodiversità, le comunità montane che vi abitano, ma anche con tutti i suoi disagi è stata la protagonista assoluta delle relazioni che si sono susseguite durante la quattro giorni. Ma anche il forte richiamo alla spiritualità rende questi luoghi un dono prezioso della madre terra. Immancabile il ricordo di Papa Giovanni Paolo II grande amante della montgna.

“Nella Bibbia – ha spiegato il biblista Piero Rattin -la figura della montagna è costantemente presente. Da Abramo a Mosè ed Elia fino ad arrivare ai Vangeli, Dio ha parlato all’uomo sulla montagna, invitandolo però poi a portare il suo messaggio a coloro che vivono nella valle. Sul monte il Signore diede a Mosè i Dieci Comandamenti, sul monte Tabor avvenne la trasfigurazione di Cristo e sul Monte del Calvario ci fu la Crocifissione. Il cammino che l’uomo fa nella sua vita è simile a un percorso in montagna, ma attenzione: la cima deve essere una meta non una conquista che noi dobbiamo raggiungere per volare verso l’eterno”. La Croce, segno di eccellenza di Dio, è ben presente nel territorio dolomitico, recentemente incluso fra i Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. “Se le Dolomiti sono patrimonio dell’ umanità- ha concluso padre rattin- anche la Croce lo è, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo” Ma la montagna non è solo spiritualità, uno dei simboli di essa sono sicuramente i ghiacciai eterni, che causa del pesante cambiamento climatico stanno pian piano diminuendo con conseguenze disastrose per tutto il pianeta.

“Fare del facile allarmismo non è utile né opportuno – ha spiegato Carlo Baroni, presidente del Comitato Glaciologico Italiano- Ma è un dato di fatto che, con questi ritmi e senza interventi, fra qualche anno arriveremo a doverci confrontare con una realtà in cui ci saranno ancora le montagne ma senza ghiacciai”. Nel giro di pochi decenni infatti, alcuni dei ghiacciai più importanti hanno perso la loro grandezza come quello della Presanella sull’Adamello che è diminuito di circa 2/3 o quello della Lobbia ridotto del 42% in estensione e del 65% in volume. “È vero- ha continuato Baroni- che i ghiacciai alpini rappresentano solo lo 0,02% del peso totale di tutti i ghiacciai terrestri. Ma il loro ruolo sugli ecosistemi fluviali italiani e per la fornitura di acqua nei mesi estivi è cruciale per il nostro Paese”.

Chi invece ha ben presente le opportunità che la montagna può offrire in termini di risorse naturali sono i suoi abitanti e le comunità locali che spesso hanno potuto utilizzare i territori montani sotto forma di usi civici e che si sono tramutati in risorse per la loro vita. “Gli usi civici –ha detto  Paolo Castelnovi, docente del Politecnico di Torino – testimoniano una concezione che parla di un patto molto responsabile tra l’uomo e il proprio territorio, di comportamenti rispettosi e utili. Noi però abbiamo rotto la continuità di questo patto: l’agricoltura ha perso il suo carattere di sistema primario di produzione, soprattutto in montagna dove è spesso più faticosa e meno produttiva”.

E uno degli elementi fondamentali e vivi della montagna sono sicuramente i boschi e le foreste. Infatti al convegno è intervenuto anche Francesco Dellagiacoma, vicepresidente del PEFC Italia (la sezione nazionale dello schema di certificazione della gestione forestale sostenibile). Un’occasione per portare all’attenzione il legame tra bosco e sostenibilità. Infatti solo nel territorio italiano il 30% del territorio è occupato da boschi di cui circa il 60%. è  in Trentino. “Il problema principale oggi – ha illustrato Dellagiacoma ai giornalisti- non è tanto di difendere il bosco, perché il bosco sta espandendosi, ma è quello di gestirlo, perché altrimenti perdiamo una grande opportunità: il bosco riesce a darci prodotti, riesce a darci protezione del territorio, riesce a darci regolazione del ciclo dell’acqua, riesce a darci paesaggio, riesce a darci ambiente.

E’ possibile tenere insieme questi vantaggi facendo una gestione oculata. La certificazione quindi serve a garantire al consumatore che quel legno non deriva dalla distruzione di foreste, ma deriva da una gestione che è attenta a mantenere le foreste e a migliorarle addirittura”. A conclusione del Forum i partecipanti hanno voluto lanciare un appello ai governanti che si riuniranno nei prossimi giorni nel Summit internazionale di Rio di Janeiro. “La montagna- ha detto Andrea Masullo presidente del comitato scientifico di Green Accord- ci insegna che oltre la vetta non si può salire, ma se non ci si ferma per tempo si può solo precipitare.

La crescita del consumo di natura ha da tempo superato la vetta e ormai, consumando ogni anno oltre il 20% di risorse più di quanto la Terra riesca a riprodurre, ci stiamo pericolosamente sporgendo sul precipizio. L’uomo deve essere cosciente di far parte della Natura, che la sua esistenza dipende da essa e deve quindi imparare a vivere con essa e non contro di essa”.

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