Una guardia svizzera racconta: A Carpi ci siamo messi a disposizione della gente

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E che avete fatto?

“Principalmente abbiamo fatto un servizio di sorveglianza e sicurezza all’ Ospedale di Carpi dove erano avvenuti dei furti perché l’ospedale era stato evacuato. I malati sono ora in tende, e anche alcuni reparti. C’era da fare un servizio di sorvglianza. Ma abbiamo anche aiutato dei ragazzi ad organizzare una festa, insomma un po’ tutto quello che ci chiedevano. Ci siamo messi a disposizione.”

E la gente che ha detto ?

“Si certo erano un po’ sorpresi, soprattutto quando è arrivato il primo gruppo. Ma davvero io sono stato felicissimo di essere con quelle persone perchè ci hanno dimostrato un grande calore. Ci hanno ringraziato, stretto le mani, sono stati gentilissimi.”

Dove avete dormito?

“ Siamo stati tutti ospitati in una tenda della protezione civile. Per fortuna durante il nostro breve soggiorno non ci sono state altre scosse. Certo la situazione non è davvero delle migliori. Ho visto le case con grosse crepe e intorno la gente accampata nelle tende che vive in modo precario. Vicino all’ ospedale ho parlato con in signore che mi ha detto di aver perso tutto e aveva trascorso le notti in macchina. Una situazione catastrofica.”

Questa idea di farvi volontari per qualche giorno è anche parte delle attività che fate durante l’ anno?

“ Si certo, è un modo per vivere la nostra vita cristiana, facciamo diverse attività con il cappellano. Appena me lo hanno chiesto io ho detto subito sì! Perchè aiutare le persone rende felice sia me che loro. Quindi sono stato felice di dire di sì. Ora ci saranno anche altri che andranno su.”

E il Cappellano, Monsignor Alain de Remy vi sostiene in queste iniziative?

“ Si ci da man forte e sostiene anche chi vuole fare volontariato anche durante l’anno a Roma e aiuta a trovare una strada e il modo di essere attivi.”

Avete lasciato la vostra divisa e come vi siete presentati ?

“Abbiamo usato la nostra divisa da esercitazione, decisamente più pratica, ma eravamo riconoscibili , quella che usiamo per gli esercizi di autodifesa.”

E la collaborazione con le forze dell’ordine italiane?

“ Ci siamo coordinati con la Polizia e Carabinieri che davano man forte ai servizi di sicurezza. Facevano ronde e controlli e noi con loro.”

Avete scelto di sacrificare il vostro tempo libero? “

Eh si. Io ad esempio ero in servizio il giovedì mattina, poi la notte, e al mattino siamo partiti con le nostre auto. E sacrificato i miei tre giorni liberi di riposo per fare questo ma mi e piaciuto moltissimo farlo. Siamo tutti giovani e possiamo dare le nostre energie. Ci siamo sentiti non solo squadra militare, ma un gruppo di amici che fa cose insieme. E’ stata davvero una bella esperienza per tutti. Un’ esperienza che rifarei subito. Ed è stata la prima volta che si faceva una cosa del genere.”

Qual è il ricordo più intenso?

“ A me è piaciuto tutto! Lo spirito di amicizia, i sorrisi della gente. Alla fine una infermiera dell’ ospedale è arrivata a ringraziarci con tanto affetto, e questo mi è piaciuto. E la Messa della domenica che ha celebrato il vescovo, c’erano anche i paracadutisti della Folgore che erano volontari come noi, è stato bellissimo. Ci siamo sentiti parte della comunità. Quando ci chiedevano informazioni sull’ospedale, noi avevamo anche il compito di aiutare la gente a trovare le tendo con i reparti, poi ci ringraziavano tanto. Ecco questo mi ha commosso.”

C’era curiosità nei confronti delle “guardie del Papa”?

“Si, qualcuno ci chiedeva che cosa facciamo durante il servizio, erano molto interessati, ci chiedevano il perchè eravamo andati etc.”

Lo rifaresti?

“ Assolutamente sì. Dovesse capitare anche di andare in un’altro posto lo rifarei. Perchè vedere le persone felici per quello che puoi fare per loro, persone sfortunate da aiutare.”

Ma hai il cuore più pieno quando fai il servizio normale a Roma o quando sei stato volontario in Emilia?

“ E mah dipende…..E’ una domanda difficile! Perchè in Vaticano fai il tuo servizio, un servizio militare. Invece in Emilia è stato diverso. Non si può paragonare! Certo nel servizio in Vaticano vivi delle gradi emozioni, ma sono diverse, ma con la gente che ha bisogno, gente sfortunata che ha bisogno di tutto. É stato un pezzo di esperienza in più che porterò a casa quando ritornerò.”

Gabriele Paris nella foto ha il casco bianco.

La foto è di Tiziano Guarneri- sergente GSP

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