Chiesa lacerata?

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Nell’arte musicale, concordanza e dissonanza hanno sempre creato nel corso dei secoli capolavori eccellenti. Del resto, discordia concors è la classica definizione di armonia. Tutta la creazione, uscita dalle dita sapienti di Dio, è sommo capolavoro di perfetta armonia. Isaia aveva previsto che un giorno il lupo e l’agnello avrebbero convissuto insieme in concorde armonia e che un bimbo avrebbe introdotto la mano nel buco dove risiede il serpente velenoso senza subire alcun danno. Quando dall’arte della natura e della musica si passa al fenomeno della società umana, spesso le discordanze diventano dannosi elementi di lacerazione del convivere tra gli uomini. Nell’universo, l’unica persona saggia artefice di vita nuova è l’uomo, creato a immagine e somiglianza del suo Creatore e Padre proprio per realizzare concordia tra umanità e divinità, tra creazione e creatura, tra l’uomo e se stesso e i suoi simili.

Spesso, però, l’uomo insipiente si lascia trascinare da tendenze ostili che lo conducono a produrre l’anti-arte della discordanza distruttiva che produce divisioni, discordie, lotte di poteri occulti rivestiti talvolta di finta giustizia e apparente legalità, quando non sono altro che l’espressione di un vendicativo giustizialismo “assassino”. Nella logica di queste perfidie diaboliche, soccombe sempre chi cerca di vivere lo spirito delle Beatitudini. Non a caso, la declinazione delle Beatitudini evangeliche termina inesorabilmente con la “persecuzione” a causa della Giustizia. Guardando la natura osserviamo che in essa non esiste la legge della disarmonia; anche i terremoti, pur nella loro drammatica e distruttiva realtà, sono provocati dalla legge di “assestamento” naturale, la nostra terra, infatti, è un affascinante “pianeta vivo”!

La stessa origine della vita umana trova la sua sorgente nell’armonia tra semi di natura diversa. Nessun uomo nasce dalla “discordanza”, ma dalla “concordanza” di comunione che chiamiamo “amore”. Nati alla vita, diventiamo dono l’uno per l’altro. La legge suprema che regola l’esistenza è quella dell’armonia infinita che presiede e sostenta la vita di ciascuna creatura dell’universo. La convivenza è frutto di quest’armonia che rende la vita dell’uomo dono prezioso che crea il fondamento di tutte quelle relazioni interpersonali dalle quali scaturiscono il progresso e il benessere universale. Utopia? Bisogna ogni giorno apprendere l’arte raffinata di creare evangelicamente armonia dalle dissonanze. Sapendo distinguere sempre il buon grano dalla malefica zizzania e non occultando il male operato, bisogna smettere di teatralizzare in pubblico quanti sono accusati di errori e vizi più o meno gravi.

Per la correzione fraterna, del resto, esiste una legge evangelica insegnata dal maestro Gesù: tutti i credenti in Cristo siamo tenuti a praticarla. San Paolo insegna che ogni divisione nella Chiesa è lacerazione di Cristo mistico. L’Apostolo, osservando come nella comunità cristiana di Corinto vi fossero forti divisioni, s’interroga: “Cristo è stato forse diviso?”. E invia loro una lettera in cui, esortando i fedeli a essere “in perfetta unione di pensiero e d’intenti, scrive: “Mi è stato segnalato a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: “Io sono di Paolo”, “Io invece sono di Apollo”, E io di Cefa, “E io di Cristo!” (1Cor 1,11-12). Paolo deplora le frantumazioni all’interno delle comunità cristiane che lacerano il Corpo mistico di Cristo. Nella Chiesa, ormai, da secoli ci si è, purtroppo, assuefatti alle discordie e alle divisioni: cattolici, protestanti, ortodossi . Tutti figli di Dio, tutti fratelli in Cristo, ma tutti ”fratelli” separati. Bisogna convincersi che, nella Chiesa, ogni divisione è realtà scandalosa che provoca deplorevole anti-testimonianza.

Il concilio ecumenico Vaticano II ci ha ricordato che nessuno può rifugiarsi dietro il comodo paravento che la colpa è sempre degli altri e che a loro spetterebbe il primo passo decisivo per la riconciliazione (cfr. UR 3.4ss). Sono convinto che ogni lotta ha origine dall’egoismo e dalla superbia. L’egoista ricerca disordinatamente il proprio interesse, il proprio utile, il proprio onore. L’orgoglioso è alla ricerca disordinata del proprio prestigio, del proprio valore, del proprio comodo. Con la superbia e con l’orgoglio, l’uomo si fa primo e migliore, con l’egoismo si mette al centro. Soltanto l’umile è capace di amare e di accogliere amore con la profondità del cuore, con la totalità della persona, con la trasparenza della coscienza, con l’intensità, l’energia e la libertà di spirito.

Utopia? In un mondo assediato da guerre d’ogni genere, parlare di armonia e concordia potrebbe sembrare “utopia”, cioè “discorso senza luogo”. L’arte della fede ci conferma che il luogo esiste: la profondità dell’uomo interiore, il cuore è il luogo del sigillo. La discordia disarmonica non ha cuore perché non c’è il Dio di Cristo; forse potrà esserci un altro dio disincarnato e falso. I peggiori mali sono perciò determinati da un duplice egoismo: quello individuale, che innesca divisioni nel rapporto interpersonale e quello sociale, in cui la febbre del dominio e del possesso determina grande caos e legittima feroci guerre. Armonia e concordia sono forze unificanti di quanti decidono di incontrarsi per camminare insieme verso lo stesso fine e gli stessi ideali, annullando egoismi e individualismi. Armonia e concordia sono energie vitali che spronano a compiere le grandi azioni che realizzano unitas cordium. Armonia e concordia sono forza motrice per creare non uniformità livellanti e depauperanti, ma polifonia di un’umanità nuova e unicorde.

Armonia e concordia dicono ricerca, apertura, conquista: punto d’arrivo di uomini saggi, prudenti e sapienti. La discordia concors esige l’arte difficile del bene modulandi: è l’arte del Padre che  crea, è l’arte del Figlio che redime, è l’arte dello Spirito che santifica nella perenne Pentecoste della divinizzazione.

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