Il Cardinal Farina lascia la Biblioteca Vaticana per limiti di età : Pubblichiamo un suo scritto dedicato a Benedetto XVI

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Questa mattina il Papa ha accettato la rinuncia del Cardinale Raffaele Farina, Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, per raggiunti liniti di età. Il nostro grazie e il nostro saluto al Cardinale lo manifestiamo pubblicando questo testo che in agosto del 2010 ha fatto il giro del mondo.

L’uomo che voleva diventare bibliotecario

La rivista cattolica statunitense Inside The Vatican pubblica nella sua news letter una bellissimia testimonianza del Cardinale Raffaele Farina Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. “L’ uomo che voleva diventare bibliotecario” di cui si parla è papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger. Una episodio inedito della vita dell’ allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che molto rivela della sua personalità Grazie al cardinale Farina che ha voluto donarci questo gioiello e grazie ad Inside the Vatican per averlo pubblicato. Ecco il testo del cardinale.

Il Cardinal Ratzinger e la Biblioteca Apostolica Vaticana

«È noto che la Biblioteca Vaticana non a caso porta il nome di “Apostolica”, in quanto è un’Istituzione considerata sin dalla sua fondazione come la “Biblioteca del Papa”, di Sua diretta appartenenza»: sono parole pronunciate da Benedetto XVI nella sua visita alla Biblioteca Vaticana e all’Archivio Segreto Vaticano il 25 giugno del 2007.

 

Rivolgendosi ai Superiori e al personale della medesima Biblioteca e dell’Archivio Segreto Vaticano, nella medesima occasione, prendendo commiato da loro, conclude dicendo: Confesso che, al compimento del mio settantesimo anno di età, avrei tanto desiderato che l’amato Giovanni Paolo II mi concedesse di potermi dedicare allo studio e alla ricerca di interessanti documenti e reperti da voi custoditi con cura, veri capolavori che ci aiutano a ripercorrere la storia dell’umanità e del Cristianesimo. Nei suoi disegni provvidenziali il Signore ha stabilito altri programmi per la mia persona ed eccomi oggi tra voi non come appassionato studioso di antichi testi, ma come Pastore chiamato a incoraggiare tutti i fedeli a cooperare alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno la volontà di Dio là dove Egli ci pone a lavorare.

Era l’anno 1997. Il Card. Ratzinger aveva compiuto 70 anni il 16 aprile. Il 24 maggio ero stato nominato Prefetto della Biblioteca Vaticana e mano a mano che ne prendevo la guida mi rendevo conto delle difficoltà, soprattutto economiche e gestionali, che avrei dovuto affrontare. Ho preso pieno possesso dell’incarico il 12 luglio, quando si concludeva il mio mandato di Rettore dell’Università Salesiana; nello stesso giorno ho appreso del sequestro e dei sigilli apposti ai banchi di vendita nelle Gallerie della Biblioteca, che fanno tutt’ora parte del percorso dei Musei Vaticani, nonché al Laboratorio e deposito della Casa Editrice Belser di Stuttgart, che aveva sede in Biblioteca Vaticana, nei locali sottostanti la Prefettura. Il Cardinale Bibliotecario era a quel tempo S. Em. Luigi Poggi; sapevamo già, nel mese di luglio, che ad ambedue, a lui e al sottoscritto, sarebbe toccato l’ingrato compito di dimettere dal lavoro ben 39 dipendenti a contratto.

In questa preoccupante situazione mi giunse, tra le altre, la richiesta di una ragazza di Monaco di Baviera che aveva fatto uno stage nel nostro Laboratorio di restauro dei manoscritti. In quei mesi era a Roma e mi assediava quasi quotidianamente chiedendomi di essere inserita nel personale della Biblioteca o almeno di fare un anno o due di esperienza nel nostro Laboratorio. Non potevo prenderla, nonostante l’ottima scuola frequentata e il Diploma che aveva conseguito in Germania, a motivo non solo dei licenziamenti previsti, ma anche perché la Biblioteca era stata “commissariata” (il commissario ero io!) a causa delle vicende giudiziarie, provocate dai sequestri di cui sopra, in riferimento a improvvide licenze concesse a Società della California dal mio predecessore.

Stanca dei miei, pur cortesi e benevoli, dinieghi, la ragazza mi ha a un certo punto minacciato, dicendomi che se non prendevo in seria considerazione la sua richiesta di lavorare in Biblioteca lei si sarebbe fatta suora. Naturale e spontanea è stata, come potete immaginare, la mia risposta di ritenere questa sua decisione una benedizione di Dio, da tutti i punti di vista. Mi ero illuso così di aver risolto il problema. Nel mese di agosto sempre del 1997, mi è arrivata una lunga lettera del Card. Ratzinger da Monaco, dove trascorreva le vacanza estive, in cui mi raccomandava la ragazza, che gli aveva fatto visita insieme ai genitori, dicendosi disposto a pagare lui stesso una borsa di studio per due anni. Non sapevo cosa fare. D’accordo con il Card. Poggi, ho deciso infine di aspettare il ritorno a Roma del Cardinale e di chiedere un appuntamento. E così ho fatto. Il 22 settembre il Cardinale Ratzinger mi ha ricevuto in udienza per circa quaranta minuti.

Non ha aspettato che gli esponessi il problema, ma, come se sapesse già il motivo della mia visita, ha cominciato a parlare e andava avanti per quasi mezz’ora parlando un po’ del suo lavoro nella Congregazione della Dottrina della Fede anche in riferimento a un progetto al quale avevo lavorato assieme a lui, quello dell’apertura dell’Archivio dell’Indice alla consultazione degli studiosi; fino a che a un certo punto, mettendo assieme i pezzi di quanto ascoltavo, ho realizzato che il Cardinale dava per scontato una notizia, che poi è circolata pur se in una cerchia ristretta della Curia, che egli, avendo compiuto il 16 aprile i 70 anni, aveva chiesto al Santo Padre Giovanni Paolo II di poter concludere i suoi anni in Vaticano, in Biblioteca Vaticana, come Cardinale Bibliotecario, e lasciare così il gravoso incarico della Congregazione della Dottrina della Fede.

Praticamente mi chiedeva, pur se non in maniera esplicita, cosa ne pensavo e in che cosa consisteva il compito di Archivista e Bibliotecario di S.R.C. Quando ho capito bene quel che il futuro Papa mi stava dicendo, ho dato a vedere di sapere già la notizia e ho espresso chiaramente e con evidente entusiasmo quanto io e la Biblioteca intera eravamo felici di poterlo averlo tra noi. Solo al momento del commiato ho potuto esporgli il problema di Elisabeth, la ragazza che è poi entrata effettivamente in convento.

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