Quasi raggiunta quota 120.000 contagiati Sars-CoV-2 e 15.000 morti. E altrove non va meglio. I tempi saranno lunghi

Secondo la narrazione dei numeri (dimenticando che si tratta di esseri umani) ufficiali (sarebbero da moltiplicare con 10, secondo quanto ha bisbigliato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile) “prosegue lentamente il calo della curva epidemica nazionale di incremento dei casi totali giorno su giorno” e “in Lombardia, che da sola rappresenta il 40% del totale nazionale, la crescita è del +3,1% contro il +2,8% del 2 aprile”, ma “si conferma comunque l’appiattimento della curva epidemica, ormai vicina al suo momento di picco”. Prosa che merita un premio in questo tempo di coronavirus, mentre tutti i “numeri” continuano a salire.
Trend in calo… Trend in calo? “Vicino al momento di picco”. Ma di quale zona di Bergamo o del Nord? E il sud non ha nemmeno iniziato. +766 decessi da ieri e 6 più di ieri. Ma il trend è in calo. In calo un cavolo!
In questa follia di matematica indotta, in questo momento c’è solo un dato certo, solo uno uno e uno soltanto: è il dato dei decessi… ma in tanti lo nascondono, quasi non ne parlano. E si basano su mirabolanti stime percentuali, trend e plateau invece di basarsi all’unico dato certo. I decessi sono costanti e a volte in aumento, ma soprattutto una media giornaliera che nessuno ancora ha mai fatto: è la media giornaliera dei decessi che sono 350 al giorno fin’ora. Media che fa paura, se viene proiettata a 60 a 120 a 180 giorni. Fa paura. Quindi, meglio dire trend in calo. In calo un cavolo!
Secondo i dati dei decessi, se ci basiamo su questi, siamo a 10.000 decessi al mese. A Ferragosto in proiezione saranno 50.000 decessi. Ma ancora andiamo a fare il jogging, i flashmob sui balconi, ci prepariamo a Pasquetta, a Ferragosto e all’apertura dei lidi…

Le cifre oscure dei decessi della Lombardia
di Luca Bonzanni
Avvenire, 3 aprile 2020
Per l’Istat nei comuni lombardi la mortalità, causa Covid-19, è aumenta del 143%. Ma situazione non è omogenea: nella Bergamasca alcuni centri hanno superato il 500%.
La cifra oscura inizia a venire alla luce. Sotto la lente ci sono i numeri, ma quelle cifre sono costruite sulle delle persone, sul dolore di parenti e amici, sulle biografie della tragedia. Quanti sono, veramente, i morti per il Covid-19 in Lombardia? Occorre andare oltre i dati ufficiali, hanno detto in tanti, perché i conti non tornano. L’Istat ha così messo a disposizione le statistiche sull’andamento dei decessi di un campione significativo di comuni italiani, inquadrando in particolare le prime tre settimane di marzo. Nel database ci sono oltre 400 comuni lombardi (su un totale di 1.506), che rappresentano comunque una popolazione consistente, 5,6 milioni di residenti, cioè il 56% del totale regionale. Cosa emerge? Dal 1° al 21 marzo 2019, in queste località lombarde si erano avuti 3.508 decessi; nello stesso periodo di quest’anno, il più martoriato dall’avanzata del coronavirus, le morti sono state invece 8.558. C’è cioè una differenza di 5.050 vite spente, un aumento del 143%. Proiettando questo trend sull’intera regione, calibrandolo con i pesi delle province più o meno colpite, la stima è che l’aumento dei decessi sia tra gli 8.400 e i 9.000 casi. Tutte vittime del coronavirus? Il sospetto è concretissimo e scava nelle morti più solitarie nelle Rsa o nelle abitazioni, e poi tra quelle vite interrotte negli ospedali senza nemmeno il tempo di eseguire il tampone. Di contro ci sono i dati ufficiali, che raccontano qualcosa di parziale: nello stesso periodo, infatti, il bollettino regionale ha contato ‘solo’ 3.433 decessi.
La situazione non è ovviamente omogenea sul territorio lombardo. Nei comuni campione della Bergamasca, l’aumento è del 454% e porta a una stima solo per quelle tre settimane – di circa tremila decessi per Covid (si superano abbondantemente i 4mila considerando anche gli ultimi dieci giorni di marzo); +282% in provincia di Cremona (oltre 700 la proiezione dei morti), +246% nel Lodigiano (più di 400 le vite spezzate), +188% nel Bresciano (1.400 i possibili morti), +137% nel Pavese (500 i decessi stimati). In provincia di Milano l’aumento è stato ‘solo’ del 41%, con circa 800 morti ipotetici; in città, 154 i morti ‘in più’ accertati per quelle tre settimane.
+454%: L’aumento dei decessi rispetto a marzo 2019 nella Bergamasca
+188%: L’incremento dei morti nei comuni campioni Istat del Bresciano
+282%: La crescita delle morti nel Cremonese rispetto a marzo 2019
+246%: L’impennata di vite spezzate nei comuni campione Istat di Lodi
Intanto in Calabria 45 decessi e salita costante dei positivi. E il Governatore della Calabria Jole Santelli ha prorogato le misure anticontagio fino al 13 aprile: “Ho emanato un’ordinanza attraverso la quale viene prorogata fino al 13 aprile la validità delle disposizioni messe a punto per prevenire e contrastare la diffusione del Coronavirus. Si tratta delle ordinanze che portano la firma del presidente Santelli e che contengono misure come la cosiddetta ‘chiusura’ della regione Calabria, la sospensione delle attività ambulatoriali e dei ricoveri, le attività di controllo dei passeggeri in arrivo presso gli aeroporti e, ancora, la chiusura di attività come i parrucchieri, i barbieri e i centri estetici e dei supermercati per la giornata di domenica. Resta l’obbligo, per chi arriva nella nostra regione per comprovati motivi di lavoro o di salute, di registrarsi al sito istituzionale e di informare le autorità locali e sanitarie, nonché di osservare la quarantena domiciliare per 14 giorni dall’arrivo con divieto di contatti sociali, di spostamento e di viaggi. Si tratta di una scelta coerente con le disposizioni assunte anche a livello nazionale per contenere il contagio. Mai come in questo momento è importante non abbassare il livello di guardia per non vanificare gli sforzi che tutti noi calabresi stiamo facendo, rimanendo a casa e rinunciando alla nostra quotidianità. Per garantire il proseguimento delle misure disposte dalla Regione Calabria, i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Provinciali, in aggiunta al personale già attivo presso le Unità Operative di Igiene e Sanità Pubblica, potranno reclutare altro personale in servizio presso le altre strutture ed Unità Operative del Dipartimento, per garantire servizi come la gestione dei flussi, la gestione della piattaforma Covid-19, la sorveglianza attiva, le indagini epidemiologiche, il contact tracing”.

Il “paziente recidiva 1” si è presentato. Ci risiamo, non solo “paziente uno”. Ora ci troviamo alle prese con una duplicazione di sintomi e paura. Ondata di ritorno del virus? Ne ha parlato a Piazzapulita su La7 l’epidemiologo Leopalco. E il giorno dopo arriva da Milano la denuncia del primo caso di recidiva, dopo essere guarita. A renderlo noto, Il Giornale sul suo sito, che scrive che la paziente, “ricoverata all’ospedale di Negrar, in provincia di Verona, come la prima volta non presenta sintomi gravi. ‘È un caso raro’, afferma Bisoffi, direttore del dipartimento”. Un caso raro, ma possibile e accertato. E sul quale si formulano due ipotesi. Si parte sempre dal caso della signora di Milano. Ricoverata una prima volta perché positiva al tampone e dimessa dopo il riscontro negativo di ben due test formulati prima del ritorno a casa. Una decina di giorni dopo le dimissioni da negativa, però, la paziente è tornata ad avere la febbre. E con la temperatura è salita anche la paura. Anche perché la donna, nei giorni, ha avuto anche la tosse, altro tipico sintomo di un ritorno del virus. Scrive Il Fatto quotidiano: “La donna adesso si trova ricoverata nel reparto di Malattie Infettive e tropicali dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in provincia di Verona”.

San Marino è lo Stato con il più alto tasso di contagi Sars-CoV-2 al mondo. Molto colpiti anche Andorra e Lussemburgo, tra i paesi più grandi la Spagna
di Gianluca Allievi
AGI, 3 aprile 2020
Per San Marino, Andorra e Lussemburgo non si parla naturalmente di numeri assoluti, che non sono paragonabili con quelli a sei cifre di Stati Uniti (245.000 casi di positività), Italia e Spagna, entrambe oltre i 110.000, ma di numeri relativi, in rapporto alla popolazione.
Sulla base dei dati mondiali sui casi di contagio della Johns Hopkins University, che raccoglie le cifre provenienti dai vari dipartimenti sanitari dei Paesi, possiamo calcolare a nostra volta la diffusione nella popolazione. A San Marino si sono verificati dall’inizio del contagio 245 casi; in percentuale sui 33.500 abitanti della Rocca questo significa un tasso del 7,3 per mille.
Il secondo posto in questa poco lusinghiera classifica va ad Andorra, che conta 428 casi di contagio, vale a dire il 5,6 per mille sui 76.000 abitanti. Segue il Lussemburgo, con ben 2.487 casi, il 4,1 per mille in rapporto alla popolazione di 602mila abitanti.
Altri casi all’attenzione sono quello dell’Islanda, con 1319 contagi su una popolazione di 374.000 abitanti, pari al 3,5 per mille, e le Isole Far Oer, che fanno parte della Danimarca, con 179 contagiati, il 3,4 per mille degli abitanti.
A San Marino spetta anche il triste primato dei decessi, con 30 morti (0,8 per mille sugli abitanti), mentre Andorra ne ha 15 e il Lussemburgo ugualmente 30 ma su una popolazione più ampia.
Tra gli Stati più grandi, gli unici a superare un tasso di contagio sopra il 2 per mille sono la Spagna, con 112.065 casi su quasi 47 milioni di abitanti, pari al 2,3 per mille, e la Svizzera, 18.827 casi, pari al 2,1 per mille su 8,5 milioni di abitanti. Segue l’Italia, con l’1,9 per mille, il Belgio a 1,34 e l’Austria a 1,27.

Posto Medico Avanzato allestito dalla Brigata San Marco della Marina Militare con 40 posti letto a Jesi (Marche). Le Forze Armate Italiane al fianco dei cittadini nell’emergenza Covid-19. Una Forza per il Paese.
Ed dcco, chi si vede e si sente, Gino Strada, che le Forze Armate non sopporta proprio: “Col costo di un F35 si realizzerebbero 2mila posti di terapia intensiva. Il mio grazie a infermieri, di cui non si parla mai”. Pontifica in smartworking che sennò piglia il virus.

In strada (ma non si tratta di Gino, che sta a casa), per incrementare il numero dei controlli, l’ASL Napoli 2 Nord ha attivato il “Casello Tampone”. Il paziente arriva in macchina in un piazzale indicato dai sanitari; si ferma presso una postazione dove sono presenti due infermieri ed un medico e, senza scendere dall’auto, viene sottoposto al tampone attraverso il finestrino. Il servizio è attivo a Giugliano per tutti i Comuni dell’Asl Napoli 2. È una procedura che abbatte drasticamente i tempi, si fa in meno i 5 minuti, rispetto alle 3 ore necessarie per il tampone a domicilio. Va sottolineato che il tampone, anche in questa modalità, viene effettuato esclusivamente ai soli pazienti appositamente chiamati dall’Asl (sull’area è presente un presidio della Polizia). È un’iniziativa molto importante, ma ricordiamo che per fermare i contagi la priorità è stare a casa e mantenere la distanza sociale.

La Regione Campania ha attivato il proprio Osservatorio con l’obiettivo di individuare ed arginare ogni fenomeno di distorsione del mercato generato da prezzi sproporzionati. Per fronteggiare gravi speculazioni in questo periodo, dell’Osservatorio faranno parte anche un rappresentante delle Prefetture e della Guardia di Finanza. È compito dell’Osservatorio l’individuazione dei prodotti e degli esercenti che curano la distribuzione e vendita, a prezzi palesemente sproporzionati, con segnalazione alle competenti Procure della Repubblica. “Mettiamo in campo una rigorosa azione di contrasto contro ogni forma di speculazione, tanto più intollerabile in questi giorni di emergenza”, ha scitto il Governatore della Campania Vincenzo De Luca sul suo profilo Facebook.

Vincenzo De Luca ha chiesto al Prefetto di Napoli la predisposizione di un massiccio servizio di controllo da parte delle Forze di Polizie e Forze Armate in alcune realtà dove si registrano picchi di contagio. A Torre del Greco si è registrato un picco di 40 casi e una presenza irresponsabile e diffusa di persone nelle strade cittadine. Così a Casoria, Afragola e in strade centrali di Napoli. “È necessario richiamare ogni cittadino a comportamenti responsabili. Ma è necessario, evidentemente un controllo più capillare e anche una attività repressiva. A tale scopo ho formalizzato la richiesta di rafforzamento della presenza di Forze Armate in Campania, a supporto dell’attività di controllo già in essere. È stato chiesto pertanto l’invio urgente di altre 300 unità di appartenenti alle Forze Armate”, ha scritto Viincenzo De Luca sul suo profilo Facebook.

La saga delle mascherine, per l’OMS DPI fondamentali, ma quelli efficaci introvabili
Dopo 23 giorni in casa, dal 10 marzo (sono uscito soltanto 2 volte, brevemente per fare la spesa, l’11 e il 23 marzo, con l’unica mascherina che avevo… e menomale ho una grande riserva di guanti monouso) poco fa due uomini della Protezione Civile di Macerata Campania (andando casa per casa) hanno consegnato una (1) mascherina.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe rivedere le sue raccomandazioni sull’uso delle mascherine alla luce dei risultati di un nuovo studio dell’MIT, secondo cui le goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto possono ‘viaggiare’ nell’aria per distanze ben più ampie di quanto si pensi: lo ha detto alla Bbc l’infettivologo David Heymann, presidente di un gruppo di consulenti dell’Oms che valuterà se – per rallentare la diffusione del virus – è necessario che un maggior numero di persone indossino le mascherine”.
Non solo goccioline di tosse e starnuti. Secondo l’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, il coronavirus viaggia nell’aria anche con il semplice respiro. Il virus SarsCov2 è stato trovato in campioni d’aria raccolti a oltre 1,8 metri distanza tra due pazienti, scrive l’Accademia Usa in una lettera al capo delle politiche scientifiche della Casa Bianca, inserendosi in un dibattito che va avanti da tempo.
Quel UNICO esemplare che ho ricevuto dopo 23 giorni dalla Protezione Civile d Macerata Campania sarà efficace (oltre che per pulire le occhiali)???
L’ha lasciato la mia vicina alla porta (mi ha offerto di portare la mia mascherina sopra, mentre mi affacciavo dal balcone per vedere chi c’era al citofono, perché non sentivo niente). Comunque, stavano distribuendo le mascherine sfusi… e non so da quanti mani è stata toccata, l’esemplare di cui sono diventato fiero proprietario.
Purtroppo, ripeto, è l’unico che ho (a parte di quello dell’11 marzo… monouso…). In farmacia non ne l’hanno proprio. Ma come si fa, come si fa!
