Il Meeting di Rimini: basta una parola perché il mondo capisca

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La relazione introduttiva è stata tenuta dal cardinale argentino Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. La scelta del relatore è anche legata alla forte presenza del Libano nei vari eventi del Meeting a cominciare dagli spettacoli del Caracalla Dance Theater, una compagnia libanese che sarà chiamata ad introdurre i temi del meeting. Ivan Caracalla, il direttore della compagnia, racconta che “la diversità non è qualcosa da temere, è un’ideale da raggiungere”.   Un evento è di successo se basta una parola a definirlo ha detto de Mistura, “e credo che in Italia quando si dice Meeting si parla solo del Meeting di Rimini.” Un successo basato sul duro lavoro di chi da anni lo organizza e di 4000 volontari che quest’anno lo allestiranno. Emilia Guarneri, presidente del Meeting, ha illustrato le dieci mostre e alcuni eventi, primo fra tutti la conferenza su “Homo Religiosus” tenuta dal neo-cardinale Julien Ries, il quale documenta come l’uomo sin dallo sbocciare della sua umanità è sensibile al sacro.

È un momento difficile, sottolinea Guarneri, “c’è la crisi economica, c’è un terremoto che si ostina a non finire c’è bisogno di puntare sull’uomo, perché l’uomo è libero in quanto afferma un’unica dipendenza: quella del mistero da cui tutte le cose si originano”. Una risposta definita quella del Meeting nel rapporto con l’infinito. Un rapporto che non significa estraniarsi nella realtà, ma semplicemente cercare di comprendere la realtà. “E cosa vuol dire questo nell’economia e nella politica? Abbiamo bisogno di vederlo, abbiamo bisogno di persone che ce lo testimonino”. Insomma ancora una volta un appuntamento che terrà le prime pagine dei giornali nell’ultimo scampolo delle ferie agostane degli italiani che dopo mesi di gossip e battibecchi più o meno costruiti ad arte potranno finalmente leggere di cultura e arte. Con “Koyasan”, quindici oggetti di arte buddista provenienti dalla montagna sacra del buddismo Shingon Mikkyo, che mons. Giussani ha tanto amato. E poi lo spazio con “Space Gallery” una galleria di immagini realizzate tra gli altri da Paolo Nespoli, l’astronauta italiano che è stato “intervistato da Benedetto XVI” quando era sulla stazione spaziale orbitante quasi esattamente un anno fa. E poi, una mostra su Bellini, una su Dostroevskij. Un programma ricchissimo, perché – come afferma Francesco Maria Greco, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede – “dal meeting non si torna mai vuoti, ma arricchiti”.

“Il mio augurio è di volare alto, tenendo insieme materia e non materia, finito e infinito”, afferma il ministro della Salute Renato Balduzzi, che parla subito dopo il cardinal Sandri. Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere chiosa che anche se il titolo di questo meeting potrebbe sembrare astratto in effetti pone la domanda: chi sono io? A tentare di rispondere ci saranno tra gli altri Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Taanya Agivani, vicepresidente della Corte Costituzionale d’Egitto, mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso la sede delle nazioni Unite a Ginevra, Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, e Jeffrey Sachs, uno degli esperti mondiali della cooperazione.

L’evento all’Ambasciata italiana è stato una occasione di incontro tra diplomatici, giornalisti e, pochi in verità, personaggi del mondo ecclesiale. Ma forse saranno più numerosi il 26 giugno in occasione dell’ incontro nell’ ambito delle iniziative del Cortile dei Gentili: “Diplomazia e Verità”.

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