Il Papa alle famiglie: il paradiso? Dev’essere come era la mia famiglia

Al Parco Nord di Bresso grande serata di festa con le famiglie con lo spettacolo ‘Festa delle testimonianze’ con papa Benedetto XVI, arrivato alle ore 20.30 precise, cogliendo di sorpresa tutti i convenuti, perché non ha usato la ‘papa mobile’, ma è entrato direttamente sul palco. Il Papa ha risposto alle domande delle famiglie con grande realismo e familiarità. Al termine ha abbracciato una famiglia proveniente dall’Emilia del terremoto, recitando la preghiera del ‘Padre Nostro’, ricordando la grande mobilitazione del volontariato e della Caritas: “Non vi lasceremo soli’. Ringraziando il Papa per la sua partecipazione il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha affermato: “Il tema: ‘La famiglia: il lavoro e la festa’ ci fa entrare nel vissuto concreto della gente… Anche stasera vengono portate nella festa le sofferenze e le gioie, le preoccupazioni e le speranze delle famiglie, perché siano illuminate dalla sua parola, Padre Santo, accolte e custodite nella sua preghiera”.
Nella serata papa Benedetto XVI ha risposto alle domande poste da famiglie dei cinque continenti. Cattien, una bambina vietnamita, gli ha chiesto di raccontare la propria famiglia ed il Papa amorevolmente le ha raccontato la propria storia familiare. Dicendo che il Paradiso deve essere un po’ come era l’atmosfera a casa sua da ragazzo. Ad una coppia di fidanzati del Madagascar, Serge Razafimboony e Fara Andrianomonana ha raccontato che il vino più buono è quello che si serve per ultimo, perché il fidanzamento è un primo passo per innamorarsi, ma ciò che rende questo innamoramento vero amore duraturo è il matrimonio: così nella festa di Cana il vino buono è servito per ultimo affinchè i novelli sposi lo possano assaporare per sempre. Anche la crisi economica è stata protagonista di questa serata, testimoniata dalle parole di una famiglia greca, Paleologos: il Papa, con molta preoccupazione, ha incoraggiato tutte le famiglie a persistere nella speranza cristiana e non demoralizzarsi, invitando le parrocchie e le Chiese a farsi prossime a chi si trova in difficoltà, studiando iniziative opportune per creare una rete solidale.
Sempre sul mondo del lavoro una famiglia statunitense, la famiglia Rerrie, ha chiesto al Papa la ‘ricetta’ di come conciliare lavoro e festa in una società in cui si chiede sempre più la produttività. Papa Benedetto XVI ha detto che non sempre un orario più lungo sia sempre sinonimo di più produttività; anzi, alcune volte, certe aziende hanno scoperto che la produttività aumentava se venivano presi in considerazione i tempi della famiglia. Infine alla famiglia Araujo, proveniente dal Brasile, papa Benedetto XVI ha risposto in modo molto delicato sul desiderio dei coniugi divorziati di partecipare alla comunione, facendo presente che la Chiesa sta studiando molte modalità per non far sentire esclusi i divorziati dalla comunione in Cristo.
Comunque in attesa dell’arrivo del Papa, nel pomeriggio si è svolta una grande festa con il Coro Hope che ha aperto la festa con ‘Emmanuel’, l’inno della Giornata Mondiale della Gioventù di Roma, divenuto un po’ l’inno degli incontri dei giovani con il Papa, introducendo le voci del concorso “Giovani Talenti per il Papa”, promosso dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 in collaborazione con l’Associazione Hope, rivolto a musicisti e gruppi musicali giovanili della Lombardia. Inoltre, il ‘JubilFamily’ è stato arricchito da cantanti internazionali di Christian Music.
Dalla Guinea Bissau Fifito: per lui la musica è un mezzo per diffondere la cultura della riconciliazione nella sua terra martoriata dalla guerra. Dagli Stati Uniti è arrivato il rocker Josh Balckesley, a cui il presidente del Forum delle Famiglie Francesco Belletti ha consegnato la Carta dei diritti della Famiglia per portala in America; da Parigi, i ‘Bless’, due giovani artisti provenienti dalle banlieue, che hanno avuto il coraggio della conversione e dalla Spagna in cantautore cristiano Jesus Cabello. Non sono mancate le testimonianze di accoglienza: un ragazzo albanese in Italia da cinque anni, una coppia dell’Associazione ‘Famiglie per l’accoglienza’, la famiglia Fantu dall’Etiopia, la famiglia Favoti (genitori di 2 gemelle di 3 anni e 3 gemelli di poco più di un anno); una coppia di Nomadelfia che vive l’esperienza della comunità, mentre Betti e Alfonso del Rinnovamento dello Spirito hanno testimoniato la famiglia nella prova: dalla crisi alla riunificazione.
Altro momento intenso si è svolto venerdì sera nel duomo di Milano per l’Adorazione eucaristica guidata dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia per un momento di intensa preghiera per la popolazione colpita dal sisma di questi giorni, a cui ha partecipato monsignor Yves Marie Pean, vescovo di Gonaives (Haiti), paese colpito dal terremoto nel 2010 e che ancora oggi fatica a risollevarsi. Il vescovo di Mantova, mons. Roberto Busti, ha ringraziato papa Benedetto XVI e le famiglie partecipanti all’incontro mondiale per la solidarietà: “Ma ora mi accorgo che solo l’esperienza diretta riesce a farti comprendere quel dolore del tutto particolare che avvolge e penetra tutte le fibre della persona, perché vengono sottratte alla vita quotidiana le realtà più semplici, il cui immenso valore si comprende solo quando vengono a mancare. Ecco sorelle e fratelli carissimi dove ci ha imprigionato il terremoto. Famiglia: lavoro e festa possono vedere scompaginato in pochi secondi un equilibrio faticosamente conquistato nel tempo. Per questo vi chiedo di non dimenticarci”.