Milano: la festa è per la famiglia

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Anche venerdì sono partito da Lecco con il treno di buon mattino per affrontare l’ultimo giorno al Mico di Milano del convegno teologico dell’incontro delle famiglie e nella metropolitana, oltre ai soliti gruppi di famiglie con tanto di bandiere degli Stati partecipanti, trovo anche qualche famiglia, con maglietta dell’incontro, ‘saccopelista’, tutta attrezzata per affrontare la veglia con papa Benedetto XVI di sabato. Ma i problemi ‘seri’ per i giornalisti iniziano all’ingresso del Mico che, oltre agli incontri gioiosi dei bambini, trovano uno sbarramento di persone in fila per entrare in fiera… E’ inutile chiedere permesso o mostrare il tesserino, perché i volontari dicono che occorre pazienza per ‘smaltire’ la fila. E così armati di santa pazienza ci adeguiamo e comprendiamo che nella giornata ci sarà una grande affluenza… E nell’incontro di sabato sera papa Benedetto XVI abbraccerà una famiglia del recente terremoto in Emilia. Intanto in giornata il card. Angelo Scola, che ha visitato i padiglioni della fiera della famiglia, ha ricevuto l’ulivo della pace proveniente da Nazareth, simbolo del dialogo tra ebrei e cristiani: “questo gesto ci indichi la strada di un compito che attende tutti noi, nel raggiungimento della pace e della fraternità in terre come il Medio Oriente martoriate e dove anche i cristiani subiscono persecuzioni”. Il consigliere per gli Affari turistici dell’Ambasciata  di Israele, Tzvi Lotan, ha ribadito le parole del cardinale: “Lei, Eminenza è ora il custode di questo albero, custode per tutta la famiglia cristiana. Conosco il grande impegno del Cardinale per la promozione del dialogo e della pace in Medio Oriente e nel nostro Paese. E’ un onore aver potuto consegnare nelle sue mani l’Ulivo, emblema di futuro, riconciliazione e dialogo, ma anche di famiglia”.


Concludendo i lavori del congresso teologico il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha ringraziato i partecipanti, gli organizzatori e i volontari per la testimonianza: “Il Signore benedica e renda fruttuoso il vostro impegno e il vostro contributo. Benedica voi e le vostre famiglie”. Quindi il presidente del dicastero vaticano ha sottolineato alcuni elementi significativi: “Il Congresso mette insieme riflessioni di carattere dottrinale, testimonianze su esperienze concrete, studio di dati sociologici empirici. Interpella con le idee e con i fatti. Indica così un metodo utile da seguire sia in ambito ecclesiale che in ambito civile”. Poi ha sottolineato l’importanza di celebrare la domenica nella famiglia: “La domenica, se è celebrata bene, conferisce senso e bellezza anche alla vita ordinaria; dilata la festa anche nei giorni feriali… La riscoperta dell’uomo come soggetto essenzialmente relazionale e la cura per la buona qualità delle relazioni porteranno al superamento della crisi del lavoro e della famiglia”.

Prima dell’intervento conclusivo, le famiglie hanno potuto gustare la relazione della prof. ssa Blanca Castilla, docente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Madrid, attraverso l’excursus biblico dello stare a tavola: “Il Messia che mangiava e beveva alle nozze come quella di Cana e accettava con piacere di mangiare nelle case di coloro che lo invitavano – Zaccheo, Simone il Fariseo, Matteo, Pietro ei suoi amici di Betania -, descrive in diverse occasioni il Regno dei Cieli come una casa di Famiglia, la casa del Padre nella quale ci sono diverse dimore e nella quale si celebra una gran festa con banchetti, dove si partecipa vestiti a festa e, in compagnia di famigliari e amici, condividendo la buona tavola e il migliore dei vini”. Quindi ha invitato le famiglie a guardare alla famiglia di Nazareth, definita dal biblista Gerson ‘Trinità della terra’: “Festeggiare, quindi, è stare dove uno si sente bene, lì dove si condivide in abbondanza ciò che piace a tutti. E’ una festa stare con il Papa, forse proprio per questo siamo qui. Sarà una Festa il Cielo, per questo vogliamo essere salvati, e veniamo qui per imparare che pure la nostra famiglia può essere una festa, più quotidiana e accessibile, che ci allieta i giorni e ci prepara per le grandi feste che ci aspettano, come quella che vivremo, o  stiamo vivendo, qui”.

Quindi ha citato il ‘Piccolo Principe’ di Saint Exupery, perché la festa ha bisogno di ‘riti’: “Preparare la festa è fissare il luogo , la data e l’ora. Conoscere il momento e aspettarlo è fonte di emozioni. E’ un ingrediente per creare legami che uniscono le persone che diventano parte della nostra vita… La Festa è un momento, un giorno speciale. Prepararla suppone sforzo, che è ricompensato dall’allegria gioiosa o serena, a seconda dei momenti che riempie il cuore di pace”. In conclusione la professoressa ha affermato il desiderio della domenica, come momento speciale in cui “uno si ferma a dedicarsi di più a  quello che da senso agli altri. Un giorno dove c’è posto per la contemplazione, l’adorazione, la gratitudine, come è la Domenica che è propriamente un rito”.

Anche il vescovo di Boston, card. Sean O’ Malley, ha sottolineato il valore dell’Eucarestia domenicale, che ci prepara alla missione: “Per noi, ogni domenica è il Giorno della Resurrezione… Anche noi viviamo in un tempo in cui la gente è confusa, ferita e piena di paura. Gesù vuole incontrarci nello stesso modo con cui ha incontrato i discepoli sulla via di Emmaus… Affrettiamoci a dire al mondo che Cristo è vivo e che la nostra famiglia deve radunarsi alla tavola del Signore per fare esperienza dell’amore di Dio, per imparare la nostra identità e per compiere la nostra missione insieme”.  Infine occorre sottolineare l’importante incontro, svoltosi giovedì pomeriggio, presso la ‘Nostra Famiglia’ di Bosisio Parini sulla disabilità in famiglia: “La nascita di un figlio disabile muta totalmente la prospettiva di vita della famiglia, della coppia. La riprogettazione della propria esistenza è un piccolo laboratorio di vita cristiana ed ecclesiale e persino di vita civile e sociale”, ha affermato monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara.

Il campione Santino Stillitano, affetto da agenesia della gamba destra, ha raccontato come si possa comunque arrivare ai vertici sportivi. Portiere della Nazionale di ice sledge hockey, campione alle Paralimpiadi di Vancouver 2007, si sta preparando ai Mondiali 2012: “Mi sento una persona completamente realizzata, perché sono riuscito a trovare nello sport e nella famiglia (ha tre figli), lo spazio in cui esprimere la ricchezza del dono della vita”. Infine Abu John Wani ha raccontato la sua storia di padre di sei figli e insegnante alla scuola elementare di Juba: “Nel mio paese la disabilità viene vissuta come una vergogna. Il disabile, emarginato, viene lasciato sopravvivere”.

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