Polemiche sulle Olimpiadi. Cerimonia di apertura da boicottare?
Nel giorno della chiusura estiva delle Camere parlamentari ed a pochi giorni dall’inaugurazione delle Olimpiadi cinesi alcuni esponenti governativi invitano a non partecipare all’evento di venerdì 8 agosto. Infatti Maurizio Gasparri (PdL) ha invitato gli atleti italiani a disertare la cerimonia inaugurale dell’Olimpiade di Pechino. Dopo aver elogiato l’atleta tedesca Imke Duplitzer, che ha annunciato di non prendere parte alla cerimonia inaugurale dei Giochi, Gasparri ha invitato gli atleti italiani a gesti simbolici di dissenso per esprimere sostegno “alle popolazioni che vedono soffocata la propria libertà”.
Però, il Governo italiano parteciperà alla cerimonia inaugurale. D’accordo con Gasparri la collega Giorgia Meloni, ministro per i giovani, che ribadisce: “Chiedo agli atleti azzurri e a tutti gli italiani che andranno in Cina, ancora di più ai tifosi, di fare un qualunque gesto e di dire la loro. Non c’è nessuno scontro in atto nel governo. Semplicemente, abbiamo ricordato che in quanto italiani siamo portatori di un sistema di valori che riguarda soprattutto la difesa dei diritti umani e civili”.
Il ministro ribadisce: “Ho chiesto solo un gesto. Non dobbiamo consentire che cada il sipario su queste Olimpiadi senza che siano stati adeguatamente posti i problemi relativi alla questione dei diritti umani e civili e alla questione tibetana. Penso che chiunque dovesse recarsi a Pechino debba in cuor suo essere portatore dei valori nei quali crediamo con un gesto qualunque”. Di rincalzo il ministro Umberto Bossi ha detto: “Mi sembra un po’ ipocrita andare fin là e poi non sfilare. Io non sono per le mezze misure…”.
Infatti, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, esclude che la bandiera italiana non sarà sulla pista dello stadio di Pechino. Quanto alle posizioni diverse espresse da esponenti della maggioranza e persino da membri del governo, il ministro degli Esteri ha detto: “Rispetto le opinioni di tutti, non c’è niente di più autonomo e libero dello sport, quindi non mi stupisco che ci siano posizioni diverse anche all’interno dell’esecutivo. Su questi temi non c’è una posizione comune del governo. Io posso dire di aver accolto positivamente l’invito del presidente Berlusconi a rappresentare il governo a Pechino. Una presenza che condivido pienamente”.
Infine, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ribadito: “Certamente appoggio, al pari di tutto il mondo civile, la richiesta alla Cina di una politica che sia garante dei diritti umani in modo molto, molto maggiore rispetto a quello che è accaduto fino ad oggi. Considero le Olimpiadi, comunque, una festa di fratellanza dei popoli e l’esperienza dimostra che ogni qualvolta si è ricorso al boicottaggio non si è raggiunto l’obiettivo che ci si prefiggeva. Non credo che i nostri atleti abbiano necessità di inviti particolari, perchè sanno perfettamente qual è il dovere morale cui adempiono nel momento in cui gareggiano e credo che non mancherà loro la possibilità, nelle modalità che riterranno più opportune, per esprimere piena adesione alla necessità di un rispetto autentico dei diritti delle persone”.
Da Pechino arrivano le reazioni più dure; il CIO deplora “ogni invito rivolto agli atleti affinché non prendano parte all’inaugurazione dei Giochi olimpici. Le sole persone che potrebbero essere colpite da una simile decisione sono gli atleti che da sempre sognano di partecipare a questo straordinario evento”. Anche dallo staff sportivo azzurro arrivano dure risposte: “Certi politici, anche se sono vicini alle mie idee, sono incompetenti: non capiscono certe cose al di fuori del loro mondo”, attacca il campione del mondo dei massimi Clemente Russo. “Non vedo perché disertare la cerimonia di apertura, allora tanto valeva boicottare i Giochi”, aggiunge il pugile. “E poi alla ministro Meloni chiedo, ma lei diserterebbe l’occasione della vita?”. Altrettanto dura la reazione del Ct della nazionale maschile di pallavolo: ‘Mi offendo quando un politico parla di sport. Perche’ certi gesti dimostrativi non li fanno loro o non li chiedono ad altri? Perché sempre a noi sportivi?”, si domanda Andrea Anastasi.