Il Papa ai cardinali: “Siamo nella squadra del Signore. E quindi nella squadra vittoriosa”

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“Siamo nella squadra del Signore. E quindi nella squadra vittoriosa”. Benedetto XVI incoraggia i cardinali, i suoi “amici”, come li definisce lui stesso, tracciando un bilancio dei suoi sette anni di Pontificato, passati tra “giorni di gioia e notti oscure”, ma pur sempre nella consapevolezza che la squadra del Signore è quella vittoriosa. È un’occasione particolare: il Papa ha voluto invitare a pranzo i cardinali – che si sono riuniti nella Sala Ducale del Palazzo Apostolico – per ringraziare dei doppi auguri ricevuti quest’anno: quelli per l’anniversario di Pontificato e quelli per l’85esimo compleanno. E, durante l’incontro, Benedetto XVI approfitta per fare un bilancio dei suoi sette anni di Pontificato, un periodo del quale ringrazia “innanzitutto al Signore, per i tanti anni che mi ha concesso; anni con tanti giorni di gioia, splendidi tempi, ma anche notti oscure”. Ma – aggiunge il Papa – “in retrospettiva si capisce anche che le notti erano necessarie e buone, motivo di ringraziamento”.

 

E tra le notti, c’è anche il “mordere e divorare” dei suoi stessi confratelli, che lo stesso Pontefice – citando una lettera di San Paolo ai Galati, citò in una lettera del 2009 ai vescovi in seguito alla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, che – oggi più che mai – sembrano essere più divisi tra loro che da Roma. Un “mordere e divorare” che ha portato alla fuga di documenti, agli attacchi, alla descrizione di battaglie interne tra cardinali, ai racconti dell’opposizione interna allo stesso Pontefice. Ma il Papa spazza via ogni polemica.

Perché è di una Ecclesia Militans, una Chiesa viva e presente nella società, che si impegna a sconfiggere il male, che si ha bisogno. “Vediamo – dice Benedetto XVI – come il male vuol dominare nel mondo e che è necessario entrare in lotta contro il male. Vediamo come lo fa in tanti modi, cruenti, con le diverse forme di violenza, ma anche mascherato con il bene e proprio così distruggendo le fondamenta morali della società”. E’ per questo che tutto il Pontificato di Benedetto XVI è stato teso a riportare l’uomo a Dio, e delineato come un percorso di purificazione che porta dritto all’Anno della Fede che sta per essere celebrato.

Non può mancare – nel discorso del Papa – una citazione di Sant’Agostino, da lui amato e studiato sin dagli anni dell’università. Per Agostino, tutta la storia – afferma il Papa – è lotta tra due amori: “l’amore di se stesso fino al disprezzo di Dio, l’amore di Dio fino al disprezzo di sé nel martirio”. E noi – prosegue il Papa – “stiamo in questa lotta e in questa lotta è molto importante avere degli amici. Io sono circondato dagli amici del Collegio cardinalizio: sono i miei amici e mi sento a casa, mi sento sicuro in questa compagnia di grandi amici che stanno con me e, tutti insieme, con il Signore”. Ed è per questo che il Papa li ringrazia “per la comunione delle gioie e dei dolori” e li incoraggia: “Andiamo avanti, il Signore ha detto: ‘Coraggio! Ho vinto il mondo’. Siamo nella ‘squadra’ del Signore, quindi nella ‘squadra’ vittoriosa”.

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